venerdì 19 febbraio 2010

Cinema USA. District 9: i disastri della privatizzazione delle emergenze

district 9
Ma quale Avatar! Guardatevi District 9!”
Almeno, questa era la riflessione di un frequentatore dell'IMDb... E non aveva tutti i torti. Vediamo, il terreno comune c'è: terrestri militaristi e avidi contro extraterrestri che “non hanno un concetto preciso della proprietà privata”; un protagonista che ha tutte le intenzioni di approfittare dell'occasione lavorativa (che consiste nel fregare gli alieni, nel caso di District 9 con una specie di requerimiento); ma che poi viene contaminato dalla cultura aliena, combatte contro gli avidi umani e infine diventa un membro della specie extraterrestre. Tuttavia occorre notare che in Avatar l'umano viene semplicemente “trasferito” nella sua controparte bluastra [1], mentre in District 9 il protagonista, Wikus, si trasforma letteralmente in un alieno, a causa di una contaminazione che non ha nulla di culturale, ma è biologica, carnale al 100%.
Del resto gli alieni, i “gamberoni” (prawns) che arrivano in massa a Johannesburg, non sono nemmeno lontanamente definibili “nobili selvaggi” come i Na'vi di Avatar. Non sono alti, belli, cacciatori-raccoglitori: frugano nelle discariche, vanno matti per il cibo per gatti, compiono atti di violenza insensata, il loro linguaggio non è melodioso come un dialetto hopi, e non offre nemmeno perle di spiritualità semiotica tipo “io ti vedo”, al contrario, è sgradevole come il tramestio di uno scarafaggio in una lattina arrugginita; tra l'insetto e l'artropode, fanno decisamente schifo, hanno un colorito grigiastro marezzato di iridescenze plumbee, tentacoli vibranti sulla bocca, insomma sono la rappresentazione fisica dello slum in cui vivono (il Distretto 9 del titolo), sono proprio lo Straniero ingombrante, repellente, violento, cospiratore, trafficante e infido che infesta gli incubi bagnati dei nazi-leghisti.
Sarà anche per questo che la “conversione” di Wikus (che combatterà fino allo stremo per permettere agli alieni di avere una possibilità di tornare a casa e di sottrarsi alle mire malvagie dei capitalisti di turno) avviene suo malgrado, e non senza picchi di viltà e piccineria.
Naturalmente, nemmeno qui si brilla per originalità (il pensiero, naturalmente, va ad Alien Nation), ma è interessante che i cattivi non siano l'esercito, o una compagnia mineraria, ma una colossale corporation che opera nel campo del peace-keeping (oltre che nel settore delle armi: sono quelle aliene a farli salivare). Insomma, le Nazioni Unite che danno ai privati l'appalto per occuparsi delle “emergenze umanitarie”: vi ricorda qualcosa?
E infine no, non ha senso fare una graduatoria tra District 9 e Avatar, per quanto, personalmente, provi un po' di simpatia in più per Wikus, un “uomo del sottosuolo”, il cui traguardo non è impalmare la bellissima figlia del Capo, ma sopravvivere in pace per qualche anno, frugando nella monnezza.
Cat food, yum!

Domenico D'Amico

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