di Tonino D’Orazio
Renzi sfida tutti. Semina
vento. Appena possono lo ripagano. Che coincidenza! Appena la legge
anticorruzione approda in Senato, dove i numeri sono risicati per una
approvazione pilotata, scatta il putiferio del Ministero dei Lavori
Pubblici. Ora cosa si vota? L’imperturbabilità? Si dice no e si
vota si? Il comma tot e la legge tot può ancora
arginare la devastante e pluriennale cultura dell’illegalità?
Oltre 100 perquisizioni,
oltre 50 indagati e quattro arresti in tema di appalti pubblici. E'
il risultato di una maxi operazione dei carabinieri del Ros,
coordinata dalla procura di Firenze.
Intanto il ministro Lupi
non si dimette. Nessuno aveva il dubbio che potesse succedere. Non
siamo mica in Inghilterra o in Germania dove basta essere nell’alone.
Siamo solo l’ultimo paese del Nord Africa. Tanto ormai, almeno da
Tangentopoli (1992) non succede nulla, anzi si ricomincia sempre
daccapo. Ma non hanno capito che tanto, prima o poi, a secondo delle
necessità, viene tutto fuori?
Politici che coprono
oscuri “mandarini” tronfi di potere, come se tutta la corruzione
italiana, quella a larghe vedute milionarie in euro, non fosse
annidata in tutti i gangli dello stato, dai giudici, dai politici ai
militari, fino spesso al più o meno oscuro usciere pubblico e
privato per pochi euro. Menzogne di politici e del governo al
Parlamento, reiterate negli anni. Parlamentari che si accontentano di
tutto.
Non manca nulla
nell’elenco delle truffe miliardarie, dall’ultimo scandalo Expo
di Milano, al Mose di Venezia, alla TAV di Torino, alla svendita
delle Ferrovie Italiane, (caspita, tutto al nord, da Salvini),
persino allo straordinario e storico pozzo di san Patrizio della
Salerno-Reggio Calabria o al ponte di Messina di cui non sappiamo più
nulla ma che sicuramente sta assorbendo milioni di penalità. Manca
ancora l’Eni e la Finmeccanica, ma qualche avvisaglia c’è già.
Uscirà al “momento opportuno”. Un po’ alla volta per favore,
ci siamo appena ripresi da “Roma ladrona” dove erano spariti solo
200 milioni.
Eppure il socialista
“Ercolino” Incalza era già finito nel mirino dei giudici, tanto
da essere stato indagato in ben 14 procedimenti: tutti conclusi con
il suo proscioglimento o la decadenza dei termini, ormai tecnica
giudiziaria ben rodata e senza responsabilità. E questo sarà il
prossimo, una volta calmatesi le acque. Il sistema corruttivo "andava
avanti da molto tempo, da almeno 10
anni", hanno spiegato gli inquirenti della
procura in conferenza stampa. Se c’è voluto tanto, quando per vox
populi tutti gli appalti puzzano dappertutto, bisogna ammettere
che queste persone fanno parte del “geniaccio” italico del male,
oppure che la ragnatela dell’omertà è più grande di quella
mafiosa, oppure che esiste una cerchia di potere superiore a quella
politica pur sempre “passeggera e amichevole” nel tempo. Tanto
che addirittura Incalza butta giù il programma di governo che il
Nuovo Centro Destra avrebbe dovuto presentare alla coalizione.
Possibile? Dicono proprio di sì.
Ne approfitta il Sabelli,
presidente dall’Associazione Nazionale Magistrati, togliendosi non
i sassolini ma le pietre dalle scarpe, dopo la legge sulla
responsabilità civile dei magistrati. Va giù pesante: “I
magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti
accarezzati“. Ma si riferiva anche a una serie di interventi
legislativi che avrebbero favorito i corrotti, a cominciare
dall’epoca di Tangentopoli, per arrivare nel 2002 “alla
depenalizzazione del falso in bilancio e nel 2005 alla riduzione
della prescrizione“. Insomma la storia di venti anni
dell’illuminata, gloriosa e impunita imprenditoria italiana con a
capo i loro committenti politici di vario stampo, che pilota l’Italia
verso la sempre più lontana luce del tunnel nel quale ci hanno
messo. Ultima novità per evitare anche eventuali ispezioni.
L’Agenzia Unica così come progettata dal governo non migliorerà i
servizi ispettivi, e metterà a rischio la stessa attività
ispettiva, (finalmente), smantellando il Ministero del Lavoro (tanto,
piano piano non serve più, potrebbe rimanere solo quello padronale
dell’Industria), depotenziando l’azione degli ispettori di Inail
e Inps. Le barriere vanno eliminate tutte alla libera rapina
imprenditoriale, degli appalti, del lavoro nero e dello sfruttamento.
Incalza sta lì da sette
governi, è ancora in funzione, non sappiamo ancora con quale
remunerazione se non probabilmente da co.co.co di lusso a trattativa
segreto-privata, malgrado sia andato in pensione (d’oro
sicuramente, tanto oggi pagano i lavoratori), doveva proprio essere
il burattinaio siciliano utile e inamovibile di chissà quale
intreccio. Quanto ci piace il mistero, il patto segreto!
Chissà cosa ne pensano i
47 condannati,
a fine gennaio dal giudice di Torino Bosio, con pene fino a quattro
anni e sei mesi di reclusione, per un totale di oltre 140 anni di
carcere, perché difendevano il loro territorio, definito
“comprensoricidio”, dall’avanzare, legalmente violento della
inutile TAV, delle mafie varie? E tutti quei poliziotti che in nome
dello stato, e prendendo anche botte, in fondo proteggevano i
corrotti e i corruttori che si arricchivano nell’ombra degli
appalti? Era previsto anche l’aggiunta del lievito per fare
gonfiare gli appalti con il tempo, fino al 40/50% dopo aver già
triplicato i costi. Una inezia in confronto agli altri appalti
decennali che raddoppiavano e triplicavano successivamente.
Lupi dovrà dimettersi,
prima o poi. La sua situazione è insostenibile anche per un
decisionista come Renzi. Tra l’altro molti nodi del suo operato
stanno venendo al pettine. A parte la grande fregatura data ai
lavoratori con il Job Cract, e l’ulteriore saccheggio dell’Inps
con la decontribuzione previdenziale per tre anni a favore degli
appaltatori (che utilizzeranno il tempo indeterminato finché avranno
i soldi mentre i lavoratori non cumuleranno contributi per la
pensione), non si è visto un granché per un minimo di soluzione dei
problemi veri che affliggono i cittadini, aumento di tasse dirette e
indirette comprese. Nemmeno i sondaggi pilotati riescono a rialzare
la sua presunta popolarità.
Ma sostenere un Lupi,
ministro! Meglio si metta da parte, gli troveranno qualche
compensazione più tardi, magari facendolo assumere ad alto rango in
qualche bene comune privatizzato, per risarcirlo, vergogna compresa.
Intanto, da parlamentare avrà l’immunità e poi verrà rieletto.
Chi perde una poltrona sicuramente la riavrà difficilmente. Si
stanno riorganizzando elettoralmente affinché il “tutti a casa”
non abbia senso. E poi, a casa di chi?
Sì l'illegalità è decisamente deleteria, ma è il pelo e non la trave. La trave è (anche in termini di movimento di capitali e di vite umane ) : la finta razionalità dei mercati ormai da tutti accettatata come legge di natura da tre decenni (a destra e a "sinistra"), con la conseguente devastazione sociale, umana, psicologica di una (per ora) gerazione non dedita alla finanza speculativa... l'inarrestato declino del reddito delle classi subalterne (decise o avallate a destra e a "sinistra") e inoltre ( ciliegina) i vari vincoli e organi e monete innominabili ( €) e frattaglie europei ed extra, Legalissimi anche se non votati da nessuno, e che indisturbati decidono del nostro futuro e disgraziatamente del futuro dei nostri figli. Qui si parla toppo del pelo e poco della trave, altrove si parla del pelo per non parlare della trave.
RispondiEliminaSono perfetamente d'accordo, il liberismo economico è un'ideologia coltivata e diffusa in maniera pervasiva da decenni ed ha colonizzato scientificamente istituzioni e università di tutto il mondo, finendo con l'identificarsi con l'economia stessa.
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