di Massimo Bordin (da
Micidial.it)
[Questo pezzo di Massimo
Bordin da Micidial.it è particolarmente interessante perché nella
sua analisi va al di là delle solite (contraddittorie) ovvietà su
snippet e compagnia bella. Nell'attuale contesto, ricordiamolo,
abbiamo un Romano Prodi che sul Messaggero di oggi esalta il
coraggio del Parlamento Europeo, alfiere dei diritti dei cittadini
contro lo strapotere dei giganti della comunicazione, nonché di
Junker, paladino di un euro in concorrenza del dollaro come valuta
globale. Perché, sapete, la disaffezione dei cittadini nei confronti
dell'Unione è dovuta alla troppa burocrazia e poca politica. Ecco,
finalmente arrivano le decisioni politiche, il diritto d'autore e le
sanzioni contro l'Ungheria, dato che, lo sanno tutti, Orban sta
agendo in contrasto coi “valori” dell'Unione, la medesima Unione
che ha fatto strame della sua madre morale, spirituale e culturale,
la Grecia. Rallegratevi, dunque: volevate il ritorno della politica,
ma questa non ci ha mai abbandonato, casomai stava affilando i suoi
“valori” per poterci pugnalare meglio. (Domenico D'Amico)]
Il 12 settembre il Parlamento
Europeo ad ampia maggioranza ha approvato la legge sul copyright. In
Italia il Movimento 5 Stelle tuona il suo parere contrario per voce
del leader Di Maio, mentre sui più blasonati giornali online si
festeggia. Ufficialmente gli articoli 11 e 13, vero cuore della
riforma, sembrano indirizzati a preservare i diritto d’autore, ma,
come dice il poeta, “fatta la legge trovato l’inganno”.
Lascerei perdere l’idea che
il pericolo stia dietro il divieto di pubblicare immagini o spezzoni
di contenuti altrui sotto forma di link (chiamati snippet). Se fosse
davvero tutto qua ci sarebbe solo da festeggiare: basterebbe infatti
evitare di richiamare le puttanate che puntualmente scrivono le
testate giornalistiche mainstream e saremo a cavallo. Anzi, messa giù
così l’agonia del giornalismo prezzolato subirebbe una forte
accelerazione perché le piattaforme più importanti del web come
Google e Facebook si troverebbero nella condizione di impedire la
divulgazione tramite modalità ipertestuale dei vari Espresso,
Repubblica, Corriere, Sole24ore, Huffingtonpost, ecc. Per i blog, i
canali privati di youtube e le testate giornalistiche medio-piccole
sarebbe una manna caduta dal cielo di Strasburgo.
Siccome le lobby degli
editori, invece, hanno fatto pressione proprio nel senso opposto a
quello sopra descritto, occorre allora chiedersi che diamine nasconda
questa legge.
Il trucco sta tutto negli
algoritmi che facebook e google news dovranno implementare per
difendere il diritto d’autore. Con ogni probabilità, Zuckerberg e
amici dovranno pagare costosissimi algoritmi allo scopo di
individuare tutti quei siti e post che non pagano gli editori per
avere il diritto di pubblicare un loro link nella forma evoluta dello
snippet. In altri termini, se possiedi un sito web che divulga
informazioni, alla fine dell’iter attuativo della legge, potresti
trovarti bloccato da facebook o da qualsiasi piattaforma internet.
Perché?
Per il semplice fatto che
queste piattaforme si saranno dotate di un algoritmo che individua i
siti dotati di licenza, li lascia scaricare i contenuti, ed al
contempo blocca tutti quelli che non hanno la licenza, cioè quelli
che non si fanno pagare, come i piccoli blog o le piccole testate
giornalistiche. Sembra non aver nulla a che fare col diritto
d’autore, e infatti non ce l’ha, quello è solo il pretesto per
fermare la libera informazione col trucchetto sorosiano della
burocrazia.
Lo scenario peggiore è
quello per il quale le grandi case editoriali, tipo l’espresso,
pagano una licenza ridicola e l’algoritmo facebookiano le
intercetta e le accomoda sulla piattaforma con i loro link, le
immagini e tutta la compagnia cantando. Gli altri che non pagano
alcuna licenza, ma che lasciano accedere GRATUITAMENTE ai contenuti
da essi prodotti, potrebbero però trovarsi bloccati perché un
algoritmo così elaborato da ricercare ogni singola foto, ogni
musichetta da 5 secondi, ogni citazione ipertestuale, magari da
wikipedia, richiede un processo troppo complicato e, al più,
esageratamente costoso. Insomma, per semplificare ed abbattere i
costi, facebook e google potrebbero bloccare tutta l’informazione
NON-mainstream, cioè, e guarda caso, tutta l’informazione che ha
sconfitto il clan dei Clinton in America, che ha favorito la Brexit
ed ha consentito l’avanzata dei sovranisti nell’Europa
Continentale (Italia in primis). Anche qualora un sito web di news
riuscisse a rivedere la propria produzione evitando le rassegne
stampa, i link e le citazioni, basterà una foto di qualche politico
o di qualche incontro pubblico, magari postato agli albori del sito,
per vedersi il blocco perenne delle piattaforme internazionali. Hai
voglia, dopo, con l’avvocatucolo di Vergate sul Membro, a farsi
ripristinare il diritto a postare su facebook avendo a che fare con
interlocutori che hanno sede legale a Menlo Park in California …
Molti attivisti ripongono
fiducia sull’abilità delle piattaforme di adeguare gli algoritmi
in modo da rispettare solo gli snippet, oppure sulla concretezza
legislativa delle singole nazioni. Oppure ancora su un cambio di
leadership al parlamento Europeo, visto che verrà rinnovato nel
2019.
Comunque vada a finire questa
complicata vicenda una cosa è già appurata: non c’è nessuno di
più smaccatamente illiberale dei liberisti che hanno preso le redini
di questo continente, oramai troppo vecchio e stupido per poter
pensare a qualsivoglia unificazione, trincerato in battaglie di
retroguardia e incapace di proporre un valido modello alternativo a
quello dei satrapi orientali alla Xi Jinping o al bellafighismo
hollywoodiano d’oltreoceano.
domenica 16 settembre 2018
Cosa si Nasconde Dietro la Legge sul Copyright
Etichette:
copyright,
Europa,
lobby,
politica economica
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