Vabbé i salari in Germania sono cresciuti negli ultimi anni, bisogna riconoscerlo, e allora? Significa che hanno ragione loro in tutto e per tutto e che " se facessimo come loro" saremmo anche noi tanto bravi e guadagneremmo un botto anche noi? E il mercantilismo? Come la mettiamo che non possiamo essere tutti esportatori, perché logica dice (non un master in economia) che se qualcuno esporta un altro deve importare. Già perchè Bagnai senza mai essere nominato (ma si capisce che è lui dal livore che imbratta di bile nera l' articolo, conti in sospeso immagino) come dice questo brillante chief economist, che non so come fa affari con l'Oman, deve essere proprio un gran cialtrone a pensare che la Germania deflaziona i salari per fare gli affari suoi. Poi scopri che Bagnai dice esattamente le stesso cose del rancoroso omanita e cioè che non è il salario che è calato è il salario per unità di prodotto. Tradotto, la grande Germania riesce a essere più efficente e produrre meglio, impiegando meno persone per produre beni e servizi. Il punto è un altro. Come dice Bagnai, vabbene che sei più produttivo, ma è proprio aumentando la produttività e non redistribuendo i profitti al lavoratore in una quota proporzionale che le tue merci sono più competitive. D'accordo i salari tedeschi restano pur alti rispetto a quelli italiani, che sarà se il padrone si intasca qualche lira (euro) in più. Contenti voi, ma siete d'accordo, voi epigoni del tedesco, con ciò che questo bel chief sottintende, (quello che per Bagnai è una bestemmia) e cioè che se i tedeschi producono meglio e di più vuol dire che loro sono bravi e che noi siamo degli inetti, imbelli e torpidi fancazzisti, mangiaspaghetti con la pancia al sole. Se è questo che credete, d'accordo, mi va bene pure questo, flagelliamoci e facciamoci del male. Ma me lo spiegano Udo Gumpel e compagnia perché l'unica strada per diventare tedeschi è quella di fare a fette la classe operaia e smantellare il welfare regalando scuole e ospedali ai privati? Lo dico sommessamente senza vantare conoscenze economiche che non ho e senza provare a fare il piccolo economista. Austerità significa fare sacrifici e secondo gli austeritari, sperimentare la "durezza del vivere" e diventare belli smilzi e scattanti, pronti a sbranarci fra di noi per un tozzo di pane, mentre lo stato si intasca i nostri soldi per l'austerità espansiva e fare la faccia brutta ai cinesi. E come competiamo se siamo sfiniti dalla fame? Ma poi scusate perchè devo dare una cambiale in bianco a Renzi e dame di corte? A gente che mi dice ti pago di meno così poi cresciamo. Cresciamo che, come, quando? A parte l'imbroglio del meno tasse per quattro lire di tasse sulla casa che forse non pagheremo. Cresciamo vuol dire che avremo un po' di disgraziati in più nelle fabbrichette del nord est o nelle cooperative di servizi assunti col jobs act con salari da fame?
No Herr Udo, non mi convice. Si stava meglio quando si stava peggio, quando se tardavano a firmare il contratto poi ti davano i soldi tutti insieme, vacanza contrattuale compresa. Oggi non rivalutano le pensioni, non rinnovano i contratti, "demoliscono la domanda interna", e io dovrei pensare che questa è una bella cosa? Preferisco ascoltare "un accademico di quart'ordine", di una "università da operetta", almeno con le sue idee ho la speranza di riavere indietro i miei soldi. Lo so voi siete protestanti. Pazienza.
martedì 12 gennaio 2016
Udo Gumpel, Bagnai, la Grande Germania e l'università da operetta
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