Tonino D'Orazio
L’Italia non è più un
paese sorvegliato speciale. Risultato in soli 40 giorni di governo
Berlusconi-Letta-Monti. Anche se non abbiamo votato bene, Napolitano
ha messo a posto le cose per la continuità. Per il 2012 il debito
pubblico (che ormai avrebbero dovuto capire tutti che dentro, per 60%
c’è il debito privato delle imprese e delle banche) raggiungerà,
se ce la raccontano giusta e non farci paura, il 130%.
Evviva! Se il paese
crescerà (sempre aspettando la fase due e non saremo tutti morti di
fame) raggiungeremo l’obbligo europeo del 60% del rapporto tra
debito e Pil, nel 2093. Lo spergiura l’Istat, senza nemmeno
sorridere. Mettiamoci l’anima in pace e continuiamo nel percorso.
Non c’è alternativa. Ci spinge la curiosità di sapere, fino
all’ultimo respiro, che di anno in anno andrà meglio, come
certificano i vari identici governi che si susseguono dall’euro in
poi. Bisogna credere, ormai è una questione di fede e speranza. Tra
l’altro Draghi dice che già andrà meglio nel secondo semestre
2013. Si mettessero almeno d’accordo, rischieremmo di crederci.
Evviva! Ci hanno appena
comunicato ufficialmente che abbiamo 25 anni di ritardo. Da chi, da
che cosa? Perché non dire che siamo tornati indietro di 25 anni? E’
più preciso e sa meno di menzogna, visto che se ne erano accorti
tutti. Però la scientificità, vuoi mettere!
Evviva! L’Istat ci
comunica che per tornare ai livelli occupazionali a cui siamo
abituati dobbiamo aspettare il 2076. Che ci vuole! Se tutto va bene.
Siamo già qui ad aspettare da almeno dieci anni.
Dice l’Ilo
(organizzazione mondiale del lavoro) che all’Italia servono
subito circa 1,7
milioni di nuovi posti di lavoro per riportare il tasso
di occupazione ai livelli pre-crisi. Bel
consiglio.
Evviva! Antica ed
efficace regola per diminuire la disoccupazione. Sono pronti a
lasciare l'Italia -sottolinea la Coldiretti- sia gli studenti (59%)
che i disoccupati (53%), ma anche coloro che hanno già un lavoro
(47%). Questo perché il 73% dei giovani ritiene che l'Italia non
possa offrire in nessun modo un futuro. Chissà se saranno nel 50%
degli astenuti al voto. Quando si dice democrazia, lavoro e futuro.
Evviva la truffa
dell’abolizione dei rimborsi elettorali. I soldi ai partiti vanno
lo stesso. Intanto la data di abolizione, a decrescere, del 2017. ma
per quest’anno i rimborsi non si toccano. Dalla dichiarazione 2015
(per anno 2014) i “partiti” politici riceveranno il 2/mille dai
cittadini tramite la dichiarazione dei redditi sulle persone fisiche,
oltre ovviamente il 60% ancora “dovuto”. Così per gli anni
successivi si somma il vecchio dovuto al nuovo. Altri benefici: la
concessione gratuita di spazi
(anche tv) e servizi, e dal demanio, locali e
palazzi gratuiti. Un affare. Se i cittadini non scelgono, la torta di
800 milioni del 2/mille se la dividono ugualmente, proporzionalmente.
In realtà raddoppieranno i contributi ricevuti, magari prendendosi
anche i soldi rifiutati dal M5S (non è un “partito”!), e diranno
che le riforme promesse vanno avanti. Aspettiamo conferma dal canuto
Napolitano. A meno di devolvere il 2/mille direttamente allo stato.
Quanti lo sapranno e lo faranno? Passata la festa, gabbato il santo.
Invece non è previsto niente per regolare il funzionamento delle
fondazioni politiche e la trasparenza dei partiti stessi. Invece
vengono raddoppiate le esenzioni fiscali alle imprese per le
“donazioni volontarie” ai partiti. Non basta, ancora dal 2014
partiti e movimenti (però!) possono essere ammessi al regime
fiscale agevolato”. Dell’Imu, dell’aumento Iva e del
lavoro non si è ancora sicuri di niente, ma il dibattito sul
presidenzialismo anti-costituzionale, sostenuto dal garante
Napolitano, va avanti. Prossimo presidente-capò sarà ovviamente il
novantenne pluri-indagato e condannato Berlusconi. Quando la
“sinistra” si muove…
Evviva, tra giugno 2012 e
maggio 2013 il Mib segna un +35%. Il Pil è in calo da sette
trimestri consecutivi. Consumi e produzione industriale crollano, la
disoccupazione è ai massimi storici. Uno scollamento sempre più
profondo tra finanza ed economia. Una classica bolla. E prima o poi
le bolle scoppiano, causando disastri economici e sociali. Se non
cambiamo dalle fondamenta l'attuale sistema, il dubbio non è “se”
ma “quando” scoppierà. Ma chi vuole cambiare cosa? Chi conta in
questo momento sta guadagnando forte.
Evviva, c’è l’unità
sindacale sulla rappresentanza. Bene. Certamente. Ma sicuramente un
patto con Cisl-Uil e Confindustria non è mai sufficiente e
affidabile. Sono troppo volubili. E’ necessaria allora una Legge
sulla Democrazia Sindacale, per affermare l’universalità di un
diritto democratico fuori e dentro i posti di lavoro, se si vuole
recuperare al sindacato tutti gli esclusi per legge.
Evviva! La Corte
costituzionale ha dichiarato illegittimo l'articolo 3 della Legge
della Regione Abruzzo (n1.del 10 gennaio 2012) con il quale si è
istituito uno stanziamento di 200 mila euro per i rimborsi ai
cittadini affetti da patologie oncologiche. Morire sì, però in
silenzio. Non si può sforare il bilancio previsto. Il presidente
della regione Chiodi: “Continueremo a cercare soluzioni. Ma no a
strumentalizzazioni macabre”. Ci mancherebbe siamo tutti fair
play.
Ho sicuramente
tralasciato parecchie cose per essere più speranzosi e allegri, ma
non mi andava di parlare di pensioni e pensionati.
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