martedì 5 novembre 2013

Estrema destra e paure ragionate



di Tonino D'Orazio 



La salita elettorale, in percentuale a volte bulgara, delle destre vere, cioè estremiste, è utilissima a fomentare la paura del fascismo e dell’autoritarismo nelle popolazioni europee. I sondaggi aiutano i governi a organizzarsi al centro, in una sempre più spesso grande coalizione. La paura dei comunisti è passata, un po’, si fa per dire perché sempre utile. Per stare al centro bisogna isolare parimenti le aree politiche laterali, facendole vivere ma demonizzandole. Democraticamente. In modalità bipolare prima.

L’esempio lampante ultimo è quello della Germania. Si poteva fare un governo Spd-Verdi-Linke. Troppo radicale. Sarebbe andato contro il Pensiero Unico globale finanziario. Meglio adeguarsi e non essere alternativi. La Spd non poteva essere coraggiosa. Ormai, da tempo, non ha più un progetto di società diversa e sembra aver imposto questa nozione a tutto il PSE.

Nel momento in cui il capitalismo attraversa la più grave delle sue crisi dopo quella degli anni '30, i principali partiti di sinistra rimangono muti e imbarazzati. Nel migliore dei casi promettono di rabberciare il sistema, ma più spesso cercano di dar prova dì senso dì responsabilità raccomandando a loro volta purghe liberiste. Quanto potrà durare questa blindatura del sistema politico, mentre la rabbia sociale continua a salire? Ma sale veramente o semplicemente ci piacerebbe? O vince la paura?

La rabbia però sembra canalizzata in vicoli mediatici ciechi. In paure varie. Individualizzate. Sostenute e ripetute. I cattivi Black Blok (sicuramente collusi con i servizi deviati e sicuramente destroidi), quei facinorosi della Tav e dei centri sociali, quei rivoluzionari nichilisti della Fiom che non accettano di farsi super sfruttare e schiavizzare (lo sfruttamento “normale” è già diffuso e legalizzato), ecc …

La paura è stata l’asso nella manica del neoliberismo globale, innescato dall’ancora misteriosa distruzione delle torri gemelle di New York, e dall’utilizzo della forza cieca verso qualsiasi “terrorismo”, anche di pensiero.

Più sottile ancora. Apro ogni mattina il sito della mia mail in Libero. Sono aggredito. “Hai l’amante? Rischi l’infarto”; “E’ iniziata la nuova piccola era glaciale”; “Un asteroide di 50Km di diametro è lanciato sulla scia della Terra e, nell’eventuale impatto, avrebbe l’effetto di cento bombe atomiche distruggendo la vita sulla terra”; “Ecco che fine farà il nostro pianeta”; “Avremo l’inverno più rigido degli ultimi cento anni” (caspita, non ho soldi per un tale necessario riscaldamento, come farò? Angoscia e paura); “Arriva la super stangata Irpef”; “E’ scientifico: il cancro si sviluppa anche con l’aria che respiriamo”; horror: “Renzi incontra Napolitano”; “Stress da lavoro. Malattia del millennio” (figuriamoci senza!); “Dormono e mangiano in servizio. Lasciano incustodita la bomba atomica”; “Aumenta il terrorismo nel mondo”; “Terremoti prossimi. Ecco la mappa in Italia”; “Lo spread risale vorticosamente”; “Su ogni figlio grava 35.000 euro di debito pubblico”. “Tagliare Pubblica Amministrazione, sanità, salari, pensioni”.

Ancora più sottile: come stiamo meglio, anche con il fango alla gola, in confronto ad altri paesi! Afganistan:”decapitati due fidanzatini” (il nostro femminicidio è una bazzecola di fronte a civiltà così barbare); “Rubano pacemaker dalle salme”; “Vuole uccidere la compagna. Accoltella il figlio”; “Facebook cambia: autorizzati video con decapitazioni, violenze e atti terroristici”; “Picchiata dal figlio muore dopo 5 giorni di agonia”; “Se non paghi ti violento”; “L’aneurisma, una bomba pronta a esplodere”; “Tra pochi anni un bambino su 2 soffrirà di rinite allergica”; “Il cancro al polmone è in continua crescita”; “L’Italia è coperta di eternit. Aumento dell’amianto mortale nell’aria”; “La pausa caffè riduce lo stress” (eccetto a Marchionne ovviamente); “Le venti cause di morte più probabili”. Si può continuare all’infinito, ogni mattina è una litania di pericoli vari, di fobie individuali, di omicidi, di insicurezza ben alimentata (anche dalle TV, pubbliche, si fa per dire, e private), di sospetti, di giustizialismo populista (tipo “dagli all’untore”, “dallo sguardo si capisce che è colpevole”), tutte dichiarazioni scientifiche esposte dal severo e incredibile professore universitario di turno.

Più realistico, vivace e scandalistico, è il materiale, più tocca gli elementi culturali base, come genitori, famiglia, bambini, patria, salute. Il tutto diventa psicologicamente distruttivo e può lasciare una traccia permanente, compresa di indefinita paura, sulla scomparsa di valori “tradizionali” confortanti. Disarticolare le certezze. Gli immigrati sono un ottimo e costante elemento.

E vuoi preoccuparti perché sei disoccupato, non trovi lavoro e intravvedi una vita di miseria? Non vedi come sei fortunato ad essere vivo?

Posso accostare l’estrema destra ad un concetto permanente di pericolo e di paura? Cosa ci tramanda la storia sulla libertà? Se sì, diventa chiaro per i normali conservatori di centro e di centrosinistra fomentare ulteriormente questo timore che non può che portar loro benefici. In Italia, dove conservatori e destra sono considerati storicamente uguali nei propositi e nei fatti, il problema sussiste meno. L’estrema destra italiana nascosta dietro il berlusconismo, governa di nuovo l’Italia ufficialmente da vent’anni, ma ufficiosamente da cinquanta almeno. Basta vedere come è riuscita a ridurre la classe lavoratrice e ad arricchire i padroni e i già ricchi. E come, complice il PD, a distruggere la Costituzione antifascista e compiere definitivamente il programma eversivo della P2. Ma lo Stato potrà ricorrere alla forza contro una vera massa di cittadini arrabbiati perché derubati socialmente? Intanto si insinua il timore che sia possibile un atto di forza. Teorema di Thomas: intanto è più potente l’insinuazione che la possibile realtà.

Non è la stessa cosa in Germania, dove l’estrema destra è rinata e sembra ripercorrere le strade della repubblica di Weimar e di dolorosi ricordi, ancora troppo recenti. La sua demonizzazione porta acqua al mulino del centro, ma anche al nazionalismo infido e colonizzatore della Merkel. La Spd sembra combattere la stessa cosa alla sua sinistra. Questa estrema destra diventa a loro necessaria a mettere paura e al voto utile.

Non è la stessa cosa in Francia, dove l’estrema destra lepennista viene da sempre bloccata a livello di legge elettorale per un accesso proporzionale all’Assemblea Nazionale, ma non potrà esserla per le europee. Il timore sembra riavvicinare sempre più i conservatori con il PS di Hollande. Nei programmi e nei fatti. Tanto che la sinistra unita, intelligentemente, non ha voluto partecipare a questo tipo di governo pilotato comunque dalla Troika neoliberista, che vede il sociale come fumo negli occhi. D’altronde possono combattere la destra a fianco di “compagni” conquistati dal liberismo?

In seno all'Unione europea, nota Benoìt Hamon (porta voce del PS francese) nel suo ultimo libro, il Partito socialista europeo (Pse) è storicamente associato, grazie ai compromessi che lo lega alla democrazia cristiana, alla strategia di liberalizzazione del mercato interno e alle sue conseguenze sui diritti sociali e sui servizi pubblici. Sono stati i governi socialisti a negoziare i piani d'austerità voluti dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Sia in Spagna, che in Portogallo che in Grecia. Se consideriamo il Pd come “associato esterno” (o aderente, o nella famiglia, boh!) del Pse, possiamo dire che per l’Italia vale Monti-Letta. Anche se il compromesso italiano, sempre all’avanguardia in Europa, si è costruito direttamente all’interno del Pd, lasciando scoperta alla sua sinistra una possibile logica socialista o socialdemocratica alternativa. Alternativa che però non riesce ad esistere, anche perché bloccata da una legge elettorale anticostituzionale, definita ipocritamente “una porcata”, ma molto utile a due blocchi oggi unificati in “larghe (o infinite) intese”.

Il paradosso? I Popolari e i Socialisti europei, anche loro in un sodalizio di centro, sostengono questo tipo di “costruzione” (o distruzione) dell’Unione e dell’euro. Hanno lo stesso progetto di società, non certamente solidale e di comunità, ma di estrema competitività, di disgregazione sociale e di super sfruttamento dei più deboli. Volenti o nolenti è comunque questo il risultato. Si coalizzeranno in “larghe intese” (Ah le parole!) contro gli “altri” e presto o tardi aboliranno tutti le elezioni proporzionali, a cautela, probabilmente anche quelle europee se dovessero contraddirli o rappresentare un “problema” reale.

A destra e a sinistra le prossime elezioni decideranno dell’assalto. Con una variante, la destra farà moina perché legata comunque al padronato più cinico, in funzione anti-lavoratori, e con grande populismo sociale e nazionalista; la sinistra, senza grandi speranze di alternatività perché, proponendo una rottura vera con questa Europa in mano alle banche e ai tecnocrati, non sembrano credibili.

La paura generale del cambiamento radicale, pur necessario per rompere la suddetta logica, è dilagante e ben alimentata. Le destre populistiche aiutano non poco. La miseria, la povertà e la paura aumentano.

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