di Franco Cilli
Hanno
ucciso il mio paese.
Quando
percorro la riviera adriatica in macchina
o col treno posso vedere chiaramente le ferite mortali inferte al
corpo del mio paese. Un’intera costa seppellita sotto il cemento. Per
anni durante buona parte della mia infanzia, prima di capire cosa fosse
successo, ho creduto che quella immensa colata di cemento fosse una cosa
normale, quasi naturale, come le montagne e i fiumi. Non lo è affatto,
il cemento ha divorato inutilmente un habitat bellissimo, che tutta
l'Europa ci invidiava. Negli anni cinquanta prima della devastazione nelle spiagge della mia regione venivano
turisti da tutto il Nord Europa, gente devota alla
bellezza. Da quando il cemento ha fatto la sua comparsa su quelle
spiagge, sono andati altrove. Qualcuno adesso ha il
coraggio di dire che quel massacro è una sorta di eccellenza
italiana.
Se andate in Francia, soprattutto a Nord, potrete vedere
chilometri e chilometri di costa inalterata e selvaggia, senza un
caseggiato o un qualsiasi baracchino di gelati. D’accordo anche loro
hanno Nizza e la costa azzurra, ma niente a che vedere con lo sfacelo
italico. Non è solo la costa, tutta l’Italia è sommersa dal
cemento. Le periferie urbane sono orrende, soffocate dai palazzi,
nemmeno il più piccolo interstizio di luce e di verde, e l’edilizia
italiana è, senza dubbio alcuno, la più brutta al mondo. Almeno su
questo Sgarbi ha ragione. Dico cose scontate, lo so, ma è bene fare
un ripasso ogni tanto, in modo che tutte le volte che li sentiamo
parlare certi personaggi, i responsabili della catastrofe, lo stimolo
condizionato agisca e ci faccia
percepire chiaramente la loro la vera natura: pescecani che sguazzano in
un mare putrido in cerca della preda.
I
responsabili di questo scempio
hanno nomi e cognomi: sono i democristiani per primi, che hanno avuto
la capacità di stipulare patti trasversali con tutti i ceti sociali
in cambio di consenso elettorale: voti in cambio di lavoro e libertà
di fare strame del territorio per realizzare profitti enormi. Per
controllare interi pezzi della nazione non si sono fatti scrupoli di
governare fianco a fianco con le mafie, a volte delegando ad esse il
governo di intere regioni. I riottosi fra i politici, i funzionari dello
stato e i
cittadini comuni sono stati ridotti al silenzio con le minacce e quando
queste non bastavano ci hanno pensato le lupare. Il grosso
del sistema ad ogni modo ha retto per anni e lo scempio delle cavallette
divoratrici di paesaggi e di natura è continuato indisturbato. Ai
democristiani si sono accodati tutti gli altri. Ognuno con il suo
pezzo di Italia e di natura da rivendicare come bottino, noncuranti
né della distruzione né dell’inquinamento (vedi l’ILVA,
Marghera e tanti altri esempi). L’importante che il patto con i
ceti sociali reggesse e il sistema andasse avanti.
Malgrado la
situazione sia cambiata e i soldi pubblici siano meno, quelli che ci
sono costituiscono ancora un bottino allettante per politici e mafie,
ma chissà fino a quando. A pensarci non c’è problema, i patti si
rinnovano, adeguandosi ai cambiamenti sociali e politici. I vecchi
democristiani sono sempre pronti a fare da garanti e se ai
devastatori si aggiunge un Vendola, meglio ancora, ci si copre di più
a sinistra, basta dargli un contentino e così si mettono insieme
diavolo e acqua santa e anche il potere delle tonache vaticane, che da
secoli tengono questo paese sotto il loro tallone, è garantito.
Possono tranquillamente continuare con i trucchetti delle madonne
piangenti e con i loro santi e santini da portare in processione per
nutrire l’ignoranza delle masse e rinfocolare un po’ di
sanfedismo identitario e possono con altrettanta tranquillità,
continuare ad ipotecare i nostri diritti in nome del loro credo.
Tutte
queste persone andrebbero processate e condannate per strage di civiltà
e di bellezza e invece si ripropongono continuamente come i soli
salvatori della patria, gli unici che hanno saggezza e polso fermo
contro una crisi i cui responsabili alla fine saremmo noi cittadini
comuni, che abbiamo vissuto "al disopra delle nostre possibilità”.
Ci danno a bere che saggezza e responsabilità si coniugano
necessariamente con la spoliazione delle classi povere e incentivi
per i ricchi e per le banche. Che bello. Un po' come negli USA dove
una propaganda tanto sfacciata quanto pervasiva e fagocitatrice di
neuroni, ha convinto molti poveri che la il loro più grande nemico è
il socialismo e che la sanità pubblica è cosa da nazisti.
L'Italia,
per chi ha viaggiato un po' è (era) fuori da ogni retorica uno dei paesi
più belli al mondo, ci è voluto l'impegno e la perseveranza di una
classe politica di dottor Stranamore all'amatriciana per provocare
una devastazione dagli effetti così drammatici. Il mix perfetto costituito da una
sinistra suicida, un capitalismo straccione, un potere
clientelare dei partiti e un' idiozia plebea abilmente alimentata
dalle televisioni, ha consentito 20 anni di fascismo, 40 di Democrazia Cristiana e 20
di berlusconismo, oltre che di potere indisturbato di “menti
raffinatissime” (e paracule), e ha fatto si che un museo a cielo
aperto come l'Italia divenisse nel tempo un fogna a cielo aperto
dove cercare tesori nascosti.
Non
è colpa del sistema, come ho detto i colpevoli hanno nomi e cognomi,
li conosciamo, potremmo nominarli uno per uno. Ma noi siamo buoni,
non vogliamo vendette, lasceremo loro anche le pensioni dorate che si
sono accaparrati a nostre spese, purché spariscano e non si facciano
vedere più in giro.
Di bruttezza in giro ce n'è già abbastanza.
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