In Italia si sa, non fai carriera
se non appartieni alla famiglia giusta e non credo proprio sia questione
di geni. Vi ricordate la figlia della Fornero, quella che a 32 anni faceva carriera nel mondo accademico mentre mamma Elsa rimproverava ai giovani di essere troppo choosy?
A Pescara, città di circa 150000
abitanti che da poco ha eletto il sindaco (Pd), abbiamo avuto in questi
giorni un esempio ordinario di familismo. Niente di eccezionale, solo
che normalmente quando un figlio di tal padre viene eletto a qualche
carica, che magari precedentemente ricopriva il blasonato genitore, o
vince qualche concorso, il tutto passa seguendo determinate norme, che
sebbene stando a quanto dicono i maligni, vengano bellamente aggirate,
facendo lievitare come per incanto le chance del rampollo di turno,
mantengono almeno un'apparenza di legalità. In questo caso specifico
invece, Teodoro padre ha imposto come assessore esterno
al patrimonio con delega alle politiche giovanili la figlia
diciannovenne Veronica, quale contropartita dei voti portati, senza che la stessa abbia un minimo di requisito o di curriculum (come potrebbe a
diciannove anni?) e senza che questa abbia dovuto affrontare alcuna vera
o finta selezione. Il padre si fa da parte per lasciare il posto alla
giovane rampolla, una successione dinastica in stile pecoreccio.
Vale la pena di ricordare che Teodoro ha dato il
suo determinante contributo di voti alle ultime tre giunte, una di
destra e due di sinistra, tenendo i piedi ben saldi nella stanza dei
bottoni, indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni che
si succedevano a palazzo, e che Alessandrini, figlio
del giudice ucciso da prima linea, si era proposto, ça va sans dire,
come il simbolo del nuovo all'insegna della meritocrazia.
Questo episodio, in apparenza banale, ha il pregio
di sbattere in faccia a tutta la comunità la natura contundente e
offensiva del familismo e del clientelismo su cui si regge saldamente il
sistema Italia, e lo fa con una virulenza tale da incrinare anche
quella dura corazza di indifferenza e di ignavia di cui si barda un
cittadino ormai avvezzo a tutto.
La questione non è secondaria né irrilevante, e
anche se come si suol dire quello che accade dietro le quinte della
politica è molto peggio di ciò che si vede alla luce del sole, è proprio
perché un tale avvenimento è così sfacciatamente in conflitto con i
propositi "riformisti" e nuovisti del new deal piddino, che vale la pena
di enfatizzarlo. Mettere con le spalle al muro un'amministrazione che
si riempie la bocca di parole come merito, trasparenza e legalità è la
maniera migliore per testare la sua coerenza. Diversamente sarà la
riprova che al di là delle differenze di facciata il sistema politico ha
un'essenza unica ed il suo unico scopo e la pura sopravvivenza.
Non ho neanche finito di leggere l' articolo, poiché mi è venuto un conato di vomito.
RispondiEliminaLa prima immagine che mi viene in mente è il mercato delle vacche.
In cambio di voti mi devi garantire certi privilegi.
Questo è il paese Italia, vecchio e corruttibile, con una radicata mentalità clientelare dove il merito è "OPTIONAL" . Quello che conta è il "MIO" benessere, tutto il resto è fuffa.
Mi piacerebbe vedere quando si potrà parlare del "NOSTRO" benessere.