martedì 22 luglio 2008

A ruota libera: Paese di merda

Questo è un testo ascientifico, sono solo opinioni espresse in libertà e non pretendo siano vere, sebbene io creda fermamente che lo siano.

L’Italia è un paese di merda, e questa merda è tracimata al punto di invadere i cervelli delle persone. Siamo un paese corrotto, patetico, debole e vigliacco.
Il tutto è cominciato all’indomani del’unità d’Italia, quando il regime “democratico” espressione della borghesia del Nord ha stipulato un patto di sangue con l’aristocrazia indolente e fortemente conservatrice del Sud: voi garantite il potere dello stato centrale nelle vostre regioni  e noi chiudiamo un occhio sui vostri privilegi di terroni aristocratici: niente riforme agrarie serie, garanzie per le vostre clientele, tasse a piacere ecc.ecc. Siamo andati avanti con questo sistema fino ad ora, con qualche ritocco e con qualche rimodellamento dei soggetti in campo. Solo che la DC, figlia legittima di quell’aristocrazia, ha finito per trasformarsi da partito in sistema di potere, dando l’avvio a una generale corruzione del tessuto politico sociale italiano, con l’opposizione di una metà dell’Italia stretta tra la doppiezza togliattiana, le frange marxiste post sessantottine con misto anarcoide-insurrezionale e le aspirazioni riformiste, subito liquidate come socialfasciste e divenute minoritarie. Oggi, con modalità diverse, il patto si rinnova. I nordisti di oggi, però, non sono più i grigi burocrati di marca austro-ungarica di una volta, austeri e rigorosi, o gli sdegnosi cugini dei francesi (i piemontesi), un po’ schifati dalla cafonaggine terrona. I nordisti odierni sono di due specie: quelli assimilati per contiguità di interessi ai mafiosi del sud e alleati di questi ultimi, e quelli che fanno finta di essere gli eredi della stirpe celtica, garanzia di una razza superiore. Un puro e semplice delirio causato da un’intossicazione di malta bergamasca che produce come sintomi: stronzaggine estrema, analfabetismo, razzismo, violenza verbale e tendenza a favorire la parentela.
Accade qualcosa di paradossale: chi vorrebbe strappare il Nord produttivo e sano dall’Italia mafiosa del Sud, si allea, per proprio tornaconto, con i partiti che meglio di altri rappresentano gli interessi di Cosa Nostra. Non finisce qui. Tutto ciò è solo un effetto di facciata, perché anche una buona parte della flaccida opposizione sarebbe disposta a fare patti di qualsiasi genere con chicchessia, magari con meno folclore e più aplomb, pur di conservare i propri privilegi. Si tratta della solita e vecchia casta.
La sinistra che fa? Si dibatte tra i soliti dilemmi: far finta di essere puri e farlo vedere in giro per tenersi stretti i cuori puri, bandiera rossa e falce e martello, oppure essere “realisti”, quindi ipocriti?
Io ricette non ne ho, rimango di sinistra perché è molto meglio che essere di destra, ma non mi spingo oltre. Anch’io vorrei un’Italia normale, dove gente come Berlusconi e D’Alema sparisse per sempre dalla circolazione, e vorrei almeno intravedere un percorso che porti da qualche parte, magari se non al comunismo almeno alla abolizione della servitù della gleba, tornata in auge con la legge 30. Una cosa è certa: se ci sarà una nuova rivoluzione francese le decapitazioni si arresteranno solo dopo  che il  Billionaire non avrà più nemmeno un cliente e tutto questo sarà solo colpa dellinguaribile fetentissima stronzaggine della destra. L’odio di classe però è salutare, più energetico e meno narcotico del sogno italiano di diventare velina. Il fatto è che gli italiani hanno smesso di odiare i ricchi perché di questi tempi è preferibile il genere favole a lieto fine (che è di destra), popolate da ricconi, principi e principesse dal volto raggiante che infondono ottimismo, piuttosto che il genere pulp (che è di sinistra), con finali spesso tragici e dove i personaggi sono impegnati a farsi saltare il cervello l’un l’altro. Tutto ciò evidentemente non infonde nessun ottimismo.
Una gran fregatura: a me non piacciono né le favole né il pulp.

Franco Cilli

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