di Sean Mecelwee da Rolling Stones
Il nome Marx risuona nell'aria in più
di un'occasione ultimamente, basta ascoltare le parole di Rush Limbaugh che accusa Papa
Francesco di farsi promotore del “marxismo puro”, o leggere gli articoli di uno
scrittore del Washington Times che afferma senza mezzi termini che
il sindaco di New York Bill De Blasio sia “un marxista
impenitente”. Ma poche persone oggi hanno davvero compreso la
critica tranciante di Marx al capitalismo. La maggioranza delle
persone è vagamente consapevole delle predizioni dell'economista
radicale in merito al fatto che il comunismo avrebbe finito inevitabilmente
per rimpiazzare il capitalismo, ma c'è un generale fraintendimento
sul perché Marx credesse che ciò fosse possibile. Sebbene il
filosofo avesse torto su diverse cose, nei suoi scritti (molti dei
quali precedenti alla Guerra Civile Americana) aveva predetto con
accuratezza molti aspetti del capitalismo contemporaneo, dalla Grande
Recessione all'I-Phone nella vostra tasca.
Di seguito vengono elencati cinque
aspetti della vita contemporanea, che l'analisi di Marx sul
capitalismo aveva correttamente predetto cento anni fa.
1 La Grande Recessione (La natura caotica del capitalismo)
Il caos intrinseco al capitalismo e la sua naturale tendenza alla crisi, è stata una delle chiavi fondamentali degli scritti di Marx. Egli ha sostenuto che l'implacabile impulso al profitto avrebbe spinto le aziende ad automatizzare i loro processi produttivi per produrre sempre più merci, mentre nel contempo i salari sarebbero stati spremuti al punto che i lavoratori non avrebbero avuto abbastanza denaro per acquistare i beni da essi stessi prodotti. Di certo gli eventi della storia moderna dalla Grande Depressione alla scoppio delle bolla finanziaria possono essere ricostruiti alla luce di quello che Marx chiamò “capitale fittizio”, cioè strumenti finanziari come stocks e credit-default swaps. Noi produciamo e produciamo finché non c'è più nessuno a comprare le nostre merci, nessun nuovo mercato, nessun nuovo debito da contrarre. Il ciclo è sotto i nostri occhi: in un senso più generale è ciò che ha fatto crollare il mercato delle case nel 2008. Abbiamo assistito a decenni di profonde diseguaglianze che hanno prodotto una riduzione costante dei redditi e che hanno condotto sempre di più gli americani a indebitarsi. Quando non ci è rimasto più nemmeno un subprime da dare in pasto al mercato, l'intera facciata è crollata, proprio come Marx aveva predetto.
2. L' iPhone 5S (Appetiti Immaginari)
È un bisogno reale o inventato? Mentre le famiglie cinesi si
ammalano di cancro, le multinazionali mettono in moto enormi campagne
pubblicitarie nel tentativo di convincerci a disfarci di prodotti
perfettamente funzionanti senza motivo. Se Marx avesse potuto vedere
questo genere di cose, avrebbe avuto la piena conferma di quanto
andava affermando.
L'idea di Marx sulla sovrapproduzione delle merci lo ha portato ad anticipare il concetto di ciò che oggi chiamiamo globalizzazione, l' espansione del capitalismo su tutto il pianeta alla ricerca di nuovi mercati. “La necessità di una costante espansione del mercato per i suoi prodotti, perseguita la borghesia lungo tutta la superficie del globo”, egli scrisse. “"Deve annidarsi ovunque, insediarsi ovunque, stabilire connessioni in tutto il mondo."Anche se questo può sembrare un dato evidente ora, Marx scrisse queste parole nel 1848, quando la globalizzazione era lontana più di un secolo. Ed egli aveva ragione non tanto su quello che è accaduto nel ventesimo secolo, quanto sul perché è accaduto. La ricerca incessante di nuovi mercati e manodopera a basso costo, così come la richiesta incessante di maggiori risorse naturali, sono delle fiere fameliche che richiedono di essere alimentate costantemente.
4. Walmart (Monopoli)
La teoria economica classica sosteneva che la competizione fosse un fatto naturale e per tale motivo auto-sostenentesi. Marx d'altro canto, ha sostenuto invece che il potere del mercato avrebbe portato alla costituzione di grandi monopoli e che le aziende avrebbero cercato di divorarsi a vicenda. Tutto ciò può essere apparso strano ai suoi lettori del diciannovesimo. Come scrive Richard Hofstadter: "gli americani davano per scontato che la proprietà sarebbe divenuta largamente diffusa e che il potere economico e politico si sarebbe decentrato". Fu solo più tardi, nel ventesimo secolo, che la tendenza prevista da Marx apparve evidente. Oggi, i negozi mom-and-pop sono stati sostituiti da monolitici negozi big-box come Wal-Mart, piccole banche di comunità sono stati sostituite da banche globali come JP Morgan Chase e piccoli agricoltori sono stati sostituiti da colossi del calibro di Archer Daniels Midland. Anche il settore tech si sta centralizzando, con le grandi aziende che risucchiano le start-up a ritmi elevati. I politici a parole perorano quel minimo di tutela alle piccole imprese, perseguendo al contempo una violenta politica antitrust, ma al di là delle parole, abbiamo ormai capito che le grandi imprese sono qui per rimanere.
5. Bassi Salari, Elevati Profitti (L'Esercito Industriale di Riserva)
Marx riteneva che i salari sarebbero stati mantenuti bassi dalla presenza di un "esercito di lavoro di riserva ", e ha spiegato questo concetto facendo appello semplicemente alle teorie economiche classiche: i capitalisti vogliono mantenere il costo del lavoro il più basso possibile, e questo è tanto più facile quando c'è un'offerta di lavoro eccedente. Così, dopo una recessione, utilizzando un metro marxista, siamo in grado di prevedere che l'elevata disoccupazione mantiene i salari stagnanti in presenza di elevati profitti, poiché i lavoratori hanno così tanta paura della disoccupazione da tenersi stretti lavori orribili e malpagati. D'altronde persino un giornale autorevole come il Wall Street Journal sentenzia: "ultimamente, la ripresa degli Stati Uniti è stata la dimostrazione di alcuni assunti marxiani: i profitti aziendali crescono a ritmi elevati, e l'aumento della produttività ha permesso alle aziende di crescere senza preoccuparsi molto di ridurre la lunga fila di disoccupati". I lavoratori sono terrorizzati all'idea di perdere il loro lavoro e per tale motivo non hanno più potere contrattuale. Non è un mistero che il momento più favorevole per una crescita equa sia durante i periodi di "piena occupazione", quando la disoccupazione è bassa e lavoratori possono ricorrere alla minaccia di cercarsi un altro lavoro.
In Conclusione:
Marx ha sbagliato su molte cose. La maggior parte dei suoi scritti si concentra sulla critica al capitalismo, piuttosto che su cosa proporre al suo posto. Tutto ciò ha dato adito ad aberrazioni come quella staliniana del ventesimo secolo. Ma il suo pensiero tuttavia è ancora in grado di rappresentare un modello positivo per il nostro mondo. Quando egli ha sostenuto la necessità di una tassazione progressiva sul reddito nel Manifesto comunista, nessun paese ne aveva una. Oggi non c'è quasi più nessun paese senza una tassazione progressiva sul reddito, e questa è una leva che, seppure insufficiente, gli Stati Uniti stanno cercando di utilizzare per combattere la disuguaglianza di reddito. La critica morale del capitalismo di Marx del capitalismo e le sue sue acute intuizioni sul suo funzionamento interno e sul contesto storico sono ancora degne di attenzione. Come scrive Robert L. Heilbroner , "ci rivolgiamo a Marx dunque, non perché è infallibile, ma perché è inevitabile . "Oggi, in un mondo caratterizzato da estremi di ricchezza inaudita e di povertà abietta, dove 85 persone possiedono una ricchezza superiore a quella di 3 miliardi delle persone più povere, il famoso grido: "proletari di tutto il mondo unitevi, non avete da perdere che le vostre catene", non ha ancora perso la sua forza.
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