domenica 18 ottobre 2015

Siamo in guerra, tutti giù per terra


È evidente che "il fattore esteno", leggasi crisi economica, Europa, euro e quantaltro, ha modificato tutta la nostra rappresentazione della realtà e di conseguenza i nostri comportamenti e le nostre reazioni. Se c'è una guerra non ti lamenti se non trovi il cappuccino al bar e non ti sogni di chiedere l'aumento al padrone perché magari domani la tua fabbrica sarà distrutta da una bomba. La crisi dei debiti sovrani è una guerra che nessuno ha apparentemente dichiarato e della quale siamo stati indotti ad autincolparci per poi pagarne le conseguenze. 

Guai allo statale che dice: "datemi quello che mi spetta", perchè darà la conferma di essere esattamente come viene dipinto da sempre: egoista e parassita. 
Fino a pochi anni fa la scena politica sarebbe stata dominata dai proclami minacciosi dei sindacati che avrebbero eretto le barricate per rivendicare il rinnovo dei contratti. Oggi un sindacato totalmente assimilato alla logica del siamo in guerra e dobbiamo fare tutti la nostra parte, tace. È la guerra, non solo quella che si fa con le armi,  che scava nel profondo della nostra psiche e ci condanna al nichilismo e alla rassegnazione. 
Non c'è altra guerra se non quella che i potenti della terra hanno dipinto a loro uso e consumo. Diventiamo spavaldi e incazzati e le loro pallottole non ci scalfiranno neppure. Rivendichiamo pace, soldi, giustizia, speranza e la loro guerra si dissolverà, insieme alla loro malsana Europa e alla loro moneta malefica.

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