domenica 10 maggio 2015

Civati è l'uomo giusto?

Personalmente non sono interessato ai travagli interiori di Pippo Civati, nè a capire se le sue azioni siano mosse da intenti genuini (cos'è genuino in politica?). 
Non credo che Pippo Civati sia uno psicopatico animato da istinti omicidi o intenzioni recondite inconfessabili e questo mi basta per chiedermi se al di là dell'aspetto morale sia una persone utile alla causa del "bene comune". Insomma mi basta per cercare di capire se la risultante delle sue azioni si possa esprimere con un segno positivo o negativo.
Ho sempre affermato che un qualsiasi processo politico ha bisogno di un primum movens di qualche tipo per avviarsi, sia esso rappresentato da un movimento, da un gruppo di persone o da una singola persona. Ero è resto favorevole ad un processo di natura assembleare che nelle singole realtà locali scelga i suoi rappresentanti e attraverso questi riesca ad elaborare un progetto valido. Chi o cosa avvi questo processo non ha importanza, hanno importanza gli effetti di una azione orientata in tal senso.
Sappiamo tutti che il nostro paese ha sviluppato anticorpi potenti contro qualsiasi operazione trasformistica o di pura sommatoria di singole parti del mondo della sinistra, percepite come colpi di coda di organismi morenti, ma ancora tenacemente attaccati alla vita fino all'ultimo respiro. Chi ti segue è spinto dall'ebrezza di una scommessa e dal fascino di un futuro idealizzato e non dai rantoli di una bestia morente. La metafora potrà suonare offensiva, ma credo che renda l'idea. 
A questo punto si tratta di indovinare cosa succederà adesso con la discesa in campo di Civati. Vedo due scenari probabili. Nel primo, il più ottimista, Civati riuscirà a riunificare tutto il variegato mondo della sinistra e a saldarlo con quella parte della società civile rappresentata dalla coalizione sociale di Landini in una formazione politica con rappresentanti eletti democraticamente dalle realtà del territorio, dove per ovvie ragioni prevarranno quelle componenti maggiormente organizzate. In questo primo scenario rimarrebbe fuori un gruppetto marginale di irriducibili e di "estremisti"del tutto inconsistenti numericamente e politicamente ininfluenti. Nel secondo invece vedo una spaccatura netta nel fronte della sinistra, con Civati, Sel, rifondazione e forse Landini da una parte e una fetta consistente della sinistra composta dalle realtà "Altre" dall'altra, in totale dissenso con operazioni verticistiche portate avanti da Civati e compagnia. 
Se nel primo caso la sinistra può ben sperare di avere un peso nella politica italiana, e scommettere persino in una vittoria drenando consensi specie da parte Pd, nel secondo caso non farebbe altro che riprodurre logiche che la condannerebbero all'irrilevanza, tendendo lontani i voti in uscita dal Pd, scoraggiati dall'inguaribile litigiosità e inconcludenza della sinistra.
Si dirà, ma dare a Civati il potere di determinare simili processi è assurdo, Civati è solo uno uscito dal Pd e basta, cosa farà nella vita è affar suo e non della sinistra, se ci saranno punti di convergenza bene altrimenti ognuno per la sua strada, l'importante è dare vita ad un nuovo soggetto politico in grado di divenire maggioritario nella società italiana. Ecco il punto è proprio questo, il soggetto politico nuovo tarda ad uscire dalla fase larvale e sembra che almeno in apparenza non possa fare a meno di qualcosa o di qualcuno che inneschi un processo di maturazione.
La mia impressione è che fino ad ora la sinistra si sia trattenuta per timore di sbagliare, aspettando che  maturassero le condizioni giuste per agire e che un Civati cadesse finalmente dal pero, maturo o sfatto non si sa.

3 commenti:

  1. Caro Franco, non so se l'ottimo Civati possa fare bene. Per sé stesso spero di si, per noi dubito. Ho la sensazione, e naturalmente spero di sbagliare, che fosse l'uomo giusto nel posto sbagliato e ora sia l'uomo sbagliato nel posto giusto. Unica consolazione: non ci azzecco mai.

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  3. Caro Nando, come credo si comprenda io non stravedo per Civati, ma ho cercato di immaginare uno scenario in cui al posto del giudizio sulla persona ci fosse l'affermarsi (miracoloso) di una strategia vincente per una sinitra di governo. Sono stufo dei tentennamenti e dei discorsi da tifoso per cui se uno non è un essere spregevole, chiunque essso sia mi va bene, e se col realismo della politica si riesce a invertire la marcia dell'austerità e a riguadagnare qualche diritto è un gran successo. Chi ci azzecca su queste cose? E' più facile vincere una lotteria truccata

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