domenica 3 luglio 2011

Manganellatori democratici 4

di Nicodemo

Tutti a fare a gara a schierarsi con i poliziotti, anche in questo caso, dimentichi di Genova e delle tante altre situazioni in cui la polizia è stata usata come oggetto contundente da scagliare contro cittadini riottosi, il cui unico potere sta nell'eco delle proprie voci e nelle forza delle proprie ragioni.
Tutta questa gentaglia non ha il coraggio né il carisma per criticare non già un'istituzione, ma i comportamenti dell'istituzione stessa asservita ad un esecutivo criminale. I Casini, i Bersani e i vari altri personaggi di questa teatrino di burattini della politica italiana che strepitano e si agitano rimanendo imbrigliati negli stesi fili che li sorreggono e li comandano, non entrano nel merito dei fatti, loro esprimono pareri e prendono posizione a prescindere, il luogo comune dei poliziotti sempre buoni e dei manifestanti violenti è il loro mantra. Non gli interessano le argomentazioni dei NO TAV, come non gli interessano quelle dei pastori sardi, degli operai di Pomigliano, dei terremotati dell'Aquila, dei ragazzi di Genova. A loro interessa solo la scienza del potere, i particolari sono una perdita di tempo e una complicazione inutile. Se qualcuno che protesta fa solo mostra di proteggersi il capo e di reagire alla botte, è un terrorista. Punto. Questo esige il cliché che hanno stampato in mente e questo deve essere detto. Quello che conta è la retorica del potere, l'unico lasciapassare che ti permette di entrare nella stanza dei bottoni. La ricerca della verità o del giusto è un esercizio che da sempre nella storia appartiene a quelli che perdono, agli illusi e a coloro che pretendono di raddrizzare le cose e di far valere il diritto, fossero eretici mandati al rogo o operai presi a mitragliate dagli sgherri del padrone. Questi figuri che non si sognano neanche di comportarsi come  degli statisti, prendendo atto di uno conflitto stridente all'interno del corpo sociale e traendone le dovute conseguenze. Non si avvedono minimamente della divaricazione che si sta creando all'interno della società fra cittadino e cittadino, dell'approfondimento del solco fra chi ha già tanto e chi ha una vita precaria. Non capiscono nemmeno che il conflitto che inevitabilmente si approfondirà li seppellirà tutti. Miopi e stolti.
Chiaro, questi signori vogliono la TAV per loro convenienza personale e politica, ma questa è solo l'aspetto più superficiale del problema: quello che sta maggiormente a cuore a questa gente è accreditarsi come veri conservatori, di quelli che si rendono garanti della conservazione dello stato di cose presenti e per questo meritevoli di entrare a testa alta nel salotto buono.
La critica e il discernimento appartengono agli sfigati che ancora non hanno capito che tanto è tutta una finta: la politica, l'economia, la giustizia. Quello che conta è mettere il culo al caldo su una bella poltrona.
Non cadremo nella trappola che ci hanno teso: non diremo voi ci avete costretto alla violenza e violenza avrete. Se sceglieremo di difenderci e di prendervi a forconate tutti, sarà una nostra scelta e saremo in tanti a farla, ma attenti ci prudono davvero le mani, potremmo togliervi la poltrona da sotto al culo.

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...