NOI CHE ABBIAMO VISTO...
Sono stato a genova nel 2001, come sanitario del GSF e ho visto tutto quello che c'era da vedere: teste rotte, nasi sanguinanti, cariche della polizia contro gente inerme, elicotteri che sparavano lacrimogeni dall'alto. Ho percepito il panico della folla e mi sono misurato con la mia paura. Quello che è accaduto è grave, ma ancora più grave è l'assoluzione dei responsabili di tutto ciò.
Sul treno che mi riportava a casa, una volta che tutto sembrava finito, ho appreso della Diaz, ma non mi sono meravigliato, ho solo provato rabbia e vorrei che quel collega con gli anfibi militari provasse per una mezz'ora quello che lui ha fatto provare ad altri.
Quando sento parlare di mattanza, il mio pensiero oltre che a Genova, va alle mattanze in America Latina e in Africa, dove la repressione è feroce e le mattanze significano centinaia o migliaia di morti. A Genova, Carlo Giuliani è morto, ha pagato il prezzo della nostra presunzione di cambiare il mondo. Nessuno pagherà per questa morte come nessuno ha pagato per le tante stragi in tutto il mondo, commesse nel nome di un'unica logica: mantenere in piedi un mondo dove una minoranza si ingrassa sulla pelle della maggioranza e divora l'ambiente come un'idrovora impazzita.
Io credo fermamante che le ideologie non servano a niente, stiamo per affrontare una crisi che richiederà il massimo di coesione fra coloro che abbiano un minimo di barlume etico. Ci saranno altre Genova e ci saranno gli appestati di turno che diverranno capri espiatori.
Che senso ha continuare a dividerci?
Franco Cilli
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