martedì 25 agosto 2009

Dio non gioca a dadi con un povero Cristo

«  … Per me, la parola Dio non è niente di più che un’espressione e un prodotto dell’umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un’incarnazione delle superstizioni più infantili …  » (A.E.)


Dawkins aveva ragione. Non ha molto senso distinguere un atteggiamento religioso tollerante da uno fondamentalista. Alla fine entrambe le concezioni religiose convergono nella difesa di ciò che da da vivere a chi dell'idea di Dio ha fatto un mestiere. E' una questione di sopravvivenza.
Vito Mancuso è conosciuto come un teologo progressista, me lo immagino come un essere bonario dalle parole calibrate che rispecchiano un solido equilibrio interiore. Un amabile conversatore, che rispetta il suo interlocutore  e non lancia scomuniche vuote. Nella sua ricerca di Dio l'amabile Mancuso ha trovato il volto della sofferenza di chi ignaro della sua ricerca  e del suo terrore di una deriva nichilista della società, vorrebbe disporre della sua vita come meglio crede e porre fine alle sue sofferenze nei tempi e nei modi che ritiene opportuno. A quel volto esangue e sfinito Mancuso ha detto no, perché lui ha compreso. Ha compreso che nessuno può disporre della sua vita, pena il nichilismo che distrugge le altre vite e rade al suolo le civiltà.
Questa gente è pericolosa non c'è dubbio. Pericolosa poiché agisce e pensa come se il proprio percorso personale e la propria interiorità sia in grado di partorire l'assoluto, e l'assoluto si sa vale per tutti, escludere qualcuno sarebbe una bestemmia. Il delirio solipsistico assurge a verità.
La cosa più importante da sapere non è se la ci sia una buona o una cattiva teologia, la cosa più importante da sapere è che la verità e la fondatezza della realtà non sono il risultato di uno scontro dialettico fra Mancuso e Flores D'Arcais. Un preposizione, un'idea o la descrizione di un fatto non sono veri perché qualcuno come Mancuso le ha pensate dopo un lungo e faticoso percorso di vita. Le cose non sono vere in virtù  uno stato mentale che per quanto ne so può essere anche il frutto di uno squilibrio ormonale, di una carenza vitaminica o di un tumore al cervello. Le cose sono vere perché riusciamo a dimostrare che lo sono attraverso prove concrete e non perché ci abbiamo penato e riflettuto a lungo sopra. Un asino non vola perché il mio stato mentale di malato, che ha dimenticato di prendere il Serenase, mi fa pensare che questo accada. Dio non esiste perché ho letto e studiato la teologia e ci ho riflettuto sopra. Il mio stato mentale non c'entra niente. Non posso cambiare la fisica né abolire le tasse col mio stato mentale, è questo l'essenziale da sapere. Tutto ciò fa parte della  storia del mondo. Gli ignoranti hanno condizionato la storia grazie al potere che gli è derivato dalla loro scaltrezza e dalla necessità di compensare la loro ignoranza e di sedare la loro invidia verso le persone davvero intelligenti. Parassiti che potevano vivere solo succhiando il sangue  di altri esseri, hanno avuto il sopravvento su pacifici uomini di scienza e su quei filosofi che tentavano di dare risposte alle mille domande sul mondo attraverso le parole della scienza e della ragione. Non è vero che ci sono stadi di civiltà che soppiantano stadi pretendenti, non è vero che quello che era prima viene sussunto in quello che è oggi. L'irrazionalismo e le idee religiose sono sempre esistite come è sempre esistita la capacità di vedere la "verità" attraverso gli  occhi della ragione. Anche Democrito derideva le credenze religiose  e le sciocche superstizioni del suo tempo, ma  Democrito ha perso e Platone ha vinto. Ѐ il potere che fa la differenza e che si appropria della ragione e della religione per i suoi scopi, usando la ragione per costruire potere e la religione come pane per gli allocchi.
I parassiti hanno bisogno di questo pane per vivere, noi no, noi persone di scienza e noi persone ragionevoli no, noi abbiamo altri mestieri, sappiamo fare altre cose, e se non sappiamo fare perlomeno ci rifiutiamo di credere alla favole.

Franco Cilli

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