domenica 18 dicembre 2011

Il "cattivo senso" dei blogger

Noi blogger non siamo niente di speciale: siamo semplici cittadini che invece di limitarsi ad esprimere le proprie opinioni al bar a scambiare battute col portinaio e il tassista, riversano le proprie idee anche nel cyberspace. Non c'è niente in noi del luogo comune del solipsimo o di una sorta di autismo che ci vede relegati in un cantuccio a scrivere pur di evitare le relazioni sociali, è semplicemente una forma di espressione che ci si aggrada più di altre e si confà maggiormente alla nostra indole riflessiva e vorace di novità, e ci piace per il senso di aliena compartecipazione alla vita. Eppure è proprio questo “distacco interessato” che a mio parere ci permette di cogliere l'essenziale, e che in un continuo interscambio di opinioni e di confronto in tempo reale del dato, ci consente di mettere a nudo una realtà depurata dagli psicologismi e dai propagandismi dei servi del regime, capaci di infondere in noi il senso patriottico del luogo comune o della necessità inderogabile. “Monti è l'amara medicina che dobbiamo ingoiare e tutti anche i meno abbienti devono fare la loro parte”. Incredibile, ma un simile messaggio così crudelmente ingiusto rispetto alla realtà delle condizioni di vita di milioni di persone, viene contrabbandato per una verità alla quale dobbiamo avvicinarci senza esitazioni, vincendo la nostra naturale ritrosia per il “buon senso” delle istituzioni, dei mercati edelle banche, accompagnati amorevolmente per mano dai grandi saggi della nazione, cioè fior di mascalzoni miliardari che ci hanno succhiato il sangue per una vita.
Nessuno sa veramente andare contro questo “buon senso” e inviarci un messaggio di cambiamento vero, tranne poche eccezioni come De Magistris a Napoli. Nessuno, nemmeno Vendola con il suo profluvio verbale che sembra nascondere tattiche desuete e ambiguità mai risolte, né Di Pietro con il suo ardore popolano e l'abaco in mano per contare i voti dei vari Razzi e Scilipoti, nella logica del voto che non olet; purtroppo neanche Ferrero col suo restare ancorato ad un secolo troppo breve e troppo tormentato per poter dare risposte per il futuro.
Noi blogger come molti dei comuni cittadini sappiamo cosa ci vorrebbe per uccidere il gattopardo, incenerirlo ed evitare che resusciti, ma non possiamo molto contro il buon senso. Anche noi però abbiamo i nostri fantasmi da affrontare, conosciamo il nostro potere, ma sappiamo benissimo che la nostra onda formidabile può essere cavalcata da una nuova elite che rimpiazza quella vecchia con la scusa del nuovo che sa di primavera. Per questo alle volte siamo vinti da un responsabilità troppo grande per la modestia delle nostre idee, che diventano grandi solo grazie alla rete. 
Quello che possiamo dire adesso e quello che continueremo a dire anche domani è che né Monti né altri come lui ci convinceranno mai che una strage si innocenti sia l'unica strada percorribile per la salvezza.
Una volta i medici curavano le malattie col salasso, una cura che non faceva altro, tranne in rarissimi casi, che accelerare la morte del malato, oppure amputavano le gambe fratturate, non sapendo che steccate e immobilizzate potevano essere salvate. Monti vuole ancora convincerci che salassi e amputazioni siano i rimedi migliori. 
Non c'è storia, noi stiamo col “cattivo senso”.

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