giovedì 4 febbraio 2010

Noam Chomsky: la partecipazione diretta alla creatività

Intervista a Noam Chomsky
darevista-amauta via INFORMARE PER RESISTERE
 
I settori del potere non vorranno che la dissidenza cresca per lo stesso motivo per cui le aziende non metteranno i loro annunci su giornali come La Jornada”
Creare qualcosa di nuovo in mezzo a tanto rumore. Questo è quanto ci proponiamo in Amauta: immaginare che un giornale che dia lo spazio per discutere seriamente sulla sofferenza, le oppressioni, i dubbi e speranze di chiunque voglia partecipare. Siamo costantemente bombardati di informazioni, ma non ci sentiamo bene informati, e teoricamente, la conoscenza porta potere, ma non ci siamo mai sentiti così impotenti. Queste frustrazioni che sentiamo sono reali. Ma da dove vengono e perché non possiamo affrontarle adeguatamente?
C’è troppo rumore. Ci lanciano bombe di informazione da ogni parte che ci attaccano il corpo fino a paralizzarci. Prima credevamo in tutto quanto ci veniva detto, e adesso non crediamo in nulla. Alla fine, l’effetto è lo stesso. Non vogliamo partecipare né controllare i nostri destini, allora diamo il potere sulle nostre vite a politici e a corporazioni attraverso il voto o l’acquisto dei loro prodotti. E loro prendono le decisioni e creano le strutture che formano la nostra vita giornaliera. Se decidono male, possiamo dargli la colpa e ci sentiamo contenti e superiori ché noi l’avremo fatto meglio.
Sono colpevoli, perché la responsabilità e la capacità di distruzione dei loro atti cresce con la quantità di potere che gli diamo, ma lo siamo anche noi. Preferiamo rifugiarci in spazi d’informazione sempre più chiusi e ristretti dove incontriamo gente che la pensa come noi, dove ci sentiamo comodi e non dobbiamo sopportare alcuna critica. Siamo diventati bolle erranti dove possiamo ascoltare soltanto noi stessi.
Preserviamo il nostro individualismo e varietà d’opinione, ma alla fine arriviamo ad essere lo stesso: gente che non può ascoltare gli altri e rendersi conto che condividono realtà simili,gente che continua divisa perché può solo ascoltare il rumore della propria voce, gente che continua dominata perché non può formare l’azione collettiva necessaria per recuperare il potere che abbiamo regalato. Quelli che hanno il controllo sulla nostra vita vogliono che ci manteniamo isolati perché non ci sia la possibilità di una svolta totale.
E per questo Amauta vuole aprire lo spazio, conversare con gli altri, formare una comunità dove tutti possiamo partecipare da eguali, arrivare a trovare informazioni che ci portino a questionare le nostre idee e credo fino ad avere il desiderio di agire insieme per potere, in qualche momento,ristabilire il controllo delle nostre vite. Qui in questo momento, parlandoci, creiamo il primo atto della nostra esistenza.
Ma per la creazione di un simile spazio, che si occupa di conoscere e capire come e perché i mass media attuali contribuiscono al nostro dominio. Da loro dobbiamo ottenere la nostra informazione, la quale influisce sulle nostre idee sulla realtà e fondiamo la nostra relazione col mondo e la forma determinata di come agiremo in esso. Se le notizie che riceviamo dai mass media dicono, ad esempio, che l’unico modo di salvare l’economia , e anche noi stessi, è comprando sempre più, allora seguiremo questa raccomandazione.
E’ qualcosa di così fondamentale per il nostro tipo di vita che la nostra posizione sociale, e la nostra felicità, si possono garantire solo attraverso la capacità che abbiamo di poter acquistare. E siccome crediamo completamente in questa dottrina del consumismo, abbiamo sfruttato e abusato delle nostre risorse fino al punto di distruzione, che abbiamo difficoltà a smettere.
Abbiamo sottovalutato le esigenze dell'ambiente, allo stesso modo dei bisogni del resto dell’umanità, per cercare l’illusione della sicurezza personale che porta il nostro benessere materiale. I mass media hanno diffuso questa idea in ogni angolo del pianeta perché è la “verità” a cui è stata permessa di attraversare i differenti filtri di potere perché risuonasse attraverso la società, convertendosi, in questo modo, nell’unica opzione realista per le nostre vite.
Questa è, nella maggior parte dei casi,la nostra realtà. Ma non deve esserla. Semplicemente è quello che ci hanno detto, e per questo vediamo il mondo in quella maniera. Per smascherare le influenze che dominano la struttura dei nostri mass media attuali (ed in questo modo le verità che sono permesse nella nostra società) e poter confrontarci con esse per cambiarle, decidiamo (ed abbiamo avuto la grande opportunità di) parlare con uno degli intellettuali pubblici e linguisti che hanno studiato il tema in profondità: Noam Chomsky.

Coautore insieme a Edward S. Herman de
I Guardiani della Libertà (in inglese, Manufacturing Consent: The political Economy of the Mass Media) e autore di opere come Illusioni Necessarie, Propaganda e l’Opinione Pubblica (attraverso le interviste di David Barsamian), Chomsky dimostra come i mass media sono stati strumenti di propaganda che filtrano i pensieri “inadeguati” e così propagano le idee dominanti di quelli, che per circostanze economiche o (e) politiche, hanno le risorse per occupare posti sociali che danno l’accesso ad ampliare la loro voce, mentre il resto ha diritto (o dovere) di ascoltarli.
Lui non crede che queste idee dominanti siano uguali tra di loro (possono esserci differenze tra interessi statali e corporativi, per esempio) o che i giornalisti non stiano esercitando la loro professione con onestà ed una certa indipendenza, o che ci siano piccoli gruppi di potere che pianificano cospirazioni e sono decisi ad ingannare e manipolare su grande scala per il loro proprio profitto. Pensa che i parametri di controllo che limitano la discussione si impongono attraverso un sistema basato sull’accumulo delle risorse: chi ha più soldi e più potere avrà accessi migliori ai mass media per esprimere le sue preferenze e ideologie.
Ci riesce perché, semplicemente, può comprare quello spazio e restringere la competitività solo a quelli che pensano di dedicare questa informazione a scopi commerciali o valori “accettabili” come mantenere l’ordine sociale, la conformità e il consumismo come il ruolo indiscutibile nella nostra vita. Così lo spiega Chomsky in una nostra recente conversazione:
Molte persone nei mass media sono persone molto serie, e oneste, e ti diranno, e credo che abbiano ragione, che nessuno li forza a scrivere nulla (…). Quello che non ti diranno, e forse non sono coscienti di questo, è che li lasciano scrivere con libertà perché si conformano alle norme, i loro credo si conformano…alla dottrina del sistema, e allora sì, li lasciano scrivere in libertà e senza pressioni. Le persone che non accettano la dottrina del sistema cercheranno di sopravvivere nei mass media ma è molto difficile che ci riescano…
Tutta la cultura intellettuale ha un sistema che filtra, comincia quando si è piccoli a scuola. Si spera che si accettino certi credi, stili, modelli di comportamento, e così via. Se non li accetti, può darsi che ti dicano che sei un problema, che hai un comportamento problematico, e ti eliminano. Questo succede nelle università. Ma, è una tendenza, allora ci saranno eccezioni, e a volte le eccezioni sono molto sorprendenti. Ad esempio, questa università (Massachyìusetts Institute of Technology), negli anni 60, nel periodo degli attivisti del '60, l’ università fu finanziata quasi di un 100% dal Pentagono. E’ stato anche uno dei principali centri accademici di resistenza contro la guerra (Vietnam)...
Le tendenze sono molto forti e le ricompense per la conformità sono abbastanza alte, mentre le sanzioni per non conformarsi possono avere delle serie conseguenze. Non è come se ti mandassero in una camera di tortura (….) ma potrebbe ostacolare la tua crescita nella società, potrebbe colpire il tuo lavoro, potrebbe influire nel modo in cui sei trattato, come il disprezzo, il rifiuto, la diffamazione e la denuncia”.

Ma Chomsky insiste sul fatto che questo è successo in ogni società attraverso la storia. La persecuzione di coloro che hanno messo in discussione le credenze oppressive che le autorità dettano si osserva fin dalla Grecia antica e l' era biblica perché “i settori del potere non vogliono che cresca la dissidenza per lo stesso motivo che le aziende non metteranno degli annunci in giornali come La Jornada”.
A metà settembre, per l’anniversario dei 25 anni de La Jornada, Chosmky è stato uno degli invitati d’onore, giornale che considera come “l’unico indipendente in tutto l’emisfero”. Ma, dice che si sorprende per il successo che questo giornale messicano ha, non solo perché sopravvive senza molta pubblicità, ma anche perché tocca argomenti di grandissima importanza fuori dai limiti di ciò che è considerato come “accettabile” e continua ad essere una delle principali e più popolari fonte d’informazione nel paese.
Normalmente, come nel suo stesso paese, gli USA, i mass media come il New York Times e la CBS News, compiono una funzione fondamentale sostenendo i settori del potere perché il loro “liberalismo” li trasforma in
guardiani delle entrate” che marchiano cosa può essere pubblicato e cosa no.
Credo che sono moderatamente critici dentro i margini. Non sono totalmente sottomessi al potere ma sono ben controllati sapendo fino a dove possono arrivare”, dichiara Chomsky. Cita l’esempio della guerra contro il Vietnam, dove i mass media non questionavano le intenzioni del governo, perchè credono che stia sempre cercando di “fare il bene”, ma si arriva a criticare i piani, strategie e, forse, gli abusi commessi quando fallivano nella missione o quando muore tanta gente che è impossibile occultare oltre.
Anche Obama è stato chiamato “liberale”, dice Chomsky, perché ha criticato il governo precedente per i gli errori strategici e non tanto perché abbia pensato che la guerra in Iraq o in Afghanistan siano cattive in se. In questi momenti, dopo la scalata dell’esercito in Afghanistan, Chomsky ha dimostrato di avere ragione: Obama è “liberale” non perché questiona le intenzioni belliche dello stato ma perché pensa di poterlo fare meglio.
Vengono chiamati “liberali” non perché lo sono, ma perché è quanto di più estremo a sinistra si possa arrivare dove i settori del potere continuano ad essere ancora comodi e che non ci sarà qualcosa che colpisce la gerarchia stabilita. In base ad uno studio del Pew Research Center, solo il “29% degli statunitensi dicono che le notizie riportano i fatti correttamente” mentre “più del doppio (degli intervistati) dicono che la stampa è più liberale di quanto si dica che sia conservatrice”.
Al massimo, il popolo statunitense, vede i mass media come entità liberali, c’è una spinta verso la destra da parte di molte risposte. Sia in radio che nella televisione i lavoratori di questi settori di destra degli USA, hanno un
messaggio uniforme” che attira una grande audience” perché si rivolgono alle lamentele autentiche” dei loro ascoltatori, dice Chomsky.
“Mettiti nella posizione di una persona, presumibilmente lo statunitense comune: “Sono un buon lavoratore e cristiano devoto. Mi prendo cura della mia famiglia, vado a messa, sai, faccio tutto “bene”. E vengo derubato! Negli ultimi trent’anni, le mie entrate sono ferme, le mie ore di lavoro aumentano e i miei benefici sociali diminuiscono. Mia moglie deve avere due lavori per poter portare cibo a casa. I bambini, Dio, non c’è chi se ne prenda cura, le scuole sono terribili e cosi via. Cosa ho fatto di male? Ho fatto tutto quanto dovevo fare, ma qualcosa d’ingiusto sta succedendo. “E allora i giornalisti di destra hanno una risposta per loro…..”
Quei giornalisti si approfittano e sfruttano lo scontento legittimo dei colpiti dalle false promesse dei governanti, le bugie dei mass meda e i furti delle corporazioni. Non si fidano perché hanno dipinto loro una vita che non esiste ai loro orizzonti, perché la loro realtà è un’altra, più dura ma disinfettata in modo che chi ha potere possa cambiare le loro circostanze e possano inghiottire la storia che l’attuale sistema funziona perfettamente.
Per i settori del potere, il capitalismo ha funzionato ed è stato meraviglioso, e come quella è la loro realtà, questo è quello che credono e predicano. E siccome hanno il controllo degli apparecchi possono farsi ascoltare in modo esteso, questo è l’unico rumore che in verità si innalza sugli altri.
Per molti, come lui stesso, riconosce Chomsky, “ci sta andando bene. Per esempio ci sono molte lamentele sul sistema sanitario, ma io ricevo assistenza medica stupenda. La nostra assistenza medica si distribuisce in base alla ricchezza e per (un certo tipo di persone) tutto è ok. Ma non per coloro che ascoltano questi programmi, e quella è una grande fetta della popolazione”.
Allora quei giornalisti riescono, per il semplice motivo di ammettere che esistono problemi, a trasformarsi in una potente voce in difesa di coloro che sono stati relegati al margine della società, e così, ironicamente, accumulano il loro proprio potere e molto denaro commercializzando il sostegno e la fiducia degli ascoltatori.
Mentre loro si arricchiscono, offrendo false soluzioni che si concentrano sulla rabbia populista contro gli “immigranti” o “socialisti” o “femministe” che teoricamente hanno il controllo totale del governo, e così creano discussioni tra le persone con problemi simili e distraggono dal fatto che questi teorici leader si arricchiscono anche con l’attuale sistema e promuovono, piuttosto, un mondo dove le loro idee, degli uomini bianchi e ricchi, sia legge suprema. Cioè, quello che stanno facendo è di rinforzare il sistema esistente per escludere molte più persone di prima che avevano pochi benefici. Ma queste contraddizioni si perdono nella grida che sono bloccate, annegando nel rumore della paura e della rabbia.
Come possiamo quindi affrontare e resistere alle idee facili che tendono ad ingannarci e ad ostacolare un autentico cambiamento? Si potrà? Si è ottenuto?
(Questi modelli) si sono rotti fino ad un certo punto. E’ per questo che non viviamo più in tirannie, sai, il re non decide quello che ha permesso, e c’è molta più libertà di quanta ce n’era in passato. Allora si, questi modelli si possono alterare. Ma mentre esiste la concentrazione del potere in un modo o in un altro, sia di armi, di capitale o un’altra cosa, mentre c'è concentrazione del potere, queste conseguenze (le tendenze per conformarsi dentro del quadro sociali) sono prevedibili”.
Chomsky dice di trovarsi con una certa frustrazione nei circoli intellettuali di sinistra nel suo recente viaggio in Messico perché sentono
che c’è una certa inquietudine e attivismo popolare, ma molto frammentato”. Che questi gruppi abbiano agende molto limitate e specifiche verso certe lotte e non si relazionano e collaborano tra loro. Bene, questo è qualcosa che bisogna superare se si vuole costruire un movimento popolare ampio. E i mass media possono aiutare….” Ma richiede organizzazione. L’organizzazione e l' educazione, quando interagiscono una con l’altra si fortificano tra di esse, si sostengono mutuamente”.
Amauta allora vuole tentare di creare lo spazio dove diverse persone e gruppi possano discutere, qualunque sia l’ideologia, intorno ai problemi sinceri della nostra comunità e non come strumento di propaganda o di interesse personale. Dove, forse, possiamo essere i padroni delle nostre voci, e la nostra parola valga più che la parola dei politici in tv, e i nostri discorsi ci informino più di quanto lo possano fare i mass media attuali. Ma principalmente, vogliamo espandere il dialogo in ogni angolo possibile per collaborare e partecipare insieme in un movimento o vari movimenti che perturbino e cambino lo stato attuale del nostro mondo.
Come ha scritto Chomsky nel suo libro
Democrazia e Educazione ”un movimento di sinistra non ha opportunità di successo, e non la merita, se ottiene un intendimento della società contemporanea ed una visione per un ordine sociale futuro che sia convincente per la maggior parte della popolazione. Le sue mete e strutture organizzative si devono formare attraverso la partecipazione attiva del popolo dentro le lotte popolari e la ricostruzione sociale. Una cultura radicale autentica solo si può creare attraverso la trasformazione spirituale di un enorme gruppo di persone, nel quale l’elemento principale di qualsiasi rivoluzione sociale è quello di estendere la creatività umana e la libertà”.
Per riprendere la nostra voce e convertirci in artisti, giornalisti, creatori della nostra verità e propulsori del cambiamento, Chomsky ci dà un esempio pratico di quello che considera
una partecipazione diretta nella creatività”.
Racconta che circa 15 anni fa, in Brasile, Lula da Silva, allora sindacalista e non presidente, lo portò in un quartiere fuori Rio de Janeiro dove c’era uno spazio aperto, un piazza.
E’ un paese semi- tropicale, tutto il mondo è fuori, è di notte. Un piccolo gruppo di giornalisti di Rio, professionisti, sono usciti quella notte con un camion che parcheggiarono in mezzo alla piazza. Il camion aveva uno schermo su di se, e gli strumenti per una trasmissione televisiva. E quello che stavano trasmettendo erano opere, scritte dalla gente della comunità, attuate e dirette dalle persone della comunità. Allora le persone del quartiere stavano presentando queste opere, e una delle attrici, una ragazza, forse diciassettenne, stava camminando in mezzo alla gente con un microfono, chiedendo alle persone che facessero dei commenti- ci sono molte persone lì, e sono interessate, guardando, c’è gente seduta al bar, gente camminando- allora hanno fatto i loro commenti.
E siccome c’era uno schermo, si trasmetteva dal vivo quello che la gente diceva su quell’opera, e dopo altri rispondevano a quanto si era detto, e così via. E queste opere erano sostanziali….Trattavano argomenti seri. Alcune delle opere erano commedie, sai, ma trattando argomenti come la crisi del debito pubblico, o l’AIDS…E’ stata una partecipazione diretta nella creatività. E credo che è stato qualcosa di molto ingegnoso”.

Adesso tocca a noi. Vogliamo quella piazza, quello spazio pubblico dove la comunità si unisca per creare qualcosa di primordiale. Cercare attivamente sempre più persone che partecipino direttamente per incitare una trasformazione comune, e forse un giorno, un’autentica rivoluzione. Se vuoi unirti, benvenuto.


Fonte: 
http://revista-amauta.org/archives/9731

Traduzione per 
Voci Dalla Strada a cura di VANESA

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