mercoledì 8 aprile 2015

La follia israeliana e la pax americana

di Tonino D’Orazio 
 
Che Israele fosse il paese più pericoloso e guerrafondaio del medio oriente non vi era nessun dubbio. Eccetto per i fanatici amici del sionismo.

Che il Mossad, servizio segreto israeliano operasse indisturbato in vari paesi del mondo è più che risaputo, soprattutto dopo una eccellente, storica e mediatica caccia ai nazisti scappati, durante e dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto nelle Americhe, anche del nord. Che siano rimasti senza colpevoli svariati assassinii politici nel mondo, compreso probabilmente l’uccisione in Svezia di Olaf Palme, insieme alla Cia, o le motivazioni faciloni e i mandanti dell’ultima strage di Utoya, del nazi-razzista e islamofobo Breiwik, in Norvegia, paese notoriamente “nemico” di Israele perché “troppo multiculturale”, tanto che già allora (2012) stava per riconoscere lo Stato della Palestina, non dovrebbe più stupire.

Che questo potente paese nucleare, che fa il buono e il cattivo tempo in tutta l’area, attacca, occupa, in nome della sua “sicurezza”; che viene lasciato fare, che sostituisce nell’area sia l’Onu che gli americani del nord, che è sempre più la stessa cosa, sulla scia del debito morale e del pentimento tedesco della Shoa esteso a tutti i bianchi; che riceve denaro facile dalla propria diaspora mondiale più per gli armamenti che per il beneficio della sua popolazione; che rifiuta di partecipare al Tribunale Penale Internazionale, e si capisce perché, mentre noi continuiamo a fare finta di niente sui vari genocidi perpetrati, passati e attuali; che tiene prigioniero in un immenso lager l’intera popolazione palestinese, dopo averla massacrata e resa economicamente schiava e dipendente, in modo evidente e diretto la Striscia di Gaza che resiste; che costruisce muri da apartheid più lunghi di quelli di Berlino; che rifiuta i controlli dell’Agenzia nucleare mondiale negando in modo ridicolo il possesso della bomba atomica, nell’ipocrisia totale del mondo occidentale sulle vere armi di distruzione di massa, ma ordinando all’Agenzia stessa di occuparsi dei suoi “nemici”, altrimenti ci pensa lui a bombardarli; che si occupa di pontificare su tutto, come padroni impuniti del mondo (visita senza invito di Netanyahu in qualsiasi paese, vedi addirittura Francia; ultimamente sfottò di Obama al Congresso statunitense, mettendo a nudo quanto conti poco un presidente e quanto contino invece i fascisti repubblicani e le loro lobbie, soprattutto degli armamenti e delle banche …); critica feroce e ironica, ma con velate minacce di ritorsioni, a tutti quei paesi che vogliono riconoscere lo Stato Palestinese, in barba ai pavidi occidentali (parlamento italiano compreso) del famoso “due popoli, due stati” che dura senza sbocco da 50 anni, mentre gli israeliani hanno occupato strutturalmente tutto, compreso pezzi della Siria e prossimamente della Giordania (il Libano gli è riuscito ancora poco); che bombarda chi gli pare e quando gli pare come diritto proveniente direttamente dalla giustizia di Dio che sembra non essere lo stesso di quello musulmano o cristiano; bene, dicevo, mentre si sistema diplomaticamente e apparentemente il cruciale problema del nucleare civile iraniano, il suo primo ministro lancia l’allarme e convoca il proprio “gabinetto di sicurezza”, cioè il consiglio di guerra.

Non si sente più garantito da suoi abituali protettori occidentali. Insomma, l’accordo Usa-Iran (gli altri non contano) “minaccia la sopravvivenza di Israele”. Insomma è appena stato rieletto su questa disseminata paura populista ed ecco che gli altri gli smontano il giocattolo della prepotenza e mettono all’angolo la sua presunzione e il suo paese. Non è solo, addirittura si profila un innaturale accordo con i sauditi. Oltre alla possibilità che i repubblicani non votino l’accordo al Congresso, anche se avrebbero difficoltà con le lobbies-business pronte a invadere il mercato iraniano, se già non ci sono. I fascisti sostengono i fascisti. Meglio, Ted Cruz, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, ovviamente repubblicano, propone che Israele annetti la Giudea-Samaria. Un vero amico da far votare dalla lobbie ebraica, anche perché da ispano non potrebbe farcela.

In più il fatto che Teheran manterrà un solo impianto di “basso arricchimento” (per scopi pacifici) e lo stop alle sanzioni, a giudizio di Netanyahu, legittimerebbe il programma nucleare iraniano e aumenterebbe “aggressione e terrore“. Un po’ come il bue che dice cornuto all’asino. Il falco farà sicuramente una richiesta senza contropartita, cioè il riconoscimento dello stato attuale di Israele ignorando giustamente quello della Palestina.

E’ la vendetta di Obama? L’Arabia Saudita, sempre più strano alleato, sta mettendo in ginocchio, con la vendita del petrolio mondiale (da 100 a 45$ al barile in sei mesi), e con la diminuzione delle entrate finanziarie ai petrolieri nord americani e inglesi, venditori, ma anche degli altri paesi produttori.

Si sta vendicando della disfatta subita da lui e dai democratici alle ultime elezioni del midterm? Sta rendendo pan per focaccia allo strafottente Netanyahu e alle lobbies repubblicane? Sta recuperando i musulmani Usa? Si sta giocando le ultime carte da diplomatico-pacifista dopo essere stato il presidente americano della storia che ha più morti sulla coscienza, che ha innestato più guerre, anche economiche (vedi ancora Argentina e Venezuela, petroliferi recalcitranti), nel suo mandato pur essendo Nobel della pace? Vedi disgelo con Cuba e ora con lo storico nemico Iran? Sta rilanciando il business americano nelle due area? Sta tagliando l’Iran dall’amicizia, mai veramente dismessa, con la Russia, continuando ad assediare quest’ultima a sud? Sta interrompendo il flusso di petrolio verso la Cina, vera potenza dilagante e nemica economica? Sta bloccando la nascita di una nuova Banca Mondiale dei paesi Brics, senza la moneta dollaro, pronta dal 1° luglio? Alla quale potrebbe approvvigionarsi, dopo la Spagna, anche la Grecia o quei paesi renitenti alla ideologia feroce e massonica dell’austerità della Troika di Bruxelles o del Fmi?

E’ un accordo enorme per le strategie nord americane, visto che in fondo le sanzioni non sono servite a molto in verità. Il problema è capire come la follia di Israele possa interrompere la strategia imperiale nord americana in quell’area, già resa nevralgica e in guerra civile da loro stessi. Il Pakistan (frontiera della nuova potenza economica ed autonoma indiana inserita nei Brics,) con 200 mln di abitanti, atomico e domato, l’Afganistan (32 mln di ab.) domato, l’Irak (34 mln di ab; alcuni sono spariti nello slancio di democratizzazione americana) occupato per sempre, la Siria (24 mln. Di ab.) volutamente inguaiata con gli amici dell’Isis e che non resisterà molto ad implodere, i paesi ex Unione Sovietica confinanti con la Russia, grandi amici. Mancava l’Iran (75 mln di ab), da inondare adesso di dollari, vista la gioia mediatica della popolazione che sembra bloccare la rigidità degli Ayatolla al potere, oltre che per interrompere la nuova strategia di Putin rivolta ad est dopo quella bloccata a ovest, con l’Europa, con chiave di volta l’Ukraina. Insomma un’area di più di quattrocento milioni di “consumatori” che nuotano sul petrolio, dopo aver già sistemato il nord Africa, basta vedere l’acquisto di centinaia di nuovi F-16 da parte di quest’ultimi, per “difendersi” dall’Isis disseminato dappertutto, come le metastasi. Se questi ultimi sono pilotati dall’Iran, come ci si dice, dovrebbero “rallentare” le “conquiste saladiniane, se non sparire. Invece è presumibile che una volta creata l’utile tempesta questa continui per moto proprio con qualche mecenate interessato e pilota.

Insomma l’accordo è strategico per l’impero nord americano, basta tacitare Israele con un po’ di soldi in più, e bloccare velleitari tentativi di bombardamenti. Un capolavoro diplomatico sotto l’insegna della pace, dimenticando che sull’area vi sono centinaia di bombe atomiche amiche. 


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