di Tonino
D’Orazio, 15 settembre 2016.
Ovvero la
cintura di sicurezza internazionale intorno a Renzi. Il referendum contro la
deforma costituzionale fa paura ai poteri forti. Infatti tutto il dibattito del
circo Barnum si svolgerà, (grazie a questa Costituzione), non sui diritti
democratici di cittadinanza, ma solo sugli aspetti più interessati dei padroni
nostrani e mondiali. Hanno imposto la finanza e l’economia (che non sarà mai
una scienza esatta, per questo a tensione umana psicopatica) come unico dogma
al posto del sociale. Si chiama ipocritamente economia del sociale.
La nostra
Costituzione, antifascista e fondata sul lavoro, è stata sempre oggetto di
tentativi di distruzione sin dalla nascita, oppure come si dice oggi di “riforme”.
Non vi riuscirono, né Valerio Borghese né Licio Gelli (i cui iscritti alla P2
sono oggi in molti gangli dello stato e in parlamento),ma potrebbe riuscirvi lo
sgretolamento costante dei suoi principi, l’oligarchia non eletta dell’UE, il
sistema bancario internazionale e i loro agenti prezzolati e già impostati in molti gangli di potere. In
Europa magari già dai tempi di Barroso.
L’ambasciatore
statunitense a Roma:”Se vince il NO non
vi saranno più investimenti e l’Italia torna indietro”. Il nostro servile (o
il loro) ministro degli Esteri, Orlando:ӏ
solo il consiglio di un paese amico”. L'avevamo capito.
Anche la
Merkel, Junkers e tra poco anche Hollande, aspettando tutti gli altri intrusi,
sono per il Sì alla deforma. Ma allora voteremo NO anche contro tutte queste
interferenze?
Il FMI: “Se vince il NO per l’Italia sarà un disastro”.
L’esito del referendum “è certamente un
fattore nelle decisioni di investimento che condiziona le prospettive (outlook)”.
In altre parole, e in pratica, se vince il “NO” l’Fmi può fare facilmente un
report catastrofico sull’economia e indirizzare altrove gli investimenti. E i “mercati”
potranno scatenare attacchi speculativi ed impaurire una parte della
popolazione. Questo dopo aver decretato che Il “Fmi prevede una recessione lunga vent’anni”. Si salvi chi può.
L’Economist teme che la vittoria del NO
spiani la strada al governo del M5S, rassicurando tutti però che la
Costituzione attuale non permette un referendum sull’euro. Quella deformata, se
non “Nuova costituzione” dei ragazzini Renzi-Boschi (se si cambiano ben 47
articoli!), modifica i referendum portandoli tutti al quorum del 50% (tanto non
passano mai e poi si può anche non applicarne le scelte se non piacciono, es.
l’acqua bene comune) e le richieste passeranno da 500 mila a 800 mila. Le firme
per le leggi di iniziativa popolare passano da 50.000 a 150.000. Giusto per
fare piacere a J.P.Morgan (e alla Troika di Bruxelles) che ne chiedeva
addirittura l’abolizione perché residuo storico del ‘900.
JpMorgan? E’ la banca più drastica nel
chiedere le modifiche costituzionali, da mesi, poi presentate da Renzi-Boschi
nella “Nuova costituzione”, e nel rifiutare la filosofia anti-fascista di
quella ancora attuale. “In Europa il
fascismo non esiste più”. Quando si guarda solo ai soldi è anche possibile
pensare che non stia crescendo nulla di nuovo in tutta Europa, a meno che sotto
altro nome “riformista” i gruppi di estrema destra non facciano piacere. Purché
si abolisca la sovranità popolare. L’ultimo esempio di raffinata brutalità? Imporre
a Renzi e alla Bce (immediatamente ubbidienti), un certo Morelli di loro
fiducia, perché già funzionario proveniente da JpMorgan, come a.d. del disastrato
e balcanizzato MPS. Che importa se questo signore (si fa per dire) era stato
multato (2013) dalla seppur corrotta Banca d’Italia per operazioni non “onorabili”
e quindi non “adeguato” (secondo norme Bce) a dirigere nuovamente banche.
Oppure per conflitto enorme di interesse perché già amministratore, in Italia,
della Bofa Merrill Lynch, presente nel consorzio stesso che dovrebbe
partecipare all’aumento di capitale del MPS.
In Italia aveva
iniziato il circo Barnum il Centro Studi della Confindustria già qualche mese
fa. La vittoria del NO avrebbe fatto perdere l’1,7% del PIL che invece dovrebbe
crescere nel 2017 del 2,3% (Livello mai raggiunto dall’entrata in vigore
dell’euro dal 2001!). La menzogna è stampata sul loro quotidiano che molti
vantano per la sua imparzialità in economia, il Sole 24 Ore. Per
ringraziamento, finiti i soldi del job
act e relativi licenziamenti “a tempo indeterminato”, Padoan ha appena
annunciato una diminuzione delle tasse sulle imprese. Cosa farà per ringraziare
il Sì della Cisl, che in genere firma tutto in bianco da anni!
Continua
Goldman Sachs (anche lei fa parte del consorzio di garanzia per la
ricapitalizzazione del MPS): una eventuale vittoria del NO al referendum
costituzionale potrebbe seriamente compromettere l’operazione di aumento di
Mps. Con il NO crescerebbe dunque “la
probabilità di una ristrutturazione di Mps con fondi pubblici”: il che
vorrebbe dire l’azzeramento dei risparmi di milioni di italiani attraverso il
meccanismo del bail in (i debiti
della banca li pagano i clienti). Gli investitori (ovvero speculatori),
compreso JpMorgan sono “già in ansia”.
A Renzi
servirebbe il superamento dei livelli di deficit da concordare con Bruxelles
per realizzare una serie di tagli fiscali promessi e gli aumenti retributivi,
minimi, a pioggia, nel momento in cui i dati mostrano che l'economia italiana è
in recessione da tempo. Ce lo spiegano meglio gli altri. Il Times “Renzi spera che rilanciare la spesa possa
contribuire a conquistare il favore dell'elettorato prima del referendum” e
gli consigliano un allentamento provvisorio dell’austerity sui poveri. Molti osservatori ricordano che “Bruxelles ha dimostrato tolleranza verso
Francia, Spagna e Portogallo sul NON rispetto dei vincoli di bilancio”
(linguaggio mafioso-economico, significa: dopo la “Brexit” i “Poteri” hanno
PAURA di “perdere Renzi”, anzi hanno Paura di perdere Padoan. Uno che, guardia
e servo esecutore delle volontà di Goldman Sachs dalla quale proviene, come
Monti, sa benissimo quello che “deve essere fatto”. Questo è un governo Padoan.
Anzi permettetemi, ma non è solo mia, una valutazione futura prevedibile perché
senza fantasia e nella continuità di questi anni. Se Renzi viene mandato a
casa, non si capisce se va via o no e da chi, sicuramente Mattarella incaricherà
come nuovo tecnico (per “traghettare” il 2017) proprio Padoan (a modo di Napolitano-Monti)
per continuare il blocco della democrazia e lo sfacelo del mercato del lavoro.
Il
giornalista Paolo Barnard ricorda alcune delle minacce: “Se il referendum costituzionale non passasse... i titoli di Stato
italiani potrebbero essere venduti”;”La
vittoria del NO potrebbe comportare la nomina di un governo tecnico”(per un
altro “europeista” non eletto); “Le
prospettive dell'Italia sono offuscate dai rischi legati al referendum e ai
guai del settore bancario, così come l'impatto del “Brexit” sul commercio e
l'incertezza”. Non hanno digerito il Brexit che si sta dimostrando il
contrario dell’apocalisse. Sapremo tutti i giorni, a tutte le ore, il
cosiddetto “pericolo nucleare” del disastro del nostro Monte dei Paschi e
quello della “incapacità” di governo del M5S. Alla domanda “Perché
Confindustria, Wall Street Journal, New York Times, Financial Times, Paìs,
Economist, Times, Silicon Valley, gli uomini dell'industria globale e dei
mercati (quindi USA, UE ed altri...) temono che “Quel voto pesa più di Brexit”? In fondo la Gran Bretagna, già fuori
dall’euro, c’era e non c’era nell’Unione, eppure i suoi lavoratori hanno dato
un segnale, un ceffone, di “basta” al neoliberismo e al loro proprio impoverimento
per l’arricchimento dei pochi. C’è una
sola risposta: ancora una volta hanno paura... soprattutto perché c’é di mezzo
l’Italia, quindi l’Euro, l’Unione Europea, gli USA, il Mediterraneo e i
mercati... insomma il Mondo intero! Mai siamo stati cosi interessanti. Per gli
interessi degli altri.
Magari questa
turpitudine politica attuale possa rappresentare, anche per noi mondo del
lavoro e Cgil, i sobbalzi di un sistema oligarchico agonizzante e con il NO
ripristinare una nuova forza democratica di sovranità popolare e di giustizia
sociale. Prima che sia troppo tardi.
Sul tema
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