lunedì 1 marzo 2010

Renata Polverini: "la pupa dei gangster 2".

Renata Polverini mostra ogni giorno di più il suo volto mendace e la sua credibilità costruita a tavolino. Ieri ha sostenuto che coloro che dovevano presentare la lista provinciale di Roma del Pdl, negli uffici dell’apposita commissione elettorale, sono stati “fisicamente impediti di consegnare la lista”. Le fanno scudo le numerose dichiarazioni dello stesso tenore di esponenti del Pdl come l’ex radicale Peppino Calderisi, che parlano apertamente di golpe. Ancora più pateticamente la “pupa dei gangster” si è appellata a Napolitano perché impedisca che la competizione sia falsata da un banale disguido dovuto a quello che Capezzone ha definito “formalismo giuridico”. Mi ricorderò di tutte queste sagaci argomentazioni quando un vigile mi farà la multa perché la mia macchina sostava un minuto in più dell’orario segnato dal parcometro, o quando l’INPS mi chiederà la mora per ritardi dei pagamenti di contributi e quant’altro. Chissà se Napolitano mi ascolterà o se il vigile urbano sarà un aderente al movimento del formalismo giuridico, una corrente che si oppone al dadaismo legislativo berlusconiano.
Battute a parte la candidata presidente sa ben che non si è trattato né di sequestri di persone, né di violenze fisiche e nemmeno da quanto maligni ben informati affermano, di una crisi da astinenza da panino alla porchetta, bensì del tentativo all’ultimo momento da parte del Milioni (quello che doveva materialmente consegnare la lista) di depennare due indesiderati dalla lista dei candidati. Uno di questi sarebbe Simone Piccolo, il consigliere più votato al comune di Roma (12 mila preferenze), in quota Opus Dei, sgradito sia al Pdl che a Milioni. Possono essere degli incapaci, ma pare davvero strano che uno si perda un appuntamento così importante a causa di un panino.
Renata Polverini è il bastione che vaticano e camorra uniti nella lotta hanno eretto per fermare l’avanzata delle armate di miscredenti che vorrebbero la fine del malaffare, e magari qualche diritto in più per chi non crede che le tonache abbiano la patente dell’infallibilità sui temi etici.
Spero che quanti a sinistra hanno preso l’abbaglio di considerare la Polverini una persona affidabile solo perché si comporta bene a Ballarò ci ripensino, magari aiutati dal video in circolazione in questi giorni che mostra lo scempio della sanità dei suoi amici. Eppure basterebbe solo il fatto che è appoggiata dal Pdl, cioè da Berlusconi, a dissuadere chiunque abbia un minimo di buon senso,  poco importa che sia amica di Fini. Ammettiamo pure, volendo adottare una visione iperrealista, che favorire la Polverini risponda a una strategia astuta, poiché il suo successo garantirebbe il successo di Fini e quindi finalmente la caduta del caudillo di Arcore. Se anche ciò fosse vero,  al massimo avremo come già detto una grosse koalition con l’UDC di Cuffaro e magari il PD o parti di esso. Ci conviene? Dico a noi gente di sinistra o semplicemente di retti principi?
Fantasie a parte, crediamo davvero che Fazzone, il Ras di Fondi, comune che avrebbe dovuto essere sciolto per camorra, oppure Marco Verzaschi, altro collettore di voti della Renata, ex Forza Italia e ora in quota Udeur di Mastella, condannato per aver ottenuto dall’imprenditore Renato Mongillo una mazzetta di 200 mila euro, stiano lì per giocare a risiko con Fini e la Polverini? A loro interessa solo continuare a sguazzare nella melma.
Lo ammetto gli spin doctors dell’ex sindacalista dell’Ugl stanno facendo un gran lavoro d’immagine. Hanno costruito un’icona attraente e dal fascino ambiguo, sovrapponendo al timbro ruvido e quasi maschile della sua voce, una grazia muliebre che evoca il ritratto perfetto della fecondità, esaltata da camicette e vestiti aderenti che ben evidenziano le sue forme prosperose.
Che questo sia il riflesso di una sua ambivalenza politica? In fondo l’ambiguità fa guadagnare voti sia a destra che a sinistra. Guardiamo ad esempio il parere della nostra sulle coppie di fatto. Lei dice: “beh in fondo sono d’accordo sui Dico!”. “Eh No!” Ribattono gli alleati codini attaccati alle tonache dei porporati, “ questo non va bene, ritratti!”. “Non è argomento in discussione”, chiosa un altro dei compari che ha un passato da socialista. In questo modo contenti tutti, destra, sinistra e centro.
A me Emma non è particolarmente simpatica, e certamente come donna ha un fascino meno coinvolgente della sua avversaria, ma l’elezione a Presidente di una giunta regionale non è la nomination del “Grande Fratello” o l’esibizione di “Ballando sotto le stelle”. 
Intellettuali, attori ed anche persone comuni ci pensino bene: malgrado le sue contraddizioni Emma può scalfire il muro di gomma, la Polverini non può far altro che prendere ordini da chi l’ha presa per la giacchetta e l’ha buttata nella melma.

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...