Le fosse comuni in America Latina,
vittime dei vari regimi bananieri targati USA, la strage di indios in
Guatemala, il colpo di stato in Cile, il massacro di quasi un milione
di comunisti indonesiani, Marcos nelle Filippine, Somoza in
Nicaragua, i colonnelli greci, Videla in Argentina, le guerre in Iraq
e in Afganistan, delitti mostruosi meritevole una nuova
Norimberga, ma del quale nessuno osa chiedere conto agli americani.
Dittature, stragi, ingiustizie inimmaginabili e sfregio alla
democrazia, tutto in nome della
difesa degli "ideali" dell'Occidente. E dietro ogni crociata sempre lo zampino degli USA.
Aggiungo il Cermis in Italia, Guantanamo, i cinque cubani Gerardo
Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e
René González, arrestati nel 1998 dal governo USA per avere difeso
il proprio paese dal terrorismo organizzato partendo da Miami.
Vogliamo includere anche la signora Kazaka con figlia, per quanto
vittime illustri, date in pasto al dittatorello asiatico?
Proteste a non finire per il 41 bis ai mafiosi, ma mai una parola sui cinque cubani incarcerati senza uno straccio di giusto processo e sulle torture a Guantanamo. Possibile? Ognuno di questi fatti appare, a un occhio poco avvezzo ai realismi della politica, come una una macroscopica violazione del più elementare senso della giustizia.
Ma di chi si interessa e di chi si sono sempre interessati in passato
la solerte ministro degli esteri e i suoi compagni radicali? Chi sono
le uniche vittime, certificate e autenticate di tutta l'umanità? I
Montagnard vietnamiti, gli israeliani per altri versi e i tibetani in
ultima istanza. Ecco, di tutta l'umanità vittima delle guerre e
delle ingiustizie, solo i Montagnard vietnamiti, gli israeliani e i
tibetani meritano ascolto. Chissà perché, forse perché nessuno di
questi turba i sonni dell'impero e perché come gli israeliani sono alleati fedeli? Mi chiedo, agli occhi dei radicali i palestinesi sono tutti terroristi? Non sono un popolo anche loro, vittima della brutalità coloniale? Evidentemente no, probabilmente sono solo un incidente della storia e per questo sacrificabili.
Gli USA non sono mai colpevoli, tuttalpiù potremmo prendercela con Bush, che nei deliri senili di Pannella è accusato di aver sabotato insieme a rais libico Gheddafi il suo piano per salvare Saddam e porre fine alla guerra. Gli Usa sono la più grande democrazia al mondo e per questo sono legittimati anche al paradosso di uccidere le democrazie di altri stati per il proprio interesse. Mai, mai si è vista in passato una protesta dell'attuale ministro degli esteri e compagni di fronte all'ambasciata americana e mai si vedrà
Gli USA non sono mai colpevoli, tuttalpiù potremmo prendercela con Bush, che nei deliri senili di Pannella è accusato di aver sabotato insieme a rais libico Gheddafi il suo piano per salvare Saddam e porre fine alla guerra. Gli Usa sono la più grande democrazia al mondo e per questo sono legittimati anche al paradosso di uccidere le democrazie di altri stati per il proprio interesse. Mai, mai si è vista in passato una protesta dell'attuale ministro degli esteri e compagni di fronte all'ambasciata americana e mai si vedrà
C'è una logica in questo? Si c'è, ma
è troppo sottile perché noi comuni mortali possiamo comprenderla.
In fondo una suora salvadoreña finita nelle fosse comuni per mano di
un sanguinario dittatore amico degli USA o un sindacalista torturato
e ucciso perché danneggiava con la sua lotta gli interessi di
qualche multinazionale, cosa sono rispetto alla difesa della
democrazia globale a stelle e strisce e della civiltà di cui si fa
portatrice.
Nessun commento:
Posta un commento