di Franco Cilli
Non voglio difendere
Farage, come si dice il mio imprinting è di sinistra, vengo da una
di quelle innumerevoli storie di movimentismo giovanile e riflessione
pacata in età matura, con la testa che finalmente razionalizza e ti
da il contegno giusto, mentre le viscere continuano a ribollire di
rabbia. Sempre dalla parte degli ultimi, aspettando con l'aria del discepolo corrucciato, come altri in ogni era della storia del mondo, l'avvento del bene e della
giustizia in terra per gli uomini di buona volontà. Lo so, tutto ciò
suona giustificatorio e lo è, perché non voglio apparire il
grillino dell'ultima ora né un fan di Farage. Eppure l'ipocrisia e l'ignoranza di
tanti che oggi si scandalizzano per lo xenofobo, razzista e omofobo
Farage, mi fa inorridire e mi causa sussulti di rabbia che riesco a
stento a trattenere. La prima domanda che mi sorge spontanea in questo momento è perché questi liberali da avanspettacolo, profeti last minute dell'avventismo renziano che brulicano nei nostri media, parlano allarmati di fascismo e di xenofobia di Farage e fingono che il governo ucraino sia un esempio di democrazia, tacendo sulla presenza di ministri nazisti al suo interno ( si proprio nazisti dichiarati)? A seguire me ne vengono altre che riguardano il nostro paese. Perché quelle persone avvedute che hanno votato
Renzi per “costruire un argine contro i populismi” certi che
questa sia la cosa più saggia, invece di scandalizzarsi per Farage,
non si scandalizzano per la strage di società che quelli come Renzi
compiono in Europa quotidianamente? Perché non scorgono negli occhi
dei fratelli greci quello sguardo d'accusa verso coloro che li hanno
condannati a morte per ingrassare le banche? Perché non scorgono dietro i governi Monti, Letta e Renzi le facce torve di banchieri e dei
loro emissari che con una semplice equazione matematica azzerano la
vita di milioni di uomini, una variabile come un'altra: "Stiamo
effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il
consolidamento fiscale. Quindi, ci deve essere una operazione di
domanda attraverso l’Europa, un’espansione della domanda";
Monti dixit. E come si fa a comprimere la domanda se non tagliando i
salari e alzando le tasse? La gente compra meno, ma le banche che non
danno credito continuano a ingrassare. Perché queste persone sagge
non riescono a leggere nelle parole di Renzi e Letta: “dobbiamo
privatizzare per diminuire il debito pubblico”, un rischio letale
per la civiltà tutta? Perché non ribollono di rabbia per la legge
Fornero, che condanna all'ergastolo milioni di lavoratori, già
truffati dal contributivo, e per le parole del ministro renziano
Padoan, banchiere fino la midollo, che dice: “non abbiamo
intenzione di ridurre l'età pensionabile”. Come non bastasse i
saggi e consapevoli renziani per necessità si bevono quale
ineluttabile il mancato rinnovo dei contratti e della rivalutazione
delle pensioni, e come se non bastasse ritengono lodevole il voto di
scambio al prezzo di 80 euro per non apparire spocchiosi e con la
puzza al naso. Intanto si svende la Rai, un bene pubblico, per
finanziare le mance elettorali. Perché l'austerità qui in Italia si
coniuga col nuovo, mentre in tutte le altre nazioni si declina come
comodo alibi per perpetuare le vecchie oligarchie e strangolare i
poveracci? E questo il punto che vi ostinate a non cogliere, amici e compagni impauriti dal cambiamento, ubriacati dalle lusinghe e dalle rassicurazioni della nuova era
renziana, che promette pulizia e di onore al merito. Voglio ricordare
le parole del compianto Padoa Schioppa, come esempio di uno stile di pensiero, perché ve le stampiate nella
memoria, voi saggi e puri di cuore che “il rischio maggiore è il
populismo”.
"Nell’Europa
continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi
spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del
lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un
unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso
del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’
individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i
rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o
qualità. Cento, cinquanta anni fa il lavoro era necessità; la buona
salute, dono del Signore; la cura del vecchio, atto di pietà
familiare; la promozione in ufficio, riconoscimento di un merito; il
titolo di studio o l’apprendistato di mestiere, costoso
investimento. Il confronto dell’uomo con le difficoltà della vita
era sentito, come da antichissimo tempo, quale prova di abilità e di
fortuna. È sempre più divenuto il campo della solidarietà dei
concittadini verso l’ individuo bisognoso, e qui sta la grandezza
del modello europeo. Ma è anche degenerato a campo dei diritti che
un accidioso individuo, senza più meriti né doveri, rivendica dallo
Stato.". (Padoa Schioppa, Il Corriere della Sera del 26
Agosto 2003)
Chi è il razzista a
questo punto, Farage o questa genia liberale, che si crede illuminata
e si auto-attribuisce il diritto di vita e di morte sulla massa
bruta, esentando se stessi, per diritto d nascita da ogni durezza e
ogni fastidio del vivere? I veri razzisti sono gli eredi
spirituali di coloro che in India, Africa e America Latina,
distruggevano armi in pugno interi popoli e intere economie in
ossequio alla superiorità delle civiltà coloniali e che oggi
continuano l'opera di distruzione con ogni mezzo possibile, certi
della superiorità che proviene dal ceto e da una carnagione chiara.
Conservate questo retro pensiero gelosamente, vi sarà utile per
decifrare le parole di coloro che indossano le maschere di salvatori
col sorriso e lo sguardo benedicente, per nascondere la loro vera
natura di predatori
Voglio credere che quelli
che fra operai, impiegati, precari e disoccupati, hanno votato Renzi
lo abbiano fatto per ignoranza, e che presto si ravvederanno,
altrimenti non resterà che prepararsi alla catastrofe.
Retorica.Stiamo ai fatti.Le filosofie offuscano la realtà.Renzi c'è da poco,lasciamolo lavorare.A posteriori potremo fare gli esami.Ho sempre diffidato dei personaggi che sanno sempre una pagina più del libro.
RispondiEliminaNon è retorica né supponenza, è una lettura della realtà: Renzi rappresenta una visione della politica e dell'economia che si riassume in una parola, austerità. Riteniamo sia la strada giusta? Chiedere ai Greci.
RispondiEliminaNon è retorica né supponenza, è una lettura della realtà: Renzi rappresenta una visione della politica e dell'economia che si riassume in una parola, austerità. Riteniamo sia la strada giusta? Chiedere ai Greci.
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