"Metafisica" avrebbe urlato Carnap se avesse sentito i discorsi di un Deleuze o di un Foucault.
Qualcosa non quadra, qualcosa stona, si sente puzza di tradizione antica e stantia in gente come Deleuze e Foucault. Una tradizione al tempo stesso smentita e sbugiardata con il vitalismo e l'innovazione nicciana della volontà di potenza, ma sempre intrisa di quell'odore denso e acre di aule universitarie ottocentesche. Certo in tutto questo c'entra l'epoca che attraversi, la tua biografia e l'antitesi con l'era che precede. Fatto sta che le categorie impazzano e la scienza deperisce e nel momento in cui pretendi di fare scienza o ricerca, ti limiti ad analizzare i fatti con il monocolo dell'idealista ottocentesco. Niente statistica, la scienza triste, niente analisi dei dati, niente anove, niente grafici, strumenti rozzi ed efficaci della scienza di oggi. Le categorie colmano i buchi determinati dalla carenza di analisi ed è così che in ossequio al materialismo storico, si ripropone la categoria Europa come surrogato dell'internazionalismo, noncuranti proprio di quei processi materiali che ne sono alla base. Così si dimentica non solo Marx, ma anche le lezioni di Keynes sul cambio e sulla moneta (se mai se ne è saputo qualcosa), e si accetta il cambio fisso come indispensabile corollario dell'internazionalismo proletario.
Così non va. Forse occorre un
incontro, una fusione, una lite proficua fra analitici e
continentali. Così non si va avanti. Non solo non c'è stata la
rivoluzione, ma è aumentata la confusione per far fronte alla quale
ci si aggrappa alle muffe francesi.
Date retta a un ignorante, bisogna combattere l’euro, l'Europa e i residui di idealismo che abbiamo in corpo.
Date retta a un ignorante, bisogna combattere l’euro, l'Europa e i residui di idealismo che abbiamo in corpo.
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