di Tonino D'Orazio
Forse la destra di questi
due decenni non ce la fa contro la destra di Renzi e del PD.
Berlusconi, garante del neoliberismo, nuovo fascismo, sta perdendo
piede. Bisogna trovare un nuovo vessillo, eccolo, un altro Matteo, il
Salvini. Il re è morto, Berlusconi (forse perché tocca sempre al PD
risuscitarlo), viva il re Salvini.
Non è bella una
singolare tenzone tra i due Matteo? Che scoop! La TV di stato, cioè
del governo, ci si fionda. Il nuovo che avanza, anche se è il
vecchio che in questi ultimi decenni ha governato e affossato
l’Italia, ritorna ringiovanito. Identico all’ascesa di Renzi e di
un PD sostenitore nei fatti del neoliberismo.
L’importante, per
l’aristocrazia borghese italiana proprietaria delle reti televisive
nazionali e private di tutta Italia, ma proprio di tutte, è
potenziare un altro destroide. Non è detto che Renzi vinca sempre.
Troppo prepotente, bulletto, indisponente, anche se molto utile
momentaneamente a fare quello che non erano riusciti a fare sia
Berlusconi che Fini. Ragazzo di comando sì, ma senza bon ton,
diamine.
Poi, vuoi mettere la
differenza estetica tra i due scamiciati. Uno paffutello
dell’entroterra toscana e l’altro boscaiolo dell’alta
bresciana? L’uno vistosamente prepotente e sghignazzante e l’altro
soave e democratico? Eppure hanno in comune un vizio che comincia a
piacere: la violenza, la provocazione. L’uno nei fatti morali e
politici avanzando come un caterpillar nello scasso “riformista”
della Costituzione e della società, l’altro pronto a coglierne le
visioni sulle tematiche future, in nome del regionalismo ristretto,
utilizzando giovani, disoccupati, tasse, sacra famiglia. Problemi e
verità da utilizzare, non necessariamente per proporre soluzioni.
Tutti e due uniti nella propaganda.
Tutti e due però con
problemi e contraddizioni interne ai loro movimenti. Difficile ormai
parlare di partiti, se non come gruppi alleati o meno nello stesso
calderone.
E poi, davanti c’è
l’esempio di Syriza che racconta il peso di più umanità e meno
denaro. Forse arrivano anche i Podemos in Spagna, sulla stessa linea.
Dovesse succedere, in Italia, che quel Landini, esagitato in tuta,
possa raccogliere intorno a sé una massa di diseredati pronti a
scompigliare il giochetto attuale che funziona così bene. Forse
troppo difficile in Italia tenuto conto dell’innata ideologia della
sinistra alla divisione, quella vera, ma vecchia e sfarfallata.
Allora Renzi perde le
staffe. Adotta un linguaggio menzognero e
insultante degradando la politica a semplice irrisione
dell'avversario. Tipico di un bulletto di periferia. Rivela
perfettamente il suo livello basso di alfabetizzazione politica. Il
massimo dell’offesa, senza nemmeno accorgersi che offende anche sé
stesso, riferendosi a Landini: “Vuole
entrare in politica”. Come se fare
politica sia illegittimo: per gli altri naturalmente, non per lui che
il potere politico lo detiene tutto, per colpo di stato bianco del
vegliardo fuggito. I soldi rimasti da rubare sono pochi, ci
mancherebbe anche un altro pretendente. Un richiamo dispregiativo al
sindacato, ridicolo visto che per lui non esiste, e alla Camusso, (i
bulli vanno letti fra le righe): “Non
è Landini che abbandona il sindacato, è il sindacato che ha
abbandonato Landini”. Cos’aspetta
la maggioranza morbida del sindacato a tenerlo buono e richiamarlo
all’ordine in nome della decantata e così utile “autonomia”!
Il punto è proprio questo: cos’è una autonomia senza
rappresentanza politica? Perché dieci milioni di iscritti a
organizzazioni dei lavoratori e pensionati sono espulsi dalle
istituzioni democratiche del proprio paese? Dato il disastro sociale,
al quale le confederazioni fanno sempre riferimento del loro ruolo
per tentare di contrattare qualcosa, compreso il contesto attuale del
mercato del lavoro ormai totalmente in mano ai padroni, manca una
prossima legge padronale e cioè quella che permette loro di essere
risarciti per le loro perdite economiche (forse anche morali) in caso
di sciopero. Poi i mediatori riformisti e le aperture al dialogo si
troveranno sempre.
Comunque il concetto
esposto è pericolosissimo: quello di voler costruire “una
coalizione sociale che superi i confini
della tradizionale rappresentanza sindacale, capace di unificare
tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”.
Che roba marchesa! Insomma questi vorrebbero riportare i lavoratori
in Parlamento per fare le leggi a favore loro, del lavoro e dei
poveri. E noi, di che scialiamo! Adesso che sta andando tutto per il
meglio.
Allora
ben venga Salvini. Bravo ragazzo, contro la “sinistra”, cioè il
PD. Da ridere. Ben vengano le destre inglesi e francesi, belghe,
olandesi e tedesche, magari anche greche, oltre a quelle in forte
crescita nei due terzi dei paesi dell’Unione. Ben venga il terrore
dell’Isis per alimentare un po’ di nazionalismo guerrafondaio e
nostalgico. Ben venga il ritorno alla pena di morte; all’assalto
agli immigrati; alle manganellate a studenti e lavoratori, magari
alle cannoniere nel canale di Sicilia. Non serve fare proposte per
trovare soluzioni eque e civili, basta alimentare un po’ di
razzismo in più, tanto poi, dai oggi che dai domani, la gente segue.
Sa che può scaricare le sue responsabilità politiche e sociali
immediate su altri, i più deboli, o sul “governo ladro”. Si
lamenta, piange, bestemmia, ma aspetta sempre e ancora l’uomo della
provvidenza, duro e puro. Scamiciato è meglio.
Forse,
anche un Landini. Alla fine basta sapere per fare cosa.
Nessun commento:
Posta un commento