La sinistra è condannata. Non può fare a meno di declamare se stessa e coltivare al tempo stesso il suo fallimento. Il suo puntiglio, la sua ossessione per le eresie, senza un vero culto del potere, tramandato e perseguito con astuzia, la condanna alla fine dell'araba fenice. Non ha compreso che non può vincere se non smette di essere se stessa. Come può vincere chi, non potendo conquistarlo tutto, si mette contro il suo stesso popolo, dando mostra di disprezzare la sua ignoranza e la sua mancanza di gusto. Eppure la sinistra esige la totalità. Questa è la sua condanna. Prendiamo il caso migranti. Una tipica aporia. Voler convincere il popolo che i diritti dei migranti tutti sono gli stessi dei nativi, è la sua tomba. Nessuno considera fratelli o suoi pari le facce nere o comunque sono troppo pochi quelli che fanno. Significa che dobbiamo diventare razzisti? No, ma significa capire che partiamo con un handicap, che si va ad aggiungere a quello di volere tutti uguali, quando in mancanza di una fede comune nessuno vuole essere uguale all'altro. Partire con un handicap, consapevoli di essere svantaggiati e non credere che l'handicap sia invece colpa della mediocrità e della spregevole ipocrisia, variamente mascherata, del popolo bue.
lunedì 7 agosto 2017
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