Franco Cilli da Italian Bloggers
Una lista per Tsipras sembra una buona idea, una sorta di
medicina naturale capace di drenare la bile nera di un popolo deluso,
sempre pronto a leccarsi le ferite, sempre in attesa di quell’avvento
che realizzi almeno un po’ di giustizia in terra. Il fronte che
aderisce alla lista è ampio e va da Flores D’Arcais, ai professori
fino a Toni Negri. Da una parte una borghesia illuminata (negli Usa
sarebbero iscritti di diritto al fronte liberal), quella dei Revelli,
dei Ginsborg, dei Rodotà e compagnia, e dall’altra i reduci di un
movimento che affonda le sue radici nel marxismo e nell’operaismo
degli anni 60, per approdare a una visione spinoziana delle
moltitudini e all’idea del comune come valore fondante di un nuovo
soggetto politico, nipote di quel famoso General Intellect marxiano.
Negri parte dalla considerazione che l’Europa è un dato
acquisito e che riproporre i nazionalismi, per lui che in fondo è
ancora storicista senza volerlo, è un controsenso. Solo all’interno
della dimensione Europa ha senso una lotta per i diritti universali.
L’Europa è un terreno irrinunciabile ed un trampolino di lancio
per nuove lotte all’insegna di un altro mondo possibile. Semmai
occorre ripensare l’Europa e rompere quel dispositivo che la rende
funzionale alle logiche del mercato, al liberismo.
Flores e compagni concordano con una visione europeista e con
un’idea di economia che si smarchi da quell'ideologia liberista che
infanga l’onore dei veri liberali come loro. Illuminati si, ma
giammai delle bestie senza cuore che si affidano con levità e
cinismo agli spiriti animali del mercato. Tsipras mette d’accordo
tutti, lui incarna idee buone, ma anche fattibilità di un progetto,
visto che è riuscito a conquistare la maggioranza del paese. Quale
esempio migliore per sconfiggere il pessimismo, malattia degenerativa
del comunismo?
Il problema è solo uno: il tempo. Far metabolizzare questa idea
alla maggioranza di quelle persone, davvero un gran massa di gente,
che rappresenta il popolo del Bene Comune, e convincerla che non è
la solita operazione verticistica destinata all’insuccesso come la
fu Sinistra Arcobaleno e la fu Rivoluzione Civile, richiede tempo,
passione, sudore. Convincere un popolo paziente ma disilluso
significa adottare buone pratiche e spendersi con una presenza
costante sul territorio. Dall’altra parte c’è Grillo in agguato,
che invece ha mostrato determinazione, volontà ed efficienza, e che
offre soluzioni a tutti i mali. Un concorrente temibile, in gradio di
polarizzare il consenso di ampia parte della sinistra
Qualcuno afferma che questa è l’ultima occasione per la
sinistra.
Difficile dirlo, ma poco importa se consideriamo “sinistra”
una categoria dello spirito che come tale potremmo tranquillamente
relegare fra i vecchi arnesi del novecento. Di sicuro sappiamo che
nessuna persona sensata vuole il futuro rappresentato da questa
Europa: smantellamento del welfare, privatizzazione dei servizi
pubblici, riduzione dei salari, abolizione delle garanzie del lavoro.
Il tutto con l’alibi del pareggio di bilancio, come se la massa
multiforme dei cittadini europei fosse un sol uomo, uno avventato che
contrae un debito e che per questo è tenuto a pagarlo.
Tsipras è una speranza concreta di cambiamento di rotta. Sempre
che non sia troppo tardi.
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