Pensare male può far male
di Domenico D'Amico
Incappando nell'esaltazione della coreana Biowashball da parte di Beppe Grillo, ho immediatamente notato i classici segni dell'accricco-bufala.
La Biowashball si propone di sostituire, in tutto o in parte, il detersivo da lavatrice. Questa palla di gomma contenente palline di ceramica spezzerebbe le molecole d'acqua, emetterebbe raggi infrarossi, genererebbe acqua ossigenata, abbasserebbe il pH dell'acqua... Naturalmente, quando si arriva a descrivere i suoi effetti sull'aura dell'acqua, siamo arrivati al sintomo tipico dello pseudo-accricco, del genere braccialetto anti mal di mare. I dettagli li potete trovare qui.
In sé la cosa non è molto rilevante, non si tratta certo di vendere cure fasulle contro il cancro o praticare terapie pericolose e ingiustificate su bambini autistici...
Eppure...
Quelli che provano la washball dicono che funziona. Il problema non è capire come e perché funzioni (la sua azione consiste nell'aumento della movimentazione del bucato), quanto nel pensiero di chi la promuove. Che le dosi consigliate dai fabbricanti di detersivi siano dolosamente esagerate lo sa chiunque abbia mai seguito una delle innumerevoli trasmissioni “di servizio”, in tv o alla radio, degli ultimi vent'anni. Una quantità molto piccola basta e avanza. È imbarazzante che gli utilizzatori della washball additino come prova della sua efficacia il fatto che il bucato viene pulito usando una dose piccolissima di detersivo. Come a dire, per far sì che la gente usi meno detersivo non basta dirgli: ragazzi, mettetecene meno, che tanto pulisce uguale, e schiaffate nel cestello un paio di palle da tennis usate, che muoveranno i panni e il gioco è fatto. No, bisogna dirgli che esiste l'accricco meraviglioso, snocciolargli un po' di gris gris pseudoscientifico, e naturalmente, dulcis in fundo, la solita cospirazione di quelli che difendono gli interessi dei fabbricanti di sapone, che, si sa, non vogliono che il popolo conosca la verità (vedi Beppe Grillo che insinua “quelli del Salvagente sono della Coop, la Coop vende detersivi, ergo...”). Non è buffo? Chi esalta l'efficacia della palla di gomma da' per scontato che le dosi raccomandate dai produttori siano un dato attendibile. È il trionfo del cittadino-consumatore.
In fondo, però, che c'è di male? Voglio dire, molta gente userà meno detersivo, inquinando di meno, e avrà speso solo una quarantina di dollari per comprare la palla. Il risultato finale è positivo, no?
No.
Cosa succede quando si arriva a bersi le stesse scempiaggini sull'aura in questioni molto meno innocue, come la salute? Il fatto che Grillo porti come prova dell'efficacia della Biowashball la classica testimonianza dei “clienti soddisfatti” (come se stessimo parlando di qualche alga dimagrante) può far sorridere, così come sembra esagerata la proposta di qualcuno di realizzare esperimenti in merito con il metodo del doppio cieco. Ma ci sarebbe ben poco da ridere se, al posto della palla di gomma, stessimo parlando di qualche problema medico grave.
È dal tempo dei filosofi greci che cerchiamo di superare le difficoltà che i pregiudizi, i desideri, le aspettative, la percezione selettiva, oppongono alla nostra capacità di conoscere le cose.
Credere nella magia delle palle non aiuta.
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