martedì 6 dicembre 2016

Hansel, Gretel e la Durezza del Vivere

Una fiaba...

di Domenico D'Amico


Bambini imprenditori


C'era una volta un padre di famiglia.

Faceva il taglialegna, ma erano tempi di crisi, e ormai non riusciva più a procurarsi il minimo sostentamento per sé e per i suoi. Guardava negli occhi i suoi due figli, due adorabili bimbetti biondi, maschio e femmina, e si sentiva risuonare dentro la loro muta implorazione: “Papà, abbiamo fame, perché non ci sono più gli arrosticini di una volta?”

E il taglialegna emetteva dalle orbite cispose la torrenziale testimonianza del proprio devastante cruccio paterno.

“Questi sono mangiapane a tradimento” gli sussurrava nell'orecchio la moglie “Non danno il minimo contributo al bilancio familiare, ma ne godono tutti i vantaggi. Pare credano di avere diritto a un reddito di sostentamento per il semplice fatto di far parte di questa famiglia. Ma non ci sono le risorse!”

Sia pure a malincuore, il taglialegna non poteva non ammettere l'inoppugnabilità degli argomenti della consorte.

E il giorno dopo prese da parte i due bambini, e disse loro: “Caro Hansel, cara Gretel, vi sarete accorti che le cose da un po' di tempo a questa parte vanno decisamente di male in peggio. Credevo di far parte di una classe media in ascesa, ma mi sbagliavo. Tutta colpa di una politica sprecona, dei sindacati dei taglialegna e dei cistercensi rivoluzionari che credono che i soldi crescano sugli alberi. Ma alla fine i nodi sono arrivati al pettine. Coi taglialegna del Ducato di Albamagra non c'è partita, che si fanno pagare un decimo. E il mercante di legname mi dice che sono fuori mercato. E ha ragione, perché il libero scambio avvantaggia tutti e significa libertà. È colpa nostra, di noi taglialegna, che non siamo abbastanza produttivi. È sicuro, così com'è sicuro il sorgere del sole, che nel lungo periodo ci sarà di nuovo la crescita, ma nel frattempo dobbiamo rivedere i nostri parametri vitali. Lo sapete anche voi, bambini miei, che dopo aver prosciugato i risparmi, dopo aver venduto gli anelli dei nonni, il vostro papà si è dovuto rivolgere allo strozzino. E adesso la casa, il ruscello, il prato, le galline, e perfino gli attrezzi di lavoro sono di sua proprietà. E il debito resta, e gli interessi corrono. Lo so, lo so, il fatto che gli abbia restituito nel corso del tempo dieci volte quello che mi aveva prestato, tenderebbe a dare l'impressione che in tutto questo ci sia qualcosa di leggermente iniquo, e perché no, demenziale. Ma siete bambini e certe cose non le potete capire. Un padre di famiglia paga sempre i suoi debiti...”

“Non essere triste, paparino” fece Gretel, che era la più sveglia tra i due bimbi “Noi invece abbiamo capito benissimo. È che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Lo sappiamo, è colpa dei cistercensi e delle loro idee utopistiche e surrettiziamente autoritarie”.

“Udire parole così assennate mi rincuora, figlia mia. Quindi non ve l'avrete a male se vi porto nel più profondo del bosco e vi abbandono lì?”

“Ma che cazz...?” iniziò a dire Hansel, ma la sorellina lo zittì con un gesto della mano.

“Va benissimo, paparino” disse la bambina “È ora che torniamo a saggiare la durezza del vivere, perché, vedi, in realtà il fatto che usufruissimo di un'abitazione dignitosa, di cibo e vestiario a sufficienza, e perfino di educazione e assistenza sanitaria fornite gratuitamente dalla nostra famiglia, tutto ciò non solo non ci recava un autentico beneficio, ma a tutti gli effetti ci rendeva schiavi”.

“Perdonatemi, figli miei” lacrimò il taglialegna “vi ho vestito e nutrito, senza rendermi conto di rendervi in realtà dipendenti dal mio ipocrita altruismo!”

“Non fa niente” replicò Gretel “Ti perdoniamo, perché alla fine hai preso la decisione giusta. Nel cuore della foresta, abbandonati a noi stessi, senza risorse e senza aiuto, vedrai che potremo finalmente esprimere la nostra capacità di intraprendere”.

“Ma che cazz...?” provò a dire Hansel, ma fu nuovamente zittito dalla sorellina.



In un pomeriggio nebbioso, in cui i raggi del sole in declino avevano lo stesso colore del ghiaccio, il taglialegna condusse i suoi due figli nella parte più oscura e selvaggia della foresta, e lì li lasciò.

Hansel e Gretel, privi di strumenti e di qualsiasi attrezzatura, privi di un riparo decente, privi di conoscenze e capacità, privi insomma di tutte quelle cose di cui avrebbero usufruito in maniera iniqua e gratuita presso la loro famiglia, Hansel e Gretel, finalmente liberi dalle pastoie e dai lacci e lacciuoli del nanny state, nel giro di pochi giorni morirono di stenti, e le loro carcasse vennero ecologicamente riciclate dalla fauna, anche batterica, della foresta.

Nel frattempo, il debito del taglialegna continuò a crescere, sua moglie finì in un bordello di proprietà dello strozzino, e lui, il taglialegna, si impiccò a una trave della casa un tempo di sua proprietà.

Lo strozzino mandò qualcuno a cercare i figli del morto, perché voleva addebitare loro i danni che il padre, suicidandosi, aveva procurato alla trave. Ma ormai, anche dei cadaveri dei bambini non era rimasta la minima traccia. Lo strozzino ne fu giustamente irritato.

“Mangiapane a tradimento!” commentò.

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