giovedì 29 dicembre 2011

Il Pd contro Englaro e Bellocchio

di Matteo Pucciarelli da Micromega 


Questo 2011 si chiude con l'ennesima conferma di quello che un po' tutti pensano, magari anche di nascosto da se stessi. Il Pd è sì un grande partito, è sì moderno, ma soprattutto non è più di sinistra (sempre se mai lo fosse stato). Lasciando perdere per un attimo l'appoggio al governo di Mario Monti (che non è poco, ma è argomento ormai inflazionato), siccome sono le "piccole" cose che spiegano ben più delle grandi analisi, basta andarsi a rivedere quanto succede nel tanto decantato "Pd dei territori".

In Friuli Venezia Giulia il partito di Bersani vota con Pdl, Udc, Fli (che poi cosa c'è da stupirsi? Governano già insieme l'Italia...) e anche con la cattivissima e anti-nazionale Lega Nord un ordine del giorno presentato dai cattolici di Casini che vietano alla regione di finanziare il film di Marco Bellocchio su Eluana Englaro. Non sia mai che questo bellissimo clima di "unità e coesione nazionale" venga disturbato da quelle noiosissime discussioni su libera scelta, testamento biologico e laicità. Meglio un bel bagno di ipocrisia perbenista e ovviamente "democratica", facendo franella (in Toscana sta per "amoreggiare") con i seguaci di quell'uomo (Berlusconi, chi sennò?) che ebbe il coraggio di dire che Eluana, da 17 anni su un letto in stato vegetativo, poteva addirittura procreare. Ecco, il Pd ha il fegato di votare con chi direttamente o meno pronunciava tali bestialità, che blasfeme lo sono davvero ma nei confronti della vita stessa.

Passiamo in Emilia Romagna, patria del glorioso socialismo municipale che mezza Europa invidiava all'Italia. Ora nessuno ce lo invidia più, anche perché di socialismo non c'è più neanche la minima traccia. Tanto per dire, laggiù il Pd ha appena votato l'aumento delle tariffe dell'acqua del 6%. Questo perché l'esito del referendum di giugno che diceva "no" alla privatizzazione dei servizi idrici è stato bellamente cestinato praticamente ovunque (salvo che a Napoli). L'acqua emiliana è rimasta in mano a un'azienda privata (la Hera) a partecipazione pubblica. E pretende di guadagnarci. Chi se ne frega del voto dei cittadini di soli sei mesi fa. E chi se ne frega se lo stesso Pd, molto furbescamente, aveva messo il cappello su quella battaglia referendaria. La coerenza in politica, si sa, per D'Alema Veltroni e company è roba da mammolette. La cronaca di Italia Oggi raccontava di cittadini inferociti che dopo la riunione dei 32 sindaci e presidenti delle province locali li hanno accolti gridando "ladri, ladri, siete come Craxi" (uno giustamente si domanda: ma un cittadino, per essere rispettato nelle proprie scelte avvenute in democrazia come ad esempio un voto referendario dall'esito così chiaro e schiacciante, cosa deve fare?).

Le cose basta saperle. Nessuno si strappa le vesti se il Pd ha perso ogni legame ideale con il proprio passato. Da anni i raffinati ed arguti strateghi "riformisti" si lamentano di non avere in Italia un centrodestra moderno europeo e liberale. Non si erano accorti di avere la soluzione a portata di mano: il centrodestra sono loro.

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