Si può avere pietà delle
categorie? Non credo. Nessuno ha pietà per il nepalese terremotato,
per il migrante che affoga nel mediterraneo o per il greco strozzato
dalla Troika. In certi casi tuttalpiù la pietà è un automatismo
sfocato che entra in gioco perché non riusciamo a vedere l'uomo
dietro le categorie e assistiamo inerti allo scorrere di immagini di
tragedia mentre mangiamo guardando la TV. Appena scorgiamo l'uomo
strappato dal suo simulacro virtuale abbiamo un moto viscerale e non
possiamo sottrarci dall'andargli incontro. Perlomeno quelli come noi
che sono umani.
Spesso però alla pietà
preferiamo la rabbia, per ciò che è e che dovrebbe essere, per ciò
che vorremmo e non abbiamo, oppure per pura ripicca intellettuale.
Migliaia di anni di storia
dell'umanità e ancora riescono a convincerci che questo è il
migliore dei mondi possibili. Non è vero e si vede ad occhio nudo,
non può essere buono un mondo dove esseri umani che scappano dalla
distruzione e dalla miseria vengono lasciati affogare.
Ci sforziamo sempre di
capire cosa fare e cosa pensare per emanciparci da un destino di
dolore miseria, ma alla fine siamo ricacciati inevitabilmente in un
divenire delle cose sempre uguali a se stesse.
Quando non capiamo
dobbiamo sempre cercare qualcuno con cui prendercela.
Al momento per quanto mi
riguarda me la prendo con il popolo, cioè con quella categoria di
uomini che cerco di salvare anche se nessuno me lo ha chiesto.
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