domenica 2 luglio 2017

Note sul signor Zonin, il suo amico Blair e Banca Intesa

di Franco Berardi da facebook 

Horst Fantazzini è una delle persone più garbate che ho conosciuto. Lo incontrai nel 1972, in una cella del carcere di San Giovanni in Monte dove scontavo una pena carceraria per manifestazione non autorizzata (la cella numero 10 per la precisione, ma non cercatela, perché quel carcere non esiste più, al suo posto oggi c’è la facoltà di storia dell’università di Bologna). Quando veniva a visitarmi nella mia cella durante l’ora d’aria indossava la giacca da camera color amaranto, e mi raccontava un po’ della sua vita. Era stato condannato per ventitré rapine compiute nella regione emiliana. Un record invidiabile (io gli invidiavo quel record, perché non ero altro un intellettuale pippaiolo e non avevo fatte rapine). Non aveva mai portato un’arma. Si avvicinava alla cassa, e con accento vagamente francese diceva: questa è una rapina la prego di darmi tutti i soldi che ha in cassa. Generalmente il cassiere gli dava un bel pacchetto di banconote e lui se ne andava non senza ringraziare. Una volta, a Piacenza, un cassiere gli rispose sgarbatamente dicendo che non c’erano soldi, e lui disse semplicemente: mi scusi per il disturbo e se ne andò.
Provateci oggi. All’ingresso ci sono congegni che vi scrutano per individuare metalli, poi c’è una dozzina di telecamere collegate a ignote centrali della sicurezza, e i cassieri, i poveri cassieri per accedere ai denari debbono compiere operazioni magiche. Lasciate perdere. La rapina in banca, pur essendo certamente l’azione più morale che si possa compiere in quel luogo, è oggi sconsigliabile. Vi condannerebbero per lo meno a venti anni di carcere duro, nel caso che riusciste a portare via qualche migliaio di euro. Zonin invece no.
Chi è Zonin, oltre che un fabbricante di vino (pessimo mi dicono gli intenditori), e un amico di Tony Blair? Soffermiamoci anzitutto su questo punto: il noto criminale di guerra Tony Blair, un uomo che ha sulla coscienza centinaia di migliaia di iracheni uccisi dalla guerra da lui scatenata (insieme a un idiota di nome Bush) passava l’estate in una villa toscana di proprietà del veneto Zonin. E’ questo irrilevante? Dal punto di vista penale lo è, ma dal punto di vista politico questo ci aiuta a capire varie cose. Infatti Zonin appartiene al ceto della finanza criminale, e Blair al ceto della politica criminale, il centro-sinistra che ha preso i voti negli ultimi trent’anni e li ha messi al servizio del sistema di cui Zonin è un rappresentante, un esperto, un eroe se mi è permesso usare toni un po’ enfatici.
L’eroico Zonin ha cominciato ad accumulare i denari degli sfigati che in Veneto come altrove guadagnano lavorando, tipo me. Io lavoro per una scuola, insegno e alla fine del mese mi pagano un salario (di merda ma lasciamo perdere). Posso riceverlo direttamente nelle mie tasche? Non sia mai. Se voglio ricevere lo stipendio debbo iscrivermi ad una banca, prendere il numero e aspettare che i soldi a me dovuti vengano versati a qualche Zonin. Nella fattispecie il mio Zonin si chiama Banca Intesa (che guarda caso adesso compra la banca fallita del signor Zonin, amico di Tony Blair).
Dunque, io lavoro, ma se voglio i miei soldi debbo andare alla Banca. Gratis? No, debbo pagare qualcosa alla banca. Sai cosa? Adesso mi è arrivata una lettera della mia Banca (mia? no, di qualche altro amico di Blair). Mi è arrivata una lettera intitolata: revisione unilaterale del contratto. Proprio così, infatti loro sono arroganti perché se lo possono permettere. Che posso farci io? Posso rescindere il contratto? Non posso, se voglio ricevere lo stipendio. Quindi loro decidono unilateralmente le condizioni, e tu zitto. In questa lettera la banca intesa (intesa col cazzo, fa quello che gli pare senza ascoltare il mio parere, altro che intesa) mi dice che dovrò pagare 150 euro in più all’anno se voglio continuare a godere dei suoi servizi. Il servizio di cui godo consiste nel fatto che io lavoro e lo stipendio lo incassano loro, e naturalmente ci fanno quel che gli pare.
La Banca Intesa dunque compra, per un euro soltanto, la fallimentare banca del signor Zonin. Ma perché fallisce la Banca del signor Zonin, amico di Tony Blair? Perché negli ultimi venti anni riceveva i soldi degli sfigati che lavorano e li prestava ai suoi amici senza fare tante domande. E adesso naturalmente i suoi amici non li restituiscono con tante scuse. E allora che si fa? Il signor Zonin non fa niente, tanto lui adesso è nullatenente, ha intestato le proprietà ai figli e tanti saluti al secchio. Ma banca Intesa (quella che mi chiede centocinquanta euro in più perché i tassi di interesse sono sotto zero) compra per un euro la banca del signor Zonin. Per un euro. Sì ma chi paga i debiti che ammontano a molto più che un euro? Come, non te l’hanno detto? Li paghi tu.
Il signor Matteo Renzi (amico di Tony Blair, il criminale di guerra amico del signor Zonin) che di banche fallimentari se ne intende, si stringe nelle spalle e lo ammette: forse i contribuenti se ne avranno a male, ma questi dieci miliardi che il signor Zonin ha regalato ai suoi amici (ma quanti amici ha il signor Zonin?) li debbono tirare fuori i contribuenti, e chi senno’?
Di che meravigliarsi? Si tratta esattamente della stessa cosa che accade ininterrottamente dal 2008, quando il crollo del sistema finanziario globale è stato pagato da chi? Dai contribuenti e soprattutto dai lavoratori. Milioni di pensionati greci e di operai spagnoli, di insegnanti italiani e di impiegati francesi hanno rinunciato a una parte (la metà, se fate i conti bene) del loro salario e del loro benessere perché i signori Zonin d’Europa potessero aumentare il capitale. Il capitale è aumentato, anche se Zonin fa finta di essere nullatenente. E la nostra vita è diventata una merda.
A proposito di merda mi è venuta un’idea. Nel 2001 (ricordate?) l’Argentina era finita nel baratro. Con l’aiuto delle banche di tutta la terra il sistema finanziario argentino aveva prosciugato l’economia nazionale lasciando la popolazione alla fame. Un gruppo di artisti che si chiamano Internacional Errorista chiamarono i loro amici a non cagare per tre giorni.
E poi? E poi alla fine dei tre giorni chiamarono i loro amici a radunarsi davanti alle banche del paese, a calarsi le braghe e a farla lì. Cagarono a migliaia e le televisioni trasmisero la puzza. Poi il regime finanziario crollò, Miguel de la Rua, ultimo presidente delegato a gestire il fallimento per conto del sistema finanziario globale fu circondato da centomila persone e scappò dal tetto del palazzo a bordo di un elicottero. Viva l’elicottero viva l’elicottero, si grida ancora nelle strade di Buenos Aires ma questa è un’altra storia.
Quando ci decideremo a cagare collettivamente anche noi? E quando saranno costretti a fuggire in elicottero i Zonin e i Renzi d’Europa? Per il momento c’è un funzionario del sistema bancario che pretende di fare il presidente della repubblica francese anche se il 57.6% della popolazione lo ha mandato a cagare preventivamente.
Ma dicono che si è trattato di un trionfo.

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