Leggo su Agorà di Cloro una notizia che mi rallegra: un giovanotto descritto come impegnato politicamente, "per esempio con viaggi in Palestina", dedito al volontariato e fautore di iniziative mediatiche originali - è andato in giro per Roma con un cartello che recava la scritta: "parlo di tutto con tutti"- ha rifiutato di partecipare al Grande Fratello.
Da tempo scrivo post sulle pubblicità idiote, ingrediente fondamentale della spazzatura televisiva, ma anche beffa colossale verso chi è preso per il culo e se ne compiace. L'individuo, depurato di ogni sovrastruttura ideologica e di ogni sedimentazione culturale, che costituisca un filtro verso i messaggi ridondanti che vengono dall'esterno è un puro idiota che ama essere preso per il culo. Diremmo che è un individuo presociale e prepolitico, dominato da una logica elementare, priva di qualsiasi elaborazione culturale: Il Grande Fratello? Che cazzo volete è solo uno dei tatti reality, se a me piace lo vedo e non rompetemi i coglioni. La logica appunto di chi non è necessariamente stupido, ma rinuncia a vedere nella stupidità una presa in giro nei suoi riguardi e un antidoto al cambiamento.
Il rifiuto del Grande Fratello, delle pubblicità (almeno di quelle idiote) e in generale di tutta la spazzatura televisiva, non deve essere un atteggiamento bacchettone, ma una rivendicazione di cultura e di logica come recupero della dignità della persona e apertura al cambiamento
sabato 7 novembre 2009
Adoratori del Grande Fratello: vittime o coglioni?
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