lunedì 19 dicembre 2011

Ancora sull'operaia leghista

Un blogger dovrebbe essere accurato nel riferire le notizie e sebbene non sia un giornalista ha comunque il dovere di verificare le fonti. Nel caso dell'on Munerato, citata nel precedente post, ho affermato che non fosse un'operaia, ma bensì una negoziante di vini, avendola conosciuta come tale. Ho però colpevolmente trascurato un piccolo dettaglio logico: nulla impedisce infatti a chi commercia vini di essere stato o di essere allo stesso tempo un operaio. Si da il caso che da quanto ho appreso che la sig Munerato sia stata anche operaia in una qualche stagione della sua vita, non sono riuscito ad appurare se prima, dopo o durante la sua attività di commerciante di vini.
La sostanza non cambia di molto, l'on Munerato non è un operaia e non lo sarà mai più, da quanto si dice vuole restare in politica, o comunque non lo è più da tempo, è una donna che ha sfruttato furbescamente aspetti del suo passato per attuare una messinscena a uso e consumo della sua formazione politica, un partito razzista e xenofobo, che rappresenta l'Italia peggiore e che improvvisamente si finge paladino dei più deboli.
Rimane l'ipocrisia e il cattivo gusto della mascherata dell'on Munerato, ma rimane ahimè anche il mio, seppur parziale, errore.
Di questo faccio ammenda e chiedo scusa a quei tantissimi fra blogger e comuni cittadini che hanno letto e continuano a leggere il mio post, per la mia imprecisione, ma per fortuna non è successo nulla di grave: in fondo sono sempre leghisti con o senza sceneggiate.

Nessun commento:

Posta un commento

Il racconto truccato del conflitto previdenziale

di Matteo Bortolon da Il Manifesto   Le pensioni sono sotto attacco. Non a singhiozzo, non in fasi circoscritte: sempre. Tale conclu...