domenica 1 gennaio 2012

Risposta a Natalino Grigolato. Note sul liberismo e l'attuale governo dell'Italia

Rispondo ad un post di Natalino Grigolato e a una polemica garbata sul liberismo.
Caro Natalino, ogni tanto lo leggo il tuo Blog e apprezzo il tuo stile diretto, di uno che parla attraverso la sua biografia e il suo impegno personale e non dice le cose tanto per dire. Ho letto il tuo post sul discorso di Napolitano e ci sono molte cose che non mi convincono. Riesco a percepire dietro le tue parole un certo sollievo nel vedere al governo “gente seria” e non una banda di malfattori capitanati da un anziano malato e corrotto, capace di esasperare la massimo grado gli aspetti già ampiamente deteriori della nostra Italia. Traspare inoltre una forte preoccupazione nei riguardi di quello che tu ritieni un populismo pericoloso, incarnato dai Grillo, dai Travaglio e dai  Di Pietro, con le sue connotazioni antipartitiche e perciò stesso estraneo ad una corretta dialettica istuzionale. La qual cosa ti induce a mio avviso a considerare il governo Monti come un solido argine all'irrazionalismo della politica. Non sono del tutto d'accordo con questo discorso, ma lasciando da parte i peronisti nostrani e tornando al tema del liberismo, non puoi non ammettere che questi signori del governo si muovono in tutto e per tutto dentro il dettato dell'ideologia liberista. La manovra di Monti, sostenuta da Napolitano e considerata da questi imprescindibile pena il disastro, è una manovra recessiva, che penalizza pensionati e ceti poveri, accanendosi contro di essi con un furore che sa quasi di vendetta, lasciando intatti privilegi e rendite parassitarie. Tempo al tempo dirai, ma l'impronta è quella, non si scappa: si fa cassa con le pensioni, bloccando la rivalutazione di pensioni già misere e costringendo a rimanere al lavoro gente già stanca e usurata, si bloccano i contratti degli statali, si tolgono soldi dalle tasche di chi ne ha già pochi con aumenti di prezzi e tassazioni varie (ICI-IMU, accise carburanti, addizionali IRPEF regionali e quant'altro). C'è poi il capitolo dello "sfoltimento della giungla delle detrazioni fiscali", che non sappiamo ancora - io perlomeno nella mia ignoranza non l'ho capito - quanto colpirà le rendite da capitale e quanto le famiglie. Tutto questo inseguendo il feticcio del “pareggio di bilancio”, cosa che a me pare una solenne fregatura, perché spaccia per realtà oggettiva dell'economia una visione del tipo pater familias, dove il padre oculato e saggio tiene in ordine i conti della casa. Strano a dirsi ma i paesi come il Giappone e come Gli Stati Uniti che se ne infischiano del debito stanno molto meglio di noi (anche perché beati loro battono moneta propria) e forse ha ragione Barnard quando dice che “il più grande inganno del secolo” è quello di farci credere che lo stato non debba più andare in debito. Se poi guardi alla storia recente dell'Argentina ad esempio, dove un gangster come Menem ha svenduto il suo paese pezzo per pezzo seguendo i dettami del FMI, portandolo alla bancarotta, ti rendi conto che ci sono molte cose che non funzionano nella visione “realistica” dei professori. Mi spingo a dire che forse è vero che siamo in una trappola e non possiamo fare molto altro: l'Italia è incardinata in un sistema di regole e di comportamenti che non ammettono deviazioni o “distorsioni” di alcun genere, pena la fuoriuscita dal club di quelli che contano. Insomma ci troviamo, quelli come noi che si dicono dalla parte degli ultimi della terra, a giocare una partita con delle regole  ingiuste, perché permettono ad una delle squadre in competizione di giocare usando mazze da baseball contro gli avversari e giudicano falloso il solo levar di ciglia dei giocatori dell'altra squadra, eppure siamo costretti a giocare secondo quelle stesse regole: il gioco quello è, quelle sono le regole e non ci sono altri campi su cui giocare. Malgrado tutto non possiamo accettare questo dato di fatto in maniera passiva, capisco che ci muoviamo su un crinale pericoloso, ma se dobbiamo giocare con dei bari, dobbiamo almeno mantenere un minimo di sangue freddo e invocare altre regole e altri giochi. 
Forse è vero che non siamo al reganismo, né al tatcherismo, ma non siamo certo fuori da un'ottica mercatista di stampo liberista: guarda al salvataggio delle banche, too big to fail, alla compressione del costo del lavoro e al peggioramento delle condizioni lavorative, all'ampliamento della forbice fra ricchi e poveri, all'ossessivo ritornello della crescita (fin dove, considerato che viviamo in un sistema di risorse limitate ?), al tema spinoso delle privatizzazioni e dei beni comuni, considerati come enclosure tranquillamente spendibili per "vivacizzare" e rendere più dinamico il mercato. Guarda a organismi come il WTO che usa due pesi e due misure nello stabilire regole di libero scambio, mortificando le economie nazionali. Mi dirai, d'accordo, ma cosa c'entra Napolitano con tutta questa solfa? Purtroppo c'entra eccome. Questo sistema è un unicum all'interno del quale Napolitano e Monti si riconoscono perfettamente e al quale conferiscono un valore normativo. 
Non ce l'ho con Napolitano e non voglio apparire un disfattista, ma non posso tacere sul fatto che questo governo si muove in acque non proprio limpide e sulla scorta di una filosofia che da quanto dici anche tu aborri.
Ho sempre pensato che la soluzione a questa situazione paradossale possa venire solo da un movimento globale, un movimento che riesca, in virtù della propria forza, a far sedere i suoi rappresentanti ad un tavolo con i grandi della terra e concordare un cambiamento radicale dello stato di cose presenti, che pone le diseguaglianze sociali e il dislivello fra nord e sud del mondo, come premesse di un corretto funzionamento dell'economia. Un paradosso direi inaccettabile sia dal punto di vista umano che da quello della logica formale.
Al momento vedo molta buona volontà e poca concretezza, anche in movimenti come quello degli “indignati”, ma credo che quella sia l'unica strada. Nel frattempo cerchiamo di tenere almeno gli occhi aperti e non facciamoci incantare dalla maschera pacata del liberismo che dietro la sobrietà dei toni nasconde l'arroganza del pensiero unico.

2 commenti:

  1. Ciao Franco e grazie del tuo intervento molto più organico del mio.
    L'ho pubblicato nella mia categoria "autori" su Informare per resistere, me lo sono stampato e scriverò un post di commento e risposta.
    Faccio solo una premessa, è quella che mi preme di più.
    Ho specificato che non condivido tutto quello che propone Napolitano commettendo un errore, che non è quello della brillantina, ma che il lettore avesse letto i miei post precedente quindi la mia storia, in un certo senso.
    Non mi piace Monti, non mi piace il sistema, ma ho contestato ai tre santoni della politica italiana che non hanno mai proposto soluzioni alternative e lo confermo, che hanno preso in giro Napolitano per anni dandogli dell'addormentato sul Colle.
    Invece no, era ben sveglio e ci ha fregati tutti.
    Che sia il male minore, Monti-Napolitano, non ne sono convinto ma tutta la colpa della situazione attuale, dal mio punto di vista, al di là dei massimi sistemi mondiali io la vedo nel popolo italiano, in noi. Gli astenuti per primi, chi schifa la politica per secondi, la sinistra che a forza di distinzioni e litigi è fuori dal parlamento, dell'informazione libera e di opposizione che ripete da anni che Berlusconi fa schifo e gli altri sono come lui, in particolare il Pd. Io, purtroppo da oltre un decennio, voto il meno peggio in attesa che i migliori diventino maggioranza e riescano a capire che il vero problema non sono i banditi della politica, ci sono e ci saranno sempre ed a loro dovrebbe pensarci la legge, ma il capitalismo, l'accettare supinamente tutte le regole imposte dai parassiti dell'economia parassita e speculatrice.
    L'hanno capito nell'America del sud, dove si sono liberati dell'imperialismo americano e cercano di camminare con le proprie gambe.
    Anni fa ho scritto un post: La recessione è una montagna che dobbiamo scalare tutti, chi più chi meno, perchè dobbiamo farlo con lo zaino del Vaticano sulle spalle?
    Oggi potrei aggiungere, perchè dobbiamo farlo con lo zaino dell'economia capitalistica,imperialistica, parassita e speculatrice sulle spalle?
    I primi ad attaccare economicamente lo Stato italiano sono quel 10% di famiglie che possiedono il 55% della ricchezza nazionale e che attraverso i profitti delle loro speculazioni mettono alla fame il popolo.
    Critichiamo le persone, ma non tocchiamo il sistema, Grillo e Travaglio non lo toccano, Grillo parla solo di azionisti derubati dalla Parmalat o dalla Telecom e Travaglio mette in evidenza il marciume, nessuno che indichi una via d'uscita, che passa anche dal votare qualcuno chiudendosi il naso, come ci aveva insegnato Montanelli. In sintesi, per me, ci governa la P2 e le banche, invece di fare la satira sul Napoltiano dormiente dovevano avvisarci del pericolo incombente, il fallimento fatto pagare al popolino e non ai responsabili.
    Fallisce l'azienda ed invece di sequestrare soldi ed immobili al proprietario hanno pagare i debiti ai dipendenti.
    Il proprietario viaggia in jet da una villa all'altra e l'Esatri va a sequestrare le case dei suoi dipendenti.
    Non so se sono riuscito a rendere l'idea, ho l'impressione che noi italiani ci lamentiamo con il farmacista per il ticket che ha messo il governo. Che cosa può fare un farmacista se non applicare una legge anche se non la condivide?
    Ciao.

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  2. Ho consumato la tastiera per scrivere contro il liberismo, l'imperialismo, il mercato guidato ed imposto da loro.
    Ho dovuto cambiare il pc perchè si è esaurito anche lui.
    Contro le rendite parassitarie che non vengono mai toccate ed ho invitato gli indignati, se vogliono cambiare le cose, di non sbagliare obiettivo, non prendersela con Scilipoti, ma che vadano a prendere i pezzi da 90 della finanza parassita e quel 10% di famiglie italiane che affamano gli altri. Che poi sono le stesse persone.
    Il problema è talmente evidente da risultare invisibile ed accettato da tutti. La politica ha rinunciato al suo ruolo di controllo, regole, ed è asservita al potere economico. Post del 20 dicembre
    http://slasch16.wordpress.com/2011/12/20/il-problema-e-talmente-evidente-da-risultare-invisibile-ed-accettato-da-tutti-la-politica-ha-rinunciato-al-suo-ruolo-di-controllo-regole-ed-e-asservita-al-potere-economico/

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