martedì 10 giugno 2008

Fanculo le truppe!

di Ian Murphy
(dal sito The Beast: America best Fiend)

 

E così, 4000 burbe sono schiattate. Ohè, lagreme mesopotame! E altre 30.000 gravemente ferite. Guè guè, cazzo, quanto piango! Se la sono voluta - e poi, vuoi mettere quanto sono cool gli arti cibernetici?

Probabilmente, solo a leggere un paragrafo come questo vi fa sentire a disagio. Ma perché?

Il buon cuore delle "truppe" americane è intoccabile. Mettere in discussione la loro rettitudine è una cosa che non si fa. Zona proibita, campo minato. Possiamo protestare contro questa guerra sanguinosa, ma i nostri soldati li dobbiamo lodare come fossero santi. Perché? Si sono offerti volontari per partecipare a questa feroce follia, e per questo meriterebbero il nostro massimo rispetto? Penso proprio di no.

I quasi due terzi di noi che sanno quanto questa guerra sia una totale stronzata dovrebbero smetterla di leccare il culo alle truppe. Si divertono già un mondo a stuprare soldatesse e a sodomizzare detenuti iracheni. La sinistra vuole "sostenere" le truppe riportandole a casa, il che è una buona cosa. Ma dopo aver stigmatizzato le menzogne dell'amministrazione e condannato questa orrenda guerra, gli opinionisti relativamente ragionevoli - tipo Keith Olbermann - di punto in bianco si mettono a lodare appassionatamente il valoroso servizio che i soldati rendono al paese. Perché?

Quale sarebbe il servizio che forniscono? Non mi ricordo proprio di aver ordinato 300.000 iracheni morti - con tutto che nel 2003 ero fumato di brutto. I nostri soldati non stanno rendendo un servizio al paese, rendono un servizio a un'amministrazione criminale e ai suoi compari delle compagnie petrolifere. Quando un boss mafioso ordina un'eliminazione, per caso il sicario, se lo beccano, viene assolto da ogni responsabilità? Certo che no. E se il killer fosse stato ingaggiato con l'inganno? Be', chiunque direbbe: "Che cazzo di sfortuna, scemo di un Guido!" Poi lo sbattiamo dentro e buttiamo via la chiave.

Come collettività, dobbiamo liberarci di questa cieca deferenza nei confronti dell'istituzione militare. Non c'è nulla di ammirevole nell'arruolarsi per assassinare la gente. Non c'è nulla di ammirevole nel farsi imbrogliare dalla propaganda più smaccata. Non c'è nulla di ammirevole nel fare ciò che ti dicono di fare, se quello che ti dicono di fare è orrendo.

Di recente abbiamo tuti appreso che l'amministrazione Bush ha pianificato la sua politica di tortura globale nel corso di pittoresche riunioni alla Casa Bianca. E già sappiamo che questa guerra l'hanno scatenata le menzogne. Bene, anatema su di loro. Ma che dire di quelli che queste atrocità le hanno fisicamente messe in atto? Abbiamo visto qualche mela marcia punita e grossi ras scamparla, ma tutte le denunce, verbali e scritte, sono concentrate sui nostri leader. Certo, meritano questo ed altro - decapitiamoli, davvero. Ma perché non possiamo criticare gente che ha materialmente torturato e assassinato decine di migliaia di cittadini iracheni? Per cose del genere ce la prendiamo cogli interinali tipo Blackwater - perché le truppe sarebbero senza macchia?

Prendete John McCain, o "McNasty", come lo chiamavano al liceo. Malgrado si continui a sostenere che Obama venga trattato con troppo favore dai media, chiaramente è McCain il candidato presidenziale meno passato al setaccio. Ciondola coi lobbysti, canticchia di bombardare l'Iran e non distingue uno scita da uno sciatore, eppure se la cava sempre, avvolto nel suo manto di "eroe" del Vietnam.

Anche qui, che c'è di eroico nel partecipare a una guerra demenziale, nell'essere un pessimo pilota o nell'essere torturato? Certo, dev'essere stato un vero schifo, ma farsi fare un culo così ogni giorno per cinque anni non fa di te un eroe - fa di te uno sfigato.

È qui che la passione dell'America per l'esercito si trasforma in autentica perversione. Se davvero ammirassimo il valor militare, John McCain dovrebbe essere visto come un fallimento. Ma il dovere, da solo, è sufficiente a ispirarci gratitudine. Di qui la tendenza della sinistra a un elogio di prammatica per le truppe, affiancato alla condanna del risultato delle loro azioni. Il che va anche bene, visto che questa è una guerra che non si può vincere.

George Washington aveva ammonito che la maggiore minaccia per i giovani Stati Uniti consisteva nel mantenimento e dispiegamento di forze armate stabili. Un esercito elefantiaco prosciuga le risorse di qualsiasi nazione - e alla fine la porta alla rovina. E fa anche incazzare la gente che il vostro esercito calpesta. Non abbiamo dato mai retta a quell'avvertimento, non abbiamo interrotto il ciclo della violenza, e non lo faremo finché l'elogio dell'istituzione militare resterà un riflesso condizionato.

La gente vuole rispetto. E in un paese con un sistema educativo al disastro e prospettive economiche sempre più flebili, il rispetto lo cerca dovunque possa ottenerlo - come banditi di strada o come banditi con licenza governativa. Sempre meglio di McDonald's. Ma questa visione simpatetica delle truppe come vittime delle circostanze fa di loro utensili inerti, che non meritano né infamia né lode. A parte l'inghippo dello Stop Loss [1], una coscrizione sotto menite spoglie, hanno comunque una scelta.

Ma noi abbiamo la pelle delicata; evitiamo i dibattiti troppo infuocati, e quando discutiamo con persone dalle opinioni contrarie alle nostre tendiamo, per principio, verso il politicamente corretto. La sinistra fa sempre così; la destra non fa nemmeno finta di provarci. Questa è una delle ragioni per cui i liberal da qualche decennio vengono sempre fatti neri.

Per quanto possa essere idiota un credo religioso che fa partecipare a guerre immorali e illegali, una sinistra senza palle riesce ad opporsi con nient'alro che l'appello alla ragione. In America questo non funziona mai. Sarebbe meglio adeguarsi alla partigianeria velenosa e agli attacchi ad hominem.

La destra non si fa nessuno scrupolo di dipingere i suoi avversari come codardi e pagani senza dio, ma i liberal - invece di tener duro sul valore dei loro argomenti - rispondono alle accuse piegandosi a destra, diventano cantori del binomio dio e fucili, e cercando di arruffianarsi quelli che lo venerano. La sinistra ha deciso che la vittoria si ottiene ingraziandosi i bulli. E la vittoria, naturalmente, non si vede.

La sinistra deve cominciare a chiamare imbecilli gli imbecilli - e sbertucciarli apertamente, se le loro posizioni o azioni sono indifendibili. Proprio come Limbaugh o Hannity insultano la sinistra, imponendo la loro agenda in modo che i liberal si ritrovino a farfugliare sulla loro pariottica buona fede, allo stesso modo la sinistra deve cominciare ad attaccare la stupidità, che venga sotto forma di assurdità religiose, capitalismo del "libero mercato" o venerazione per l'esercito.

Invece di lisciare le truppe a ogni occasione, per dimostrare il loro patriottismo e schermarsi contro gli attacchi della destra, i liberal dovrebbero tirare fuori le palle e cominciare a snocciolare maledizioni.

Quanto deve diventare spregevole una campagna militare, prima che che gli americani si rivoltino contro le loro truppe adorate? Dopo aver stigmatizzato la "Guerra ai Lattanti" come demenziale e barbaramente insensata, Keith Olbermann vorrà continuare a ringraziare i soldati per il loro sevizio? Dopo la "Grande Ecatombe di Nonne del 2010" la stampa riuscirà a togliersi di bocca quel grosso e soldatesco cazzo che la occupa? Documentando l'"Operazione Sterminio Morbidi Micetti", la finirà finalmente la sinistra con la chiavicata dell'"onorato servizio"? No. Non lo faranno.

Condannare le "truppe" - un termine coniato durane la Guerra del Golfo - è quasi inconcepibile. E non fa guadagnare nessun punto. Le "truppe" sono un'entità monolitica, un gruppo compatto di esecutori di ordini da far inorgoglire. Per quanto il singolo soldato possa essere responsabile delle proprie azioni, le "truppe" sono troppo astratte per poter essere incolpate. Per gli americani ci saranno sempre mele marce, mai frutteti marci.

Ma qual è il mondo in cui preferiremmo vivere: uno nel quale i fessi sono ammirati per essere stati fatti fessi, e gli assassini vengono esaltati perché assassinano, o uno nel quale siamo capaci di fare un passo indietro e dire: "Non m'importa chi ti ha ordinato di fare cosa o perché te l'ha ordinato; sei comunque una testa di cazzo!" Personalmente, preferisco vivere in un mondo in cui quelli che si comportano da mentalmente ritardati vengono trattati da mentalmente ritardati: vengono giustiziati in Texas [2].

Gli americani hanno paura della verità. È una china pericolosissima. Una volta che cominciamo a estendere la responsabilità da quelli che hanno dato gli ordini a quelli che li hanno eseguiti, non passerà molto che dovremo incolpare anche noi stessi. E questo non si può fare.

Be', sapete una cosa, bambocci? Lo sfascio iracheno è un inutile bagno di sangue - e ogni volta che applaudite quelli che "coraggiosamente" stanno colmando quella vasca, ci state sguazzando anche voi.


originale


note del traduttore:


[1] Si tratta di una clausola nel contratto dei volontari dell'esercito statunitense, che permette alle autorità di prolungare il servizio oltre la sua data di scadenza, per esigenze belliche o di emergenza nazionale.

[2] L'autore fa riferimento al periodo in cui George W. Bush era governatore del Texas, periodo che vide l'esecuzione di diversi detenuti deboli di mente (a onor del vero, ciò accadeva anche prima del suo insediamento), mentre in altri stati si metteva in discussione una simile pratica.

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