sabato 8 settembre 2018

Pillole economiche dal mondo


di Tonino D’Orazio



Sanzioni Iran e Italia. Le sanzioni americane contro l’Iran hanno avuto inizio il 7 agosto. L’impresa italo-francese ATR è riuscita a consegnare 5 aerei alla compagnia Iran Air due giorni prima dell’entrata in vigore delle sanzioni. Il 4 agosto, Iran Air, su Twitter, ha presentato “cinque nuovi membri della famiglia”, gli ATR 72-600. Inimmaginabile comunque la perdita commerciale di tutte le marche motoristiche europee che si erano lanciate sul mercato iraniano facendo “fuori” quelle americane. Gli accordi petroliferi, con perdita di miliardi di euro d’investimenti, sono stati lasciati tutti in mano all’impresa di stato cinese CNPC per “desistenza volontaria”. L’ENI, il cui contratto di acquisto di 2 milioni di barili al mese scade fine 2018 non ha firmato il rinnovo, per “prudenza”. Vi sono perdite consistenti, sia per Ferrovie dello Stato, che aveva firmato un accordo per una linea ferroviaria ad alta velocità tra Qom e Arak nel nord dell’Iran (spezzone della Nuova Via della Seta), sia per le costruzioni navali di Fincantieri. L’Italia era ridiventata il primo paese europeo partner commerciale dell’Iran, con aumenti a due cifre percentuali all’anno. “L’amicizia o la servitù” agli americani (e agli amici degli americani) stanno costando un prezzo enorme al futuro industriale e agricolo (cfr Russia) del nostro paese. La spartizione del mondo è in atto finché alla fine, come dicono Duncan MacLeod, nel ruolo di Highlander, e Karl Marx nel Capitale, (forse anche Trump), “ne rimarrà uno solo”.
Times, 29 luglio. Curiosità surrealistica del Brexit. “Senza accordo all’orizzonte nelle negoziazioni con l’UE, Londra sembra prepararsi a un’uscita “dura”: l’esercito britannico dovrà fornire medicine, alimenti e carburante alla popolazione nel caso in cui il Regno Unito dovesse uscire dall’UE senza accordo” … Se ci si mette anche un giornale tra i più seri a tentare di imporre paura e stupidità alla popolazione e alla politica allora la situazione è proprio “seria ma non è grave”.
Vertice Brics a Johannesburg il 27 luglio. Decennale della costituzione del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) e vertice. Hanno partecipato anche come invitati il segretario generale delle Nazioni Unite, i leader di Argentina, Indonesia, Egitto, Giamaica e Turchia. La dichiarazione di Johannesburg riassume i risultati del lavoro dei BRICS in dieci anni. Va notata la dichiarazione di Putin in merito al dollaro e all’euro. “Il primo è una moneta universale di riserva, il secondo può più o meno pretendere esserla, ma non lo sarà mai pienamente”. “Dobbiamo minimizzare i rischi perché vediamo cosa succede con le sanzioni e le restrizioni illegali dei partner americani, soprattutto per le transazioni in dollaro, ed è un grande errore strategico perché ne indebolisce la fiducia”. Tra aprile e maggio 2018 la Russia ha ridotto le sue riserve in dollari da 96 a 15 miliardi. Questo è uno dei motivi del rialzo dei tassi d’interessi negli Usa e la stretta voluta da Trump.
Favola metropolitana. “L’Europa minaccia l’Italia sul debito. Trump dice che lo finanzierà”. L’Italia dunque, è un paese altamente indebitato e dipendente da Bruxelles, dal sostegno della Bce e dalla Commissione Europea. Cioè un paese sottomesso a causa della debolezza budgetaria alla quale è stata ridotta. Dall’altra parte un paese con un governo sovranista sia sul piano della crisi migratoria che sugli argomenti economici. Se all’inizio la tematica principale è stata l’immigrazione, in fondo più facile da gestire, ora mettere in opera una politica economica coerente è sicuramente più difficile. La prima minaccia è stata lo spread. Seguono le Agenzie di rating, comunque indecise. Riguardo alla prima sembra una minaccia di Pirro, poiché se vogliamo finanziare il debito senza rischio di fallimento, è assolutamente necessario che i tassi rimangano bassi. Meglio poco ma sicuro. Secondo Les Echo e il Corriere della sera, il presidente Trump avrebbe offerto a Conte di ricomperare le obbligazioni statali italiane per aiutare il paese a rifinanziarsi. Gli acquisti americani inizierebbero nel 2019, prendendo il posto della Bce, tagliando l’erba sotto i piedi alla troika di Bruxelles, eliminando le pressioni e le ritorsioni franco-tedesche. Trump ha già annunciato chiaramente che voleva affondare Macron e la Merkel, e in genere fa quello che dice. Saremmo testa di ariete?
Wall Street conosce attualmente il più lungo rialzo finanziario della sua storia, dal marzo 2009. Le quotazioni non hanno cessato di crescere, più di 20%, dalla crisi 2008-2009. Ovviamente l’eccezionale salute del corso delle azioni americane non aiutano il resto del mondo. Anzi si ha l’impressione che avvenga a detrimento di quello delle altre nazioni. Gli unici indici che sono cresciuti sono quelli americani, sia S&P 500 sia il NASDAQ, compresa la versione Biotech. Gli indici europei, e britannici, sono diminuiti e l’indice dei paesi emergenti addirittura crollati, soprattutto a causa della forza del dollaro perché rincara il debito di detti paesi, contrattato in dollari. Insomma, tutti lavorano per Uno e per fare “Grande l’America”. (Dati di approfondimento: Cercle des Analystes Indépendants)

Ricatto Brexit. Nei corridoi delle negoziazioni europee non vi sono sentimenti e il governo britannico è sotto posto a pressioni che si avvicinano fortemente a ricatto. Siete liberi di lasciare l’Unione, ma sappiate che non producete più né insulina per i vostri diabetici (circa 4 milioni) né altri farmaci oncologici né materiali fotografici per apparecchiature sanitarie. Certamente gli inglesi sono capaci di produrre tutto, ma devono ricreare le capacità industriali perse o vendute definitivamente ad altri gruppi europei. Ovviamente ci vuole tempo. Nella rivista Pharmaceutical Journal si comunica che per quanto riguarda l’insulina i britannici hanno solo sei settimane di stock. Terribilmente poco. La BBC comunica che 60% dei prodotti necessari agli scanners e ai trattamenti oncologici provengono dal continente. Queste terribili difficoltà sono il prezzo della non autonomia di un popolo e evidenzia la sottomissione a una dittatura del “capitalismo mercantile”, e della sua rete, sulla vita e la salute dei propri cittadini.
“Houston … abbiamo un problema…”. Un altro. Europeo. Bancario. Il dollaro sale, le altre monete scendono. Se la propria moneta scende diventa più difficile rimborsare in dollari. Vedi Argentina, ma per noi anche la Turchia. Le banche dei paesi europei esposti verso le banche turche (in miliardi): Spagna 82, Francia 38, Germania 17, Italia 17. Altri paesi: Gran Bretagna 19, Stati Uniti 18, Giappone 13. A noi interessa soprattutto le banche spagnole che … “bisognerà salvare di nuovo”, come quelle francesi … (Banca dei Regolamenti Internazionali. Settembre. Table B4-TR).

3 commenti:

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