di Franco Cilli
Una volta vi consideravo nemici, voi poliziotti, il braccio armato del potere della borghesia a difesa di interessi di classe. Non mi inteneriva il discorso di Pasolini sui figli del popolo, né mi piaceva il suo disprezzo nei riguardi degli studenti borghesi del '68. Ero convinto che fare il poliziotto significasse comunque una scelta di campo, la quale, sia che fosse consapevole o meno, ti collocava “oggettivamente” dalla parte sbagliata della barricata, quella dei ricchi oppressori. Eppoi i poliziotti come direbbe qualcuno oggi, mi sembravano tutti “psicologicamente tarati”, vittime di una psiche malata e di una personalità lacunosa, perché mai altrimenti avrebbero scelto di indossare una divisa e portare armi?
Una volta vi consideravo nemici, voi poliziotti, il braccio armato del potere della borghesia a difesa di interessi di classe. Non mi inteneriva il discorso di Pasolini sui figli del popolo, né mi piaceva il suo disprezzo nei riguardi degli studenti borghesi del '68. Ero convinto che fare il poliziotto significasse comunque una scelta di campo, la quale, sia che fosse consapevole o meno, ti collocava “oggettivamente” dalla parte sbagliata della barricata, quella dei ricchi oppressori. Eppoi i poliziotti come direbbe qualcuno oggi, mi sembravano tutti “psicologicamente tarati”, vittime di una psiche malata e di una personalità lacunosa, perché mai altrimenti avrebbero scelto di indossare una divisa e portare armi?
Oggi,
per dirla alla maniera di un mio amico americano, vi considero in certi
momenti “a pain in the ass”, un fastidio da evitare durante le
manifestazioni, così come si evita un terreno sdrucciolevole che può
farti sbandare e uscire fuori strada. Oggi rifuggo dalla sociologia
spicciola e dalle facili interpretazioni psicodinamiche. Semplicemente
non mi interessano. Riconosco che in Italia c'è un problema di legalità,
che travalica il senso della propria biografia personale e della
propria identità politica, e riconosco che voi siete degli attori
importanti in questo scenario fosco, dominato dalle mafie e dalla
politica loro serva. Sono altresì consapevole che il nemico non siete
voi, bensì un potere che cambia faccia, ma ha sempre l'aspetto vorace e
sornione di chi si ingrassa a spese altrui. Non voglio cadere nella
retorica e non sprecherò parole di commozione per le vostre fatiche di
uomini perennemente a contatto con le miserie del mondo, voglio dire
però che ho un debole per gli eroi e per questo motivo ammiro, seppur
sommessamente, molti di voi che si comportano come eroici servitori
dello stato a prezzo della loro pelle. Tutto questo però non può essere
un alibi per giustificare il comportamento acritico di coloro che fra i
poliziotti si comportano come robocop impazziti a causa di un microchip
andato a male. Siete pur sempre un soggetto sociale e oserei dire anche
politico e come tale avete l'obbligo di pensare e agire da esseri umani e
non da marionette impazzite. Da un bel po' di tempo non siete più un
corpo militare, vincolato ad un falso senso dell'onore e a regole
assolute. Non potete trincerarvi dietro la scusa del “eseguiamo solo
ordini”. Malmenare gli studenti, gli operai di Pomigliano e adesso i
pastori sardi o chiunque disturbi la quiete del ducetto di Arcore è una
responsabilità umana, civile e politica e vi rende strumenti passivi
nelle mani di un potere che si fa sempre più pericoloso e violento. La
soluzione autoritaria alla crisi di un modello sociale e politico e una
vecchia ricetta, ma sempre attuale, i guizzi rabbiosi e prepotenti di un
regime in piena incubazione, sono un segnale evidente. Quelle di
Gasparri non sono boutade, ma sono la preparazione di un terreno di
svolta in senso autoritario. Questi signori non hanno altra scelta del
resto. Come considerare diversamente gli esiti politici di un'alleanza
fra un partito nazistoide come la lega e una formazione politica che ha
così forti legami con la mafia e apparati “deviati” dello stato?
Mi appello ai poliziotti democratici se
questa parola ha un senso: avete delle rappresentanze sindacali,
usatele per esprimere un vostro parere sulla repressione sociale e non
solo per fare le vostre rivendicazioni di categorie. Bonificate tutti i
focolai di fascismo all'interno dei vostri corpi, specialmente quelli
più operativi: costringere qualcuno a cantare faccetta nera sotto la
minaccia di sprangate in testa non è cosa civile. Richiedete un
addestramento migliore, non è concepibile che vi si dia la licenza di
portare un'arma dopo aver scaricato un solo caricatore su un bersaglio
di cartone, senza nemmeno essere stati addestrati a gestire il conflitto
e la paura, o semplicemente senza che sia stato instillato in voi il
senso del servire la comunità.
Smettetela col vostro spirito di corpo e non credete a La Russa,
picchiare gli studenti non è una questione di par condicio. Avete il
dovere di essere superiori allo spirito di vendetta e di sopraffazione.
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