lunedì 30 giugno 2014

“Riprendetevi gli 80 euro”

di Tonino D’Orazio

Se era per ridarne il triplo non valeva la pena. Devono cacciare nuove tasse anche quelli che non li hanno avuti gli 80€. E quelli che li hanno avuti dovranno presto ridarli con gli interessi. Un vero affare di stato. Totale, 54,3 Miliardi.
1) aumento età pensionabile (dal momento che se ne sussurra … il passo è breve. Scommettiamo che “ce lo chiede l’Europa?”). La solita tecnica. Lanciare il sasso e nascondere la mano. Aspettare che l’idea scandalosa si calmi prima di procedere. Intanto piangere sui giovani senza lavoro e snocciolare ipocritamente dati e percentuali.
2) aumento Tasi al 60% ; dentro c’è la cosiddetta Tari (tassa rifiuti) che avrà un notevole aumento che può essere dal 20 al 30%, dipende dal comune di residenza e dal tipo di utenza. Ogni comune d'Italia avrà un proprio margine di scelta, ma potrà comunque aumentare queste tasse fino ad un 8% rispetto l'Imu dell'anno scorso. L’Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che gli impianti fotovoltaici sui tetti sono da considerarsi come superficie abitabile e quindi soggetta a tassa  sulla casa IMU o TASI, così come balconi e terrazzi. Si rimangiano il “bonus energia” con gli interessi. A questo bisogna aggiungere la rivalutazione catastale. In Italia, almeno quelle censite, le unità immobiliari sono 63 milioni e i possessori quasi 80% dei cittadini, in verità 60% sono delle banche tramite i mutui. Il peso fiscale sugli immobili supererà i 52 miliardi di euro: ben 2,9 miliardi in più rispetto al 2013. Solo il gettito riconducibile al possesso dell’immobile ha subito un vera e propria impennata: dal 2007 ad oggi è cresciuto del 78%, a fronte di una svalutazione degli immobili, dovuta alla crisi, del 27%, altro che “valore di mercato”. La voce che ha subito la variazione percentuale più clamorosa è comunque quella riferita alle successioni/donazioni: +390%. Piano piano si tornerà a prima del 1995, primo governo Prodi, e dovranno pagarle tutti. Una grande patrimoniale per tutti.
Negli ultimi 8 anni il prelievo sui rifiuti è aumentato del 66% (era pari a 4,6 miliardi, ora ha raggiunto quota 7,6 miliardi), malgrado la raccolta differenziata stia andando avanti. Sembra che anche qui si privatizzano i benefici e si socializzano le perdite. Certamente regalare tanti soldi alle varie mafie e poi piangere col pugno sul cuore all’alza bandiera sulla morte di Falcone e Borsellino, e di tanti altri, ha qualcosa di surrealistico e di avanspettacolo.
3) aumento irpef: non erano nascoste lì, per alcuni, le 80€?
4) aumento ticket sanitari. Renzi non ha tagliato, ma sa che lo dovranno fare le regioni. Intanto si possono sempre rivedere le esenzioni. Massacrare un po’ di più gli invalidi civili e altre categorie privilegiate come i pensionati va sempre bene. Vivono in un benessere così scandaloso.
5) aumento marca da bollo passaporto raddoppiato (da 40,29 euro a 73,50). Prima di scappare dall’Italia è bene che i giovane ci lascino un pedaggio. Probabile tassa sui Bot in arrivo, e sicuramente i piccoli risparmiatori non potranno certamente difendersi. Pagare ad esempio 1% sul beneficio del 1.25% sarà quasi una barzelletta alla Draghi. Insomma, prestandogli i soldi, si paga allo stato più di quello che si deve avere. Si può definire il tutto una nuova “repressione finanziaria”?
6) svendita aziende italiane e titoli di stato. Secondo le stime di Bankitalia siamo passati dagli anni '90, quando addirittura l’80-90% di stock di debito era in mano a privati risparmiatori, alle cifre attuali che, fanno scendere questa percentuale sotto il 10%. Oggi, a investire sui Bot sono prevalentemente le banche, con il 50%, e gli investitori stranieri, che rappresentano ben il 40% dei proprietari di titoli. In gran parte sono fondi nord americani, si vede che ancora si può spolpare questo strano popolo, che si crede così furbo e invece è così stupido e ormai solo con una dignità di chiacchiere. Anzi, sapevate che “possedere” un conto corrente, al quale ci hanno obbligato, rappresenta un bene personale, un patrimonio?
7) aumento immigrazione. A guardar bene, a parte la disumanità delle situazioni che interessa solo i deboli di cuore, è un affare. Aumenta il lavoro nero a tutto vantaggio dei padroni; diminuisce il lavoro regolare; piano piano rialza la natalità di questo paese e non è cosa da poco, come indotto, dal punto di vista finanziario.
8) abolizione assegno coniuge a carico. Che dire. La civiltà diminuisce e l’offesa alle donne che lavorano tutta la vita gratis in casa aumenta. Pura uguaglianza, vale anche per gli uomini sempre più disoccupati.
9) nuove tasse integrative solite, sigarette, benzina, gioco d’azzardo e bolli vari. Sono i centesimi moltiplicati per miliardi di operazioni e quindi incasso sicuro. Per il fumo, se si pensa che le donne hanno superato gli uomini, l’affare è in crescita. Anche per la benzina, c’è sempre qualche minaccia di guerra che la fa lievitare.
Entrate per difetto: una delle grandi riforme del governo: dal primo luglio niente più ingressi gratis nei musei agli over 65. Finita la cultura gratis. Il risparmio personale delle entrate servirà per continuare a pagarsi qualche medicina finché sarà possibile.
Mancano ancora le ultime privatizzazioni, cioè i regali di stato ai soliti noti. Come le cave di marmo di Carrara acquistate dalla famiglia Bin Laden. Nessuno scandalo, né il terrorismo né la democrazia hanno qualcosa a che vedere con gli affari. Magari, tra poco, e dipende solo se la ragazzina Boschi straluna o no, venderanno spiagge, coste e isole. Anzi, proposta di Prodi (ancora!), si possono dare tutti gli immobili pubblici come pegno sul debito all’Europa “che ce lo chiede” tramite la BCE. Un grande bluff. Insomma una doppia cartolarizzazione di proprietà già vendute. Tutte cose di cui non sono minimamente proprietari e, forse Grillo ha ragione, di cui dovranno pur rendere conto un giorno. O no? Ragionano come il Re Sole: “l’état c’est moi!”. Non ci siamo ancora accorti di essere passati da una democrazia repubblicana ad una specie di monarchia-democratica, e per renderla efficace e “normale” devono per forza stra-modificare la Costituzione.
Ho sicuramente dimenticato qualche altra tassa, ma vedrete che impareremo le nuove di giorno in giorno, con l’aria scandalizzata solo delle reti Mediaset. Per le altre, va tutto bene “madame la marquise”. Chissà perché!

venerdì 27 giugno 2014

La sinistra che verrà. Elementi di una psicoterapia di massa incompiuta

Il progetto di nuova sinistra, la Syriza italiana, come qualcuno la chiama, evocando realtà che non ci appartengono, è cosa semplice nella sua progettazione e difficile nella sua attuazione. Quali sono gli ostacoli che impediscono alla naturalità degli eventi di realizzarsi? Credo siano diversi, ma io voglio concentrarmi in questo momento su un unico aspetto: la dimamica psicologica che spinge singoli e in maniera proiettiva istituzioni politiche a privilegiare, nella costruzione del senso del proprio agire, l'affermazione del prorpio io (individuale e collettivo) invece che l'affermazione di contenuti "oggettivi" del discorso. In pratica, se dico questo è perché voglio prevalere su di te, anche se non me ne rendo ben conto, e non perché credo sia giusto così. 
Dopo quasi quarant'anni di frequentazione della sinistra, credo di poter dire che alla base del proverbiale litigiosità dei suoi componenti ci sia questa semplice dinamica, sostenuta dall'alibi dell'osservanza dei contenuti dottrinari un tempo ed oggi da una perversa vocazione al prgmatismo.
Mi accorgo che sto parlando come Massimo Recalcati, ma d'altronde io non pretendo di essere preso molto sul serio e nemmeno che quello che dico abbia un valore scientifico.

lunedì 23 giugno 2014

La mossa del Grillo (repost)

Queste cose le dicevo l'11 Giugno del 2013
 
A Grillo  non rimane che la mossa del cavallo: fare un accordo con il pd e governare questo cazzo  di paese. Come stratega Grillo non vale un fico secco, avrebbe dovuto pensarci prima e inchiodare il pd con delle proposte che non poteva rifiutare invece che dare l'idea di agire di rimessa confidando nel tanto peggio tanto meglio. Assurdo poi l'estenuante balletto delle diarie e degli scontrini, imperdonabile non aver fatto chiaramente un nome per il presidente della repubblica. Personalmente  non perdonerò mai  Grillo  per avermi  costretto ad assistere alle tragicomiche  di Stanlia  e Ollio alias Lombardi e Crimi, che sedevano davanti a un Bersani che aveva l'aria di chi spiegava l'alfabeto ai due figli tonti. Per non parlare della figura che anno fatto i nostri eroi con Letta, apparso come un santone ligneo  dallo sguardo sornione nell'atto di benedire gli scemi del villaggio accorsi in udienza.
Grillo può  credermi, al di là di scommettere sulla rovina dell'Italia non gli rimane altra scelta, prenda in mano l'iniziativa, alcuni punti del suo programma sono spendibili, occorre però, fesserie sugli scontrini e sui finanziamenti ai partiti a parte, che sono solo spiccioli, dare il senso di una svolta profonda in economia, in una visione chiaramente keynesiana e portare con forza questa visione in Europa. La  smetta Grillo con il ritornello del M5S che non si mischia con nessuno, qui non stiamo parlando di inciuci  o di perdere la verginità , stiamo parlando di accordi chiari e di compromesso nel senso più  nobile del termine. Che diamine quando c'è una guerra si  fanno anche armistizi col nemico per il bene di tutti, perché  mai non fare accordi con una forza concorrente?
Grillo prendi in mano l'iniziativa o presto  sarai il secondo uomo qualunque di una storia desolata.



domenica 22 giugno 2014

Monica Maggioni: il nostro agente al Bilderberg

da Blasting News



Siria a parte non è un mistero che Obama abbia stanziato diverse decine di milioni di dollari per aiutare, con il solito eufemismo, le "rivoluzioni democratiche" in Venezuela e Ucraina. La magnanimità e il volto benedicente di Obama, contrapposti all'espressione truce e autoritaria di Putin e alla faccia da camionista troppo scuro di pelle di Maduro, vengono esaltati da tutti i media occidentali e la nostra Monica è in prima linea fra i giornalisti embedded. Ti sintonizzi su RaiNews 24 e pensi a dieci anni fa, quando testate come questa e RAI 3 ti apparivano uno spazio liberato dalla invadenza corrosiva delle reti berlusconiane, parte della RAI compresa. Oggi capisci invece che il crinale che divide l'informazione libera da quella di regime va ben al di là delle questioni di cortile e lo si vede da come RaiNews e altre testate trattano i temi internazionali.

È finalmente è chiaro che la contrapposizione non è fra berlusconiani e antiberlusconiani, ma fra una diversa concezione dell'economia e della visione geopolitica. Se in rete leggi di stragi perpetrate dai nazisti ucraini, come quella dei 43 sindacalisti trucidati in una scuola e in televisione l'episodio viene descritto come "scontri fra governativi e filorussi" capisci che qualcosa non va nell'informazione. Se la violenza di squadracce naziste viene glorificata dai media occidentali come rivolta di popolo contro il bieco oppressore, i sospetti si acuiscono.

Ma quando ti mostrano le violenza ben orchestrate di gruppi di destra in Venezuela che rincorrono anche all'uso di immagini taroccate per fare propaganda, come quella dello studente egiziano massacrato di botte e spacciato per venezuelano, contrabbandandole per rivolte di popolo e allo stesso tempo ignorano l'arresto di una spia americana, nella cui abitazione è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale, allora hai la prova del nove che la certa stampa è solo il megafono della peggiore propaganda. Guardi i reportage di Lucia Goracci che dipinge come angeli vendicatori quei ragazzi che protestano contro l'odioso burocrate amico di Putin e poi ti accorgi che sono membri di Svoboda, l'organizzazione nazista che dopo la destituzione di Yanukovich, ha portato ben due dei suoi membri a ricoprire alte cariche governative (ministri della difesa e della cultura). Ti aspetteresti parole di condanna per l'uso disinvolto che le potenze occidentali fanno di oppositori dal curriculum quantomeno sospetto, contro governi "non amici" (jihaddisti in Siria e Iraq, nazisti in Ucraina), invece no, dagli ad esaltare l'eroismo vitale dei ragazzi ucraini e venezuelani che si immolano per una causa giusta, contrapposto al molle disincanto dell'occidente, dove guarda caso se gli oppositori si comportassero allo stesso modo degli ucraini verrebbero fucilati sul posto.

Cosa c'entra tutto ciò con Monica Maggioni e il gruppo Bilderberg è presto detto. Come si sa il gruppo Bilderberg è la manna dei cospirazionisti, ma teorie strampalate a parte non è un mistero che questo gruppo semi-clandestino che si riunisce a porte chiuse, composto da personalità influenti di vari paesi dell'economia, della finanza e del giornalismo, sia nato nel 1954 con il preciso intento di favorire il rapporto fra USA ed Europa e porre un freno all'antiamericanismo. Oggi il gruppo Bilderberg fa anche di più: contribuisce a dettare la linea economica dei paesi occidentali e delineare le strategie geopolitiche nello scacchiere internazionale. La nostra Monica Maggioni, non si sa bene come non si per quali meriti, è una dei pochi italiani invitati alle riunioni del gruppo.

Ognuno tragga le conclusioni che vuole 


mercoledì 11 giugno 2014

Corruzione popolare

di Tonino D’Orazio 

Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri e traditori non è vittima! E’ complice!” (George Orwel). Il dilagare della corruzione è ormai la fisiologia della nostra organizzazione sociale, non è più una patologia saltuaria. La corruzione generale, senza reali controlli, è diventata un problema strutturale, sociale, culturale della nostra società, senza riforme possibili nemmeno nelle prossime generazioni.
Tutti gli enti locali sono accomunati dal «cancro delle società partecipate», secondo quanto dichiarato da Tommaso Cottone, procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia contabile. Il magistrato ha ricordato che a livello nazionale in oltre 5 mila organismi privati, partecipati dagli enti locali, l’indebitamento è valutato intorno ai 34 miliardi di euro e che fenomeni di cattiva gestione si sono concretizzati «in assunzioni di massa illegittime e clientelari; in consulenze inutili; in sprechi per acquisti di forniture inutili e a prezzi fuori mercato»
È il bello della semi-privatizzazione “in house” e della partecipazione interessata dei “rappresentanti” dei cittadini. Non dobbiamo mai dimenticare che siamo in democrazia, che non avremo mai più la possibilità di votare direttamente i nostri rappresentanti, e che ognuno ha quello che si merita. La responsabilità, dunque, appartiene anche al corpo elettorale che nella sua maggioranza ha accettato e sostenuto questa situazione.  È solo eccesso di delega ai capi-partiti, senza alcuna partecipazione critica? Oppure il paradosso sta nel fatto che i corrotti vengono poi rivotati e rieletti, con tutto il loro efficiente staff affaristico e di relazioni a doppio legame. Insomma una classe dirigente senza storia, senza radici e senza cultura (avete presente le interviste delle Iene ai parlamentari?) si è impossessata di un potere senza controlli e ne ha approfittato in modo sfacciatamente incredibile. Alla faccia degli onesti e spesso dei tribunali, non esenti, anche loro, da strani comportamenti, forti con i deboli e deboli con i forti. È davanti agli occhi di tutti, da anni, fino all’assuefazione che diventa normalità. (Che ci vuoi fare?). Ormai, tutti i giorni si scoprono furti milionari (in euro, ricordiamolo) a danni dello stato e dei cittadini. Dopo Expò milanese, Mose veneziano, rimangono ancora grandi opere iniziate e mai terminate. Inutile elencarle, dalla Tav miliardaria in poi. Anche la Guardia di Finanza, tra gli arresti di un loro generale quasi ogni sei mesi, potrebbe far uscire gli scandali anche prima delle elezioni, ammesso che serva. D’altra parte, i politici non hanno alcuna intenzione di combattere effettivamente la corruzione, fanno semmai proposte per mandare a casa i carcerati, oppure per non far più arrestare gli indagati, ormai una massa critica ogni giorno nelle loro file, oppure far diminuire loro le pene. Il problema è che anche la Corte Costituzionale, nostro vero garante e non Napolitano compartecipante, si sveglia ogni 6/7 anni con stupore, a danno fatto, stratificato e digerito. (Adesso che ci vuoi fare?). D’altra parte il problema non è la norma: le leggi bene o male ci sono, ma è la consapevolezza e la compartecipazione, in fondo, attiva dei cittadini.
Anche la corruzione, che dura da anni, forse da sempre, fa parte della cultura popolare. Il voto si può “vendere” e farselo fruttare. Può essere un assegno in bianco. Tanto lo fanno tutti. Dal chilo di pasta del dopoguerra agli 80€ di appena ieri. La stessa Camusso lo indica come “primo passo” mentre chi non ha avuto niente aspetterà la solita “seconda fase” che non è mai arrivata e, c’è da scommettere, che non arriverà mai. Nulla da dire confederale sul fatto che chi non ha avuto l’elemosina dovrà pagare ugualmente l’aumento delle tasse previste dalla Tasi (? Al momento si chiama così) affinché Renzie possa recuperare e a conti fatti guadagnarci. Che importa se su in una graduatoria mondiale della corruzione (Transparency International. Corruption Perceptions Index del 2013) siamo al 69° posto su 177 paesi, dietro a stati africani che hanno solo la nomina peggiore. In fondo ancora non siamo gli ultimi al mondo, anche se i primi in Europa. Allora perché il popolo dovrebbe cambiare rotta e votare gente onesta quando ci si può accontentare delle briciole che eventualmente possono cadere dalla tavola del ricco epulone. C’è sempre una speranza eticamente al ribasso. A ben riflettere intimorisce una frase del filosofo Tommaso Campanella: “Le leggi ottime sono le poche e brevi che s’accordano al costume del popolo e al bene comune”. I beni comuni sono stati tutti svenduti e c’è rimasto poco, in quanto al “costume” della maggioranza del popolo non credo possiamo avere grandi speranze. Infatti ululano tutti insieme contro eventuali onesti e votano decisi i loro aguzzini, malgrado tutto quello che vedono e sanno.
Per esempio l’assenteismo nel pubblico impiego. Il malcostume di assentarsi dal luogo di lavoro per dedicarsi a fatti propri o addirittura per svolgere una seconda attività lavorativa. Anche l'assenteismo è un reato indicato dal codice penale come truffa più o meno aggravata ai danni dello Stato punita con la reclusione fino a cinque anni. Eppure ogni tanto vengono pescati a gruppi più o meno numerosi, indicando così un sistema culturale di omertà avanzata.
Cosa dire invece davanti a queste dichiarazioni pubbliche di disperati ladri di mele?
«Un politico vale l'altro. Ci hanno offerto 50 euro per votare quello lì e abbiamo accettato...Io sono disoccupato, mia moglie anche», continua Marco, quasi con rabbia.
Poi parla la moglie: «Abbiamo due figli piccoli. Perché avremmo dovuto rinunciare a 50 euro? Sono pochi? Saranno pochi per voi...Mi ha avvicinato una persona che conosco personalmente. Lo ha fatto prima delle elezioni del 26 maggio. Mi ha mostrato un santino di questo Galardini [FI] e mi ha detto: se tu e tuo marito lo votate vi diamo 50 euro. Perché dire di no?». (Secolo XIX)
Sono finiti in Questura in un'indagine sul voto di scambio insieme ad altri 10. Ovviamente non vale per gli Scillipoti o Razzi vari (se si pensa all’indulto Mastella del 2006 e i vari scudi fiscali). Speriamo non si siano precipitati a spendere le 50€ in alimenti di prima necessità se sono “corpo del reato”. Dovevano aspettare invece il 2016 per avere, forse anche loro, l’elemosina legale delle 80€ renziane.
È paragonabile tutto ciò allo scandalo milionario del Mose veneziano? Non è che questo tipo di mafia politica di ogni bordo stia sconvolgendo il famoso e lindo Nord Italia (vedi Expo, vedi Tav, Regione Lombardia, Piemonte e ora Veneto, e sicuramente altri a venire con PD, Lega, FI…) accomunandolo a braccetto alle mafie del Sud? Ricordiamo a volte che 1 milione di euro è l’equivalente di 2 miliardi di lire? Per Mose sono stati spesi un miliardo di € (2.000 miliardi di lire) per consulenze e tangenti. Non viene il dubbio che chi ruba più di un milione di euro non va mai in galera? Smettetela di rubare mele per fame o fumare spinelli altrimenti andrete in galera sicuramente e oltre che prendervi qualche pestaggio gratuito dalle forze del loro ordine.
Esiste un chiaro-scuro della corruzione? O una linea di demarcazione tra fame e ingordigia?

domenica 8 giugno 2014

Passata la festa gabbate lu sante


di Tonino D’Orazio  

Il ricatto momentaneo di Renzie, dopo la grande “vittoria” alle europee (diciamo con il voto di 20 italiani su cento avendone diritto) ha ottenuto qualcosa, lo slittamento del pareggio di bilancio al 2016, tra un anno e mezzo. Spera di impostare a modo suo la nuova Commissione Europea che verrà. Sembra però che come presidente stiano già proponendo una figura tra le più macabre della crisi attuale. Si comincia col dire che è arrivata l’ora delle donne. Magari una donna vera e capace (e ce ne sono tante), non una zombi del FMI di nuovo a tutela delle banche. Anche se lei orgogliosamente dice che “un lavoro ce l’ha già”. Il quadro reale è che nessuno può modificare il tracciato neoliberista e anti-sociale sul quale è stato impostato la UE. I garanti della continuità, salvo i piccoli giochetti delle tre carte, sono i conservatori popolari e i conservatori socialisti, che mai accetteranno di essere giudicati dalla storia per come hanno ridotto in pochi anni la grande Comunità dell’Europa e il suo sogno di coesione e solidarietà politica. Tant’è che si parla solo di soldi e di toglierli ai soliti noti.

Basta confrontare le nuove richieste della Commissione al governo italiano. Non ho osato controllare cos’hanno chiesto ancora alla Grecia dopo lo sgarro elettorale.

Sono riusciti ad impostare la UE in guerra, certo non militare, ma economica sicuramente e sicuramente i morti (di fame, di stenti e di disoccupazione) ci sono ugualmente. Il libero mercato è la guerra dei forti contro i deboli, e presuppone un solo vincitore. Giuro che non è pura ideologia. Qualcuno pensa che adesso il duo europeo sarà composto da Germania e Italia, vista la posizione scissionista della Gran Bretagna e la debolezza estrema del mite Hollande francese. Scherza sicuramente. I soldi e il mercato non sono banali chiacchiere e slogan, sono la sostanza, ormai, di questa nuova “guerra”, e solo loro indicano i vincitori, le banche e i ricchi, e i perdenti veri, cioè il popolo e i lavoratori. Anzi S&P, e loro del loro crogiuolo se ne intendono, poco emozionato dalla grande vittoria e dai proclami ripropone l’Italia allo stesso rango di prima. L’Istat conferma, dopo le elezioni: “Crollo del Pil del 4% nel Mezzogiorno”. Che sarà mai!

Meglio le chiacchiere, la speranza, la provvidenza, che la realtà. La disoccupazione, benedetto Istat che riesce ancora a mascherarsi di cifre, ha raggiunto il 13,6%, cioè il dato del 1977. Ma chi avranno conteggiato ? Solo quelli in cassa integrazione; conteggiati più volte i contrattisti rinnovati di mese in mese e “lavoranti”; gli iscritti a varie liste di collocamento (quelle pubbliche si conoscono e non servono a un granché, quelle private degli amici degli amici, riservate e in crescita, no); le false partite IVA che risultano prestare servizi e lavoro per “conto proprio”; il lavoro nero e quello “grigio” (cioè con legali contratti fasulli tutti previsti dalla legge del santo Biagi e dai suoi seguaci); i quattro milioni di giovani considerati pantofolai perché non vogliono essere sfruttati; l’esercito dei call center (La Slc-Cgil parla di più di 200.000, con “molto nero, molto sommerso, regole aggirate, leggi non rispettate, stipendi sempre più bassi, guadagni per le aziende sempre più elevati”) a cottimo per centesimi e guai a scioperare (cosa centra più ormai la Costituzione con i padroni!); i 100.000 nuovi emigrati annuali che non contano più nelle statistiche; quelli del doppio lavoro per sopravvivere; i prossimi impiegati pubblici in disoccupazione come morte preannunciata a Sant’Antonio (13 giugno); il trucco di separare i disoccupati dagli inattivi, ormai identici nelle future aspettative.

Cresce il calo degli occupati a tempo pieno e a tempo indeterminato. Qualcuno per divertirsi rilancia di nuovo art.18 sì, art.18 no. Per chiudere il problema dovremo aspettare l’ulteriore calo degli occupati veramente a tempo indeterminato, che oggi sono rimasti al 15% circa del totaleGli occupati a tempo parziale continuano ad aumentare ma la crescita riguarda esclusivamente il part-time involontario (ci può essere una definizione più bella per esprimere volontà?). Scende il lavoro a termine cui si accompagna per il sesto trimestre consecutivo la diminuzione dei collaboratori. (Meglio la partita IVA). Ecc …
 

Qualcuno pensa che dopo aver ridotto questo mondo del lavoro ad armata Brancaleone senza lavoro vero e senza prospettive, si possa far “ripartire l’Italia”? Chi, dove, quando e con che cosa? Tutti i mezzi di produzione, per produrre un minimo di ricchezza tenuto conto dei tempi, sono stati svenduti e sono passati in mano straniera. E se funzioneranno esporteranno il plus valore di ricchezza altrove. Altrimenti nella guerra economica in atto, se non sufficientemente redditizie visto l’impoverimento complessivo, le imprese verranno chiuse per far consumare i prodotti dei vincitori. E se non dovesse piacervi qualche Direttiva europea dei vincitori vi obbligherà. Anche su cosa mangiare.

Intanto, passate le elezioni, iniziano i balletti. "Non sono a favore di una diminuzione dell’età pensionabile, piuttosto di un graduale aumento", parole del Ministro dell'Economia Paduan in un'intervista durante il Festival dell’Economia di Trento. Il Ministro ha inoltre aggiunto che, per come la vede lui, dall’alto dei suoi quasi 70 anni, "gli anziani non rubano il lavoro ai giovani".

Il ministro del lavoro Poletti, a margine di un convegno a Milano, e all’indomani dei rilievi della Ue sui conti pubblici, ha ribadito la posizione del governo, secondo cui l’Italia non ha bisogno di una nuova manovra. Invece Bankitalia, che se ne intende e non vende chiacchiere, visto che ai soci ha già distribuito per 5 mesi 380 milioni di euro di bonus, comunica che la dinamica tendenziale del deficit include interventi di aumento delle entrate o di tagli alla spesa per 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 miliardi dal 2017. Per il 2015 serve una manovra di almeno 15 miliardi. Chissà quanto servirà dopo per il 2016.
 

Non so perché, ma credo di più in Bankitalia. Molti di voi sicuramente no credete nella speranza, che è ultima a morire. Però nessuno sa, o mai ha detto, quando “ultima” significa punto di non ritorno.

domenica 1 giugno 2014

Il populista, xenofobo e razzista Farage e i renziani last minute



di Franco Cilli

Non voglio difendere Farage, come si dice il mio imprinting è di sinistra, vengo da una di quelle innumerevoli storie di movimentismo giovanile e riflessione pacata in età matura, con la testa che finalmente razionalizza e ti da il contegno giusto, mentre le viscere continuano a ribollire di rabbia. Sempre dalla parte degli ultimi, aspettando con l'aria del discepolo corrucciato, come altri in ogni era della storia del mondo,  l'avvento del bene e della giustizia in terra per gli uomini di buona volontà. Lo so, tutto ciò suona giustificatorio e lo è, perché non voglio apparire il grillino dell'ultima ora né un fan di Farage. Eppure l'ipocrisia e l'ignoranza di tanti che oggi si scandalizzano per lo xenofobo, razzista e omofobo Farage, mi fa inorridire e mi causa sussulti di rabbia che riesco a stento a trattenere. La prima domanda che mi sorge spontanea in questo momento è perché questi liberali da avanspettacolo, profeti last minute dell'avventismo renziano che brulicano nei nostri media, parlano allarmati di fascismo e di xenofobia di Farage e fingono che il governo ucraino sia un esempio di democrazia, tacendo sulla presenza di ministri nazisti al suo interno ( si proprio nazisti dichiarati)? A seguire me ne vengono altre che riguardano il nostro paese. Perché quelle persone avvedute che hanno votato Renzi per “costruire un argine contro i populismi” certi che questa sia la cosa più saggia, invece di scandalizzarsi per Farage, non si scandalizzano per la strage di società che quelli come Renzi compiono in Europa quotidianamente? Perché non scorgono negli occhi dei fratelli greci quello sguardo d'accusa verso coloro che li hanno condannati a morte per ingrassare le banche? Perché non scorgono dietro i governi Monti, Letta e Renzi le facce torve di banchieri e dei loro emissari che con una semplice equazione matematica azzerano la vita di milioni di uomini, una variabile come un'altra: "Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale. Quindi, ci deve essere una operazione di domanda attraverso l’Europa, un’espansione della domanda"; Monti dixit. E come si fa a comprimere la domanda se non tagliando i salari e alzando le tasse? La gente compra meno, ma le banche che non danno credito continuano a ingrassare. Perché queste persone sagge non riescono a leggere nelle parole di Renzi e Letta: “dobbiamo privatizzare per diminuire il debito pubblico”, un rischio letale per la civiltà tutta? Perché non ribollono di rabbia per la legge Fornero, che condanna all'ergastolo milioni di lavoratori, già truffati dal contributivo, e per le parole del ministro renziano Padoan, banchiere fino la midollo, che dice: “non abbiamo intenzione di ridurre l'età pensionabile”. Come non bastasse i saggi e consapevoli renziani per necessità si bevono quale ineluttabile il mancato rinnovo dei contratti e della rivalutazione delle pensioni, e come se non bastasse ritengono lodevole il voto di scambio al prezzo di 80 euro per non apparire spocchiosi e con la puzza al naso. Intanto si svende la Rai, un bene pubblico, per finanziare le mance elettorali. Perché l'austerità qui in Italia si coniuga col nuovo, mentre in tutte le altre nazioni si declina come comodo alibi per perpetuare le vecchie oligarchie e strangolare i poveracci? E questo il punto che vi ostinate a non cogliere, amici e compagni impauriti dal cambiamento, ubriacati dalle lusinghe e dalle rassicurazioni della nuova era renziana, che promette pulizia e di onore al merito. Voglio ricordare le parole del compianto Padoa Schioppa, come esempio di uno stile di pensiero, perché ve le stampiate nella memoria, voi saggi e puri di cuore che “il rischio maggiore è il populismo”.

"Nell’Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità. Cento, cinquanta anni fa il lavoro era necessità; la buona salute, dono del Signore; la cura del vecchio, atto di pietà familiare; la promozione in ufficio, riconoscimento di un merito; il titolo di studio o l’apprendistato di mestiere, costoso investimento. Il confronto dell’uomo con le difficoltà della vita era sentito, come da antichissimo tempo, quale prova di abilità e di fortuna. È sempre più divenuto il campo della solidarietà dei concittadini verso l’ individuo bisognoso, e qui sta la grandezza del modello europeo. Ma è anche degenerato a campo dei diritti che un accidioso individuo, senza più meriti né doveri, rivendica dallo Stato.". (Padoa Schioppa, Il Corriere della Sera del 26 Agosto 2003)

Chi è il razzista a questo punto, Farage o questa genia liberale, che si crede illuminata e si auto-attribuisce il diritto di vita e di morte sulla massa bruta, esentando se stessi, per diritto d nascita da ogni durezza e ogni fastidio del vivere? I veri razzisti sono gli eredi spirituali di coloro che in India, Africa e America Latina, distruggevano armi in pugno interi popoli e intere economie in ossequio alla superiorità delle civiltà coloniali e che oggi continuano l'opera di distruzione con ogni mezzo possibile, certi della superiorità che proviene dal ceto e da una carnagione chiara. Conservate questo retro pensiero gelosamente, vi sarà utile per decifrare le parole di coloro che indossano le maschere di salvatori col sorriso e lo sguardo benedicente, per nascondere la loro vera natura di predatori

Voglio credere che quelli che fra operai, impiegati, precari e disoccupati, hanno votato Renzi lo abbiano fatto per ignoranza, e che presto si ravvederanno, altrimenti non resterà che prepararsi alla catastrofe.

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...