giovedì 12 novembre 2009

Yoani Sanchez: pesci pilota e pesci boccaloni

Questo post non necessariamente esprime un affinità con le posizioni di Fulvio Grimaldi, verso il quale peraltro  nutro ben poca stima, ma esprime comunque un punto di vista che mi pare utile riportare. Certi abbagli, arancioni o verdi che siano sono un problema verso i quali gli oculisti possono fare ben poco.

Non temere il nemico, il tuo nemico ti può prendere solo la vita. Molto meglio temere i media, poichè ti rubano l'onore. Quell'orribile potere, l'opinione pubblica, è creata da un'orda di sempliciotti ignoranti e protervi che fallirono come sarti o ciabattini e intrapresero il giornalismo sulla strada verso l'ospizio.(Mark Twain)
La stampa è talmente potente nel creare immagini da far apparire vittima un criminale e criminale la vittima. E' la stampa, una stampa irresponsabile. Sei non stai attento, i giornali ti faranno odiare gli oppressi e amare coloro che opprimono.(Malcolm X)

Riproduco, a far seguito al mio recente post "Provocazioni e chi ci sguazza", il documento in calce per rischiarare le nebbie che ottundono le menti dei boccaloni della "libera stampa" occidentale (più altri due sagaci commenti al nuovo capitolo dell'offensiva obamiana contro l'America Latina). Ovviamente non è italiana la fonte di questa accuratissima ricerca sulla "rivoluzionaria colorata" cubana Yoani Sanchez, blogger libera da controlli e censure come nessun internettista delle nostre parti, recente vittima di un " lungo e feroce pestaggio da parte di tre energumeni maestri di karate" che, più abili degli espertissimi secondini o caramba italiani, non le hanno lasciato nè un graffio, nè un ecchimosi, nè un'unghia rotta. Nè un testimone tra le decine che affollavano la strada del trafficatissimo Vedado all'Avana. Neanche a pagarlo. Le precisazioni tecniche fornite da questo documento integrano le considerazioni politiche e giornalistiche che chiunque può agevolmente, addirittura istintivamente, fare purchè non appartenga nè alla categoria dei pesci pilota dell'imperialismo, nè a quella dei pesci-grullo che si fanno agganciare da qualsiasi fetido verme fattogli pencolare sul muso.Con questa superattrezzata e superpagata "blogger della libertà" siamo alla stessa faciloneria con cui si sono allestite le frodi estorsive e abbindolanti delle rivoluzioni colorate o di velluto. Truffe di un'evidenza solare, appena il più orecchiuto dei somari collodiani si tolga la mordacchia e i paraocchi in cui l'ha incastrato l'omino di burro.Turlupinatura di livello goliardico che può passare sulle nostre sinapsi come un rullo compressore solo perchè quelle sinapsi gliele abbiamo distese davanti con una disponibilità che nemmeno le brave passeggiatrici di Tor di Quinto.
Un mio bravissimo interlocutore sostiene sull'Iran, facendo torto alla sua provata perspicacia, quanto Bertolaso sostiene sulla non preventività del terremoto dell'Aquila. Dice che le "rivoluzioni colorate" si verificano solo contro regimi già zoppicanti e che quindi quella di Tehran non lo era. Impreciso, il mio amico: e quelle tentate contro Chavez nel 2002, contro il boliviano Morales nel 2007 e di nuovo oggi con la sedizione di settori indigeni reazionari (anche in Ecuador e Venezuela), contro la Cina in Tibet o Xinjiang, contro il potere in Birmania, o contro il governo libanese nel 2006-2007 che, semmai, rafforzarono governi già assai forti e stabili? Parla anche di milionate in piazza a Tehran, con sopra una massa di proletari sotto solo un sottile strato di panna borghese, e qui, cieco all'evidenza anche delle riprese tv imperiali, trangugia inconsapevolmente, ma colpevolmente, i beveroni tossici dell'informazione minzolian-sansonettiana. Cita anche i "comunisti" persiani, a sostegno del suo avallo al complotto Cia-Mossad contro il concorrente iraniano. Come se i partiti comunisti nel Sud del mondo fossero mai stati attendibili e affidabili. Pensate al PC iracheno, ieri nemico delle nazionalizzazioni di Saddam, poi colluso con Khomeini che per conto Usa assaltava il laico e socialista Iraq, infine al potere con la marmaglia criminale installata dall'occupante. Pensate al PC boliviano, che pugnala alle spalle il Che nel momento in cui la sua rivoluzione stava intravedendo esiti promettenti. Pensate al PC egiziano che non voleva la nazionalizzazione del Canale di Suez, pensate al nostro di PC di cui oggi Ochetto (lo scrivo apposta con una c) vanta la svolta della Bolognina che poi non era altro che il compimento fisiologico di una degenerazione iniziata con la morte di Gramsci e lanciata nel 1944, Salerno, nel 1947, mancata defascistizzazione, nel '68, repressione e controrivoluzione, sui binari della coesistenza pacifica interna ed esterna con le metastasi capitaliste dell'umanità.
Sto divagando. Fermiamoci a Yoani Sanchez, l'ennesima fetecchia infilata dalla Cia e dal Mossad tra le chiappe disponibili dei dirittiumanisti, febbre suina dell'umanità.

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