sabato 17 gennaio 2015

E’ andato via, quasi

di Tonino D'Orazio
 
Ma il vilipendio rimane anche per gli ex presidenti? Sapete, la libertà di pensiero. Nessuno ha distrutto di più il paese come questo strano uomo. Un uomo sempre a galla e senza ideali sicuri, dalla sua presenza nel PCI di Napoli, sin dal dopoguerra, e successivamente aderente alle varie mode politiche dei decenni seguenti. Da comunista all’acqua di rosa, a socialista ombra nel periodo di Craxi, ministro dell’interno contestato, fantasma presente ai vari passaggi Pds, Ds, Pd. Risuscitato da D’Alema per un posto presidenziale dove non doveva fare altro che eseguire ciò che i “poteri forti” (ossimoro di anti-democrazia) gli avrebbero ordinato. E così è stato anche per il suo innamoramento senza ritegno per la Germania della Merkel e per la Commissione europea, di destra e anti-operaia.
Non basta aprire una Veuve Clicot per festeggiare. Non solo non è andato via veramente, ma prepotente e imbevuto di sé stesso com’è continuerà sicuramente ad intrigare dal suo scanno di senatore a vita. Morirà in Parlamento dopo più di dodici lustri di attaccamento alla poltrona. Che presidenza penosa in un confronto impossibile con Pertini e persino con Cossiga, malgrado tutta la casta dei giornalisti ci provi. Mai nessun presidente è stato “insultato” quanto lui per le banalità espresse, fino a rifiutare in massa di ascoltarlo per gli “auguri” di fine anno. Anche nel 2013. Le audience hanno palesemente mentito. La gente aveva altro da fare. Da sempre al servizio dei poteri forti e delle classi dominanti, l'ex fascista (iscritto al GUF, Gruppo Universitario Fascista), l'ex comunista (iscritto al Partito Comunista Italiano), l'ex del PDS, l’ex dei DS e infine l’ex democratico (Partito Democratico), finalmente a 90 anni suonati va in pensione d’oro. Amen. Forse. Fino ad ex senatore a vita.
Un uomo che è stato ministro e padre della peggiore legge anti-immigrati esistente in un paese europeo e civile (dixit: Tribunale Internazionale dei Diritti Umani). Un uomo che ha accompagnato la distruzione del lavoro e dello stato sociale italiano allo stadio attuale. Un uomo che doveva essere garante della Costituzione e invece ne è stato, con Berlusconi-Fini e il PD, il peggior sgretolatore. Un uomo che ha imposto alla repubblica parlamentare una repubblica presidenziale e monocratica. Ha scelto lui direttamente gli ultimi tre presidenti del consiglio, minacciando e ricattando di volta in volta il Parlamento con le sue dimissioni, fino all’ultimo Pinocchio apprendista stregone. Conoscendolo avrà sicuramente indicato e costruito il nuovo nome prima di andarsene. Ha necessità di continuità e di elogi, anche se falsi, per uscire con la testa alta. Non certamente un nome che riporti il paese e la funzione di presidente garante sulla retta via. Magari un banchiere proveniente da Goldman Sachs andrebbe proprio bene. O un amico degli amici, ma di quelli vecchi e implicati con il passato e l’omertà. Magari di quelli che hanno governato a suon di stragi e di bombe.
L’uomo giusto per la cultura giusta. Nel 1981 definì le parole di Berlinguer sulla questione morale ("I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali") "vuote invettive".
Non deve stupire i ringraziamenti delle varie caste che hanno occupato le istituzioni e se ne sono appropriate anche col suo sostegno perché senza contrasto. I parlamentari collusi e corrotti che in fondo ha protetto. I giornalisti sempre osannanti, i banchieri, gli imprenditori, soprattutto quelli corrotti ai quali ha permesso di rimanere agganciati al sistema politico attuale inamovibile, predatorio e impunito.
Né si può pensare che la Corte Costituzionale, avendo definito le due ultime leggi elettorali incostituzionali, innescando un meccanismo di falsa legalità dei Parlamenti succedutisi sotto il suo regno di garante se non della sua elezione, possa essere diventato un organo inutile e che mette il bastone alle ruote dei super leader massimo che hanno condotto il Paese allo sfacelo attuale. A colpi di centinaia di leggi carrozzoni con “voto di fiducia” (massima debolezza di un governo veramente democratico ed normalmente esecutivo dei dettami del Parlamento) che lui avrebbe dovuto contrastare e nei quali ha partecipato direttamente, con un doppio-pettismo sfacciato. Il piagnucolare per i giovani senza lavoro mentre li affossava con la sua firma sulle varie leggi di precarizzazione. Le altre due leggi dichiarate incostituzionali dalla Corte riguardanti il Lodo Alfano e il Legittimo Impedimento indicano la sua partecipazione a sostegno di Berlusconi, il quale in questi giorni lo cita come persona “antidemocratica”. Il bue che dice cornuto all’asino. Un tribunale storico contro il vilipendio della Costituzione e l’impoverimento del paese lo vedrebbe, insieme all’amico Berlusconi e altri, sicuramente imputato. Non fa parte ancora dei vincitori che possono ricostruire la storia a modo loro per poter essere considerato “padre della patria”. Anzi. L’autonomia di questo Paese, che lui ha scorporato e sottomesso a tutti i poteri esterni e internazionali senza ritegno, non è ancora finita. Che può voler dire, tenuto conto della loro fobia, “un comunista amato dagli americani”, se non la controprova di ciò che asseriamo.
Non sono mai state realmente fugate le sue implicazioni, se non l’alone della sua partecipazione, allo storico evidente accordo Stato-mafia, dovute ad una serie di interferenze non giustificate, di tentennamenti sulla lesa maestà, se non sul riserbo ufficiale del segreto di Stato, sulle sue intercettazioni distrutte e su una specie di parodia propedeutica nel tribunale di Palermo.
Capisco anche che abbia molti tifosi ai quali, e come tali, interessa poco la realtà dei fatti. Molti di loro amano, aspettano e difendono sempre l’uomo della provvidenza che ci salverà. Non sono mai arrivati e quest’ultimo proprio non né è stato uno. Ma sperano sicuramente che lo sarà il prossimo.
Visto che siamo in fase critica di libertà di pensiero lasciatemi alle mie riflessioni, e probabilmente non solo mie. Ho sempre anch’io la speranza che la storia possa raccontare una parte di verità, prima o poi, anche se dopo il “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato”.

2 commenti:

  1. La politica italiana e pure quella europea e di tutto il blocco NATO è sempre stata eterodiretta dopo la seconda guerra mondiale con le buone e con le cattive dagli USA e più che dalla classe politica di questa nazione imperiale, anch'essa ceto di marionette, dalle lobby della finanza e dell'apparato militare del Pentagono; per l'Italia parla la storia ormai, diciamo fondata dopo lo sbarco in Sicilia d'accordo con la mafia, dalla strage di Portella della Ginestra in poi, fino ai nostri giorni. Nell'immediato dopoguerra parte di questa strategia di controllo consistette nel mettere propri agenti italiani, da parte della CIA, come fiduciari nelle direzioni e comitati centrali di tutti i partiti italiani nessuno escluso e lo stesso fece poi di conseguenza il KGB. Indovina indovinello!
    Dall'arruolamento in un servizio segreto, soprattutto se estero, non si esce se non orizzontali e la propria missione nel corso del tempo e delle contingenze si adatta e sviluppa. Nulla in Italia è avvenuto a caso e ancora non siamo nelle condizioni che nulla ancora possa uscire da questo controllo ferreo; esempio lampante, la strage di Parigi: come si permette la Francia di riconoscere lo Stato di Palestina?!

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  2. Non sono mai stato un dietrologo, ma alle volte mi viene in mente che la realtà che si cela dietro la facciata istituzionale e i suoi convenevoli sia ancora più prosaica è più intricata di quella descritta nei più scadenti spy story in circolazione

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