mercoledì 2 novembre 2011

Bisogna fare come se il Pd non ci fosse

di Nicodemo

La fine di ogni speranza di cambiamento di questo paese si avvicina, il sistema Italia appare sempre più irriformabile, poiché il termine riformismo ha perso da tempo ormai la sua valenza di mediazione fra le istanze del capitale e quelle delle classi oppresse. Persino Renzi si definirebbe un riformista se avesse un vocabolario a disposizione. Andiamo avanti contrabbandando gusci vuoti per novità epocali, che nascondono sempre l'ignobile inganno: in culo ai lavoratori, ma per il bene della patria naturalmente. Il mantra oggi, quello che calma i mercati in ansia è: dobbiamo avere il coraggio di fare scelte impopolari. Tradotto: pensioni a 70 anni, privatizzazioni, licenziamenti facili, meno welfare, scuole private, ospedali magari pure ecc. Se non si fa questo il mondo così come lo conosciamo ci si rovinerà addosso e non avremo più il GF(e meno male mi verrebbe da dire). In poche parole se non ci facciamo flagellare e mettere in croce sarà l'apocalisse now. Questa visione del popolo come salvatore che si immola sull'altare del mercato è davvero paradossale: in genere i salvatori si immolano per salvare l'umanità, qui il salvatore identificandosi esso stesso con l'umanità, chi salva? Il mercato ovviamente, cioè quella cosa che gli fa volutamente del male. Strana idea davvero.
Dicono che non c'è altro rimedio. Stretti da un'aporia che pare ci debba sopravvivere, siamo costretti a rimandare la risoluzioni dei problemi domestici, come quello di avere un governo di merda e un sistema dominato dagli interessi di una banda di delinquenti, alla risoluzione dei problemi del mondo intero. Eppure, sarò ingenuo, ma credo che occorra cercare di conciliare la lotta per cambiare il mondo (Occupy the world), con la lotta per non mandare al potere gente come Casini, Montezemolo o Renzi in Italia. E Bersani? Diciamocela tutta: bisogna fare come se il PD non ci fosse, lasciandoli alle loro beghe, i loro inciuci, i loro giochetti di corrente e al loro falso realismo. Dobbiamo elaborare un programma politico-elettorale che sia diretta espressione della società civile, quella dei referendum sull'acqua pubblica e del bene comune, senza cedere ai ricatti del voto utile o baggianate simili, poi si vedrà. Abbiamo una forza che è pari alla nostra frammentazione a alla nostra passione per i veti, vinceremmo senz'altro se superassimo resistenze ideologiche e qualche decina di ismi con relative geografie politiche, e il governo dell'Italia andrebbe ai migliori e non ai Verdini, i Cicchitto, i Bisignani, le concubine e le zoccole del sultano e chi più ne ha più ne metta.
Mi viene in mente un vecchio film di Monty Python: Brian di Nazareth, del '79, davvero attualissimo, dove il fronte degli sgangherati oppositori dei romani, non faceva che dividersi al suo interno, fino a creare e movimenti composti anche da una singola persona, e tutte le varie componenti si accusavano vicendevolmente di essere dei parolai venduti e inconcludenti. Alla fine, per tutte le fazioni il nemico principale era diventato il Fronte Popolare delle Giudea, partito con le loro stesse  finalità, odiato più dei romani stessi.
Speriamo nel miracolo.

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