di
Luigi Castaldi (da Malvino,
14 settembre 2018)
Fritz
Kahn (1888-1968) - Mechanik der Erektion
Da
stupeo, che sarebbe rimango attonito, abbiamo lo
stupor, la sorpresa dinanzi al mai visto prima, allo
straordinario, all’inatteso – sorpresa che spesso assume
significato di scoperta, non di rado accompagnata a incanto – ma
pure la stupiditas, l’ottusità che causa smarrimento –
quasi sempre accompagnato da incidente, ancorché di entrambi spesso
non si abbia segno di cosciente percezione – anche dinanzi a ciò
che è comunemente risaputo, del tutto ordinario, facilmente
prevedibile. Dedurremmo che la differenza tra stupor e
stupiditas stia tutta negli strumenti della conoscenza di cui
si è in possesso? Se sì, saremmo autorizzati a correggere chi si
dice stupito del fatto che certezze considerate fino a ieri
indiscutibili siano oggi così spesso e così pesantemente messe in
discussione. A dispetto della reputazione di cui eventualmente godi –
saremmo autorizzati a dirgli – è stupidità, non è
stupore: è evidente che gli strumenti della conoscenza in tuo
possesso fossero in realtà assai carenti o comunque assai male
utilizzati. In tal caso, puoi darci assicurazione del fatto che il
non utilizzarli a dovere non sia stato intenzionale? Liberaci da
questo scrupolo: siamo sempre stati troppo buoni ieri a dar per certo
che che tu fossi in possesso dei notevoli strumenti della conoscenza
che l’opinione pubblica ti attribuiva o siamo troppo cattivi oggi a
pensare che tu preferisca sembrarci stupido per stornare il sospetto
che il non utilizzarli a dovere sia stato intenzionale?
Ieri,
per esempio, davi per ormai fenomenologicamente connaturati,
geneticamente acquisiti, storicamente irreversibili, sistemi come il
libero mercato o la liberaldemocrazia, sicché sostenevi che metterci
mano per proteggerli dalla concentrazione monopolistica o
dall’ingerenza confessionale significava voler far violenza alla
Natura, alla Genetica, alla Storia (e il fatto che usassi maiuscole
nell’ambito delle cosiddette scienze sociali poteva, volendo, già
puzzare un poco): nel farti paladino del laissez faire e
dell’esportazione della democrazia, eri ispirato dall’Alto o eri
a libro-paga di chi oggi mostra a te – finalmente, se eri solo
sprovveduto – e a noi – purtroppo, se abbiamo voluto crederti –
che le poste in gioco fossero ben altre?
Fai
mostra di stupore, misto ad apprensione, per il fatto che oggi
l’individuo sia sorpreso in affannosa ricerca di un’identità
comunitaria e, ancor più, di cento piccole e tutto sommato inutili
protezioni, in cambio delle quali è disposto a rinunciare a quasi
tutti i diritti precedentemente acquisiti, ma dei quali non ha mai
potuto far concreto utilizzo per darsi protezione da sé, pronto a
rendersi cellula obbediente di uno Stato organico, fedele
ricetrasmittente di un’etica di Stato, insomma un fascista 2.0 di
cui dici di non saperti dar ragione, se non in uno sdegnato
inorridire, ma non si tratta dello stesso individuo che ti tornava
comodo da conformista della società alla Fine della Storia, e che ti
dava prova di incrollabile fede democratica nel fatto che non andasse
a votare? Non è lo stesso individuo che ti sembrava essere l’Ultimo
Uomo proprio perché apparentemente convinto delle fake news
ufficiali che ti erano commissionate dalle paternalistiche élites a
guardia della ragion di Stato?
Tenevi
tanto alla fama d’homme du monde, e di un mondo che aveva
finalmente fatto i conti con le sue contraddizioni, e ora che
riemergono aggravate dal non aver dato ad esse soluzione dall’esito
del conflitto che pretendevano si consumasse – il conflitto ti
avrebbe guastato la digestione – ora, dico, ti stupisci che
minaccino di metterti a soqquadro il sistemino filosofico che ti eri
costruito? Tutta quella bella pedagogia che doveva far di una plebe
un popolo, dandole a esempio da imitare il tizio che era riuscito a
spacciarsi per datore di lavoro, in realtà prendendolo, che fine
fatto dinanzi al mostro che oggi ti si para di fronte, rozzo,
ignorante, aggressivo? Soprattutto: ti eri guadagnato una livrea da
lacchè più bella della divisa di un ammiraglio, ti stupisci che
oggi vogliano impiccarti ad un pennone? Ti confesso: rimango
attonito.
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