lunedì 25 gennaio 2010

Discarica Bussi. Udienza rinviata a gennaio. Solo 5 anni per la sentenza definitiva



PESCARA. E' stata rinviata al 28 gennaio prossimo l'udienza preliminare, davanti al gup di Pescara, Luca De Ninis, che riguarda l’inchiesta per avvelenamento di suolo e acqua a Bussi.
L’inchiesta è partita qualche settimana prima del 12 marzo 2007 quando la forestale, coordinata da Guido Conti, ha scoperto quella che venne definita la discarica dei veleni più grande d’Europa. Sotto i cavalcavia dell’Autostrada dei parchi, ai piedi della collina dove sorge Bussi, nell’area adiacente il polo chimico sorto agli inizi del ‘900.
Nella discarica si pensa siano state stoccate circa 500mila tonnellate di sostanze tossiche, tra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, tricloroetilene, triclorobenzeni, metalli pesanti.
Oggi intanto hanno deciso di costituirsi parte civile (per la richiesta di eventuali danni) i Comuni di Pescara, Bussi (c’era il vicesindaco Giulio Di Berardino), Castiglione a Casauria e Torre de' Passeri (rappresentati dall’avvocato Lino Sciambra), le associazioni Ecoistituto Abruzzo, Marevivo, Italia Nostra, Miladonnambiente, Codici.

L'INCOGNITA UTENTI E FUTURI SVILUPPI

Parallelamente, sempre l'associazione Codici, ha appoggiato e coadiuvato la richiesta di 7 cittadini di costituirsi.
L'avvocato Claudio Di Tonno convinto della strategia vincente ritiene che se il gup dovesse accettare la costituzione di semplici cittadini utenti questo potrà aprire la strada all'inserimento nel processo -e fino al dibattimento- di un numero ben maggiore di cittadini che si ritengono danneggiati dall'avvelenamento.
Scenari probabili che aprirebbero il campo a centinaia di utenti di rivendicare i propri diritti ed essere eventualmente risarciti.
Mancavano stranamente associazioni dei consumatori che pure si credeva avessero avuto un ruolo rilevante.
L’unica riconosciuta tale ad esserci, come detto, è stata Codici.
La Provincia di Pescara si era già costituita.
Il Comune di Pianella alcuni mesi fa ha deciso di non costituirsi parte civile. Il sindaco del Comune è Giorgio D’Ambrosio, tra gli indagati.
La prossima udienza del 28 gennaio costituisce di fatto il termine ultimo per inserirsi nel processo come parte offesa.
L'avvocato dello Stato, Carlo Maria Pisani, che rappresenta il ministero dell'Ambiente, la Regione Abruzzo e il commissario Adriano Goio, e i legali del WWF e di Legambiente, si costituiranno successivamente.
Una scelta procedurale che potrebbe seguire una linea difensiva anche per certi versi rischiosa.
Se è vero che in questo modo le carte e le argomentazioni delle associazioni non arriveranno con largo anticipo alla controparte è anche vero che depositata la costituzione il prossimo 28 gennaio 2010 non avranno la possibilità eventualmente di opporsi alle controdeduzioni.
L’udienza già fissata per il 25 febbraio 2010 infatti sarà interamente dedicata alle eccezioni e controdeduzioni (per gli atti depositati precedentemente).
Presumibilmente la principale parte in causa, la Montedison, tenterà di attaccare anche di smontare le argomentazioni delle parti civili, avendo interesse a limitarne il numero.
Meno parti civili, meno risarcimenti eventuali.
Starà poi al giudice decidere se accettare o meno le controdeduzioni.


LE CARTE CHE SCOTTANO

Il gup ha inoltre accolto diverse richieste dei legali degli indagati tra le quali quella di poter esaminare i 64 faldoni sequestrati dalla procura di Pescara nel settembre scorso alla Solvay Solexis di Spinetta Marengo (Alessandria).
«Si tratta», hanno spiegato a PrimaDaNoi.it gli avvocati Luca Santamaria e Dario Bolognesi, della Solvay, «di scatoloni che erano destinati al macero e che erano conservati in un garage. Solo per caso sono stati aperti ma non ci si è resi immediatamente conto della valenza di quelle carte. Solo in seguito abbiamo capito che conteneva una documentazione che reputiamo importante».
La Solvay, la ditta che ha acquistato lo stabilimento e l’area di Bussi dove sorgeva la Montedison, avrebbe già consegnato una relazione sommaria nella quale spiegherebbe i contenuti delle migliaia di carte.
Da quello che si è potuto apprendere si tratterebbe di missive interne alla Montedison dalle quali emergerebbe in maniera netta che la stessa Montedison sapesse perfettamente dei veleni fin da tempi remoti, dati peraltro che vanno a rafforzare l’ipotesi accusatoria.
La nuova documentazione, fornita direttamente da Solvay, scaricherebbe interamente le responsabilità sul colosso della chimica.
La Solvay in questo procedimento è parte lesa e tenterà di dimostrare nel processo di essere stata danneggiata dal fatto di aver ricevuto un sito contaminato a sua insaputa.
Si preannuncia dunque un processo “avvelenato”?
«Nessun processo è avvelenato e nemmeno questo lo sarà perchè non ci sono avvelenatori», ha risposto l’avvocato Tullio Padovano, difensore della Montedison che dice di non aver avuto ancora tempo per leggere tutte le carte e farsi una idea di come sia stata istruita l’accusa.
Fra i reati contestati, a vario titolo, ai 27 imputati avvelenamento delle acque, disastro colposo, commercio di sostanze contraffatte e adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti, truffa.
Fra gli imputati l'ex presidente dell'Aca, Bruno Catena, l'ex presidente dell'Ato, Giorgio D'Ambrosio, e alcuni amministratori della ex Montedison.
Capitolo prescrizioni.
Per i reati relativi all’avvelenamento la prescrizione scatterà nel 2015 mentre per gli altri reati minori le prescrizioni iniziano a decorrere dal 2010.

a.b. 29/10/2009 13.07

LA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO INTEGRALE (DA L'ESPRESSO)
27 INDAGATI RINVIATI A GIUDIZIO
LE RESPONSABILITA' DEGLI AMMINISTRATORI
LA SCHEDA. TUTTI GLI INDAGATI

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...