A Natale si usa fare gli auguri. È un cosa strana, soprattutto perché non si capisce che significato possano avere gli auguri e i buoni propositi in occasione di una festività religiosa. Ma non andiamo troppo per il sottile, consideriamolo un rituale che travalica il senso delle religiosità e della logica, al quale ci adeguiamo per amore della tradizione, quella buona, quella che non serve da pretesto per negare le novità.
Nel fare i miei auguri a tutti gli uomini di buona volontà e alla parte migliore dell'Italia, non ancora anestetizzata dal potere, che non crede che bisogna fermare a tutti i costi l'invasione del barbaro extracomunitario, e che con Berlusconi "in fondo in fondo ci guadagno" e al diavolo l'onestà, faccio un appello a quelli che contano.
Mi rivolgo ai compagni della sinistra, a Ferrero, a Vendola, ad Asor Rosa, a Rossanda e ai molti altri impegnati da anni nelle lotte per un mondo migliore. Mi rivolgo a Di Pietro, a Grillo, al Popolo Viola, agli intellettuali come Saviano, Dario Fo, Tabucchi, Camilleri, Flores D'Arcais. Sedetevi per un attimo attorno ad un tavolo senza pensare alle differenze ed alle rivalità che ci sono fra di voi ed immaginate una grande coalizione di "persone per bene" che sia capace di fare fronte all'emergenza politica, sociale e direi anche morale, che questo paese sta vivendo a causa di un regime assurdo, e di creare un'alternativa politico-istituzionale che susciti passione ed evochi saggezza. Da soli non potete farcela. Uniti si può.
So che la definizione "persone per bene" può apparire ambigua, ma lasciate stare le sottigliezze, tanto ci siamo capiti: si tratta di arginare una situazione di sfascio e di involuzione autoritaria della società, che ci sta portando velocemente verso il disastro.
Fateci questo regalo per il nuovo anno.
Auguri!
giovedì 24 dicembre 2009
A Natale mettete sotto l'albero un'alternativa alla barbarie. Auguri!
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