giovedì 21 maggio 2015

Telegraph: L’Europa affronta la seconda rivolta, con i socialisti in ascesa in Portogallo che rifiutano l’austerità

Sul Telegraph, A. E. Pritchard  preannuncia che il prossimo paese a saltare potrebbe essere il Portogallo, con un debito complessivo altissimo e segnali di ripresa troppo fragili. Ma l’opposizione socialista che guida i sondaggi per le prossime elezioni sembra avvitata nello stesso circolo vizioso di Syriza: rifiutare l’austerità senza mettere in discussione l’unione monetaria, cosa che ormai sappiamo impossibile. 

di Ambrose Evans Pritchard da Vocidallestero

La Germania teme che qualsiasi concessione alla Grecia farà scattare il contagio e farà crollare la disciplina fiscale in tutta l’Europa meridionale
L’Europa corre il rischio di una seconda rivolta da parte delle forze di sinistra nel Sud, dopo che il partito socialista del Portogallo ha promesso di sfidare le richieste di austerità dei creditori e di bloccare eventuali ulteriori licenziamenti dei dipendenti pubblici.
Noi attueremo una politica opposta”, ha detto Antonio Costa, il leader socialista.
Costa ha detto che una netta maggioranza del suo partito vuole fermare la “ossessione dell’austerità”. Parlando ai giornalisti a Lisbona mentre il suo paese si prepara per le elezioni – previste nel mese di ottobre – Costa ha insistito sul fatto che il Portogallo deve cominciare a ricostruire le parti fondamentali del settore pubblico che sono state colpite dai drastici tagli sotto il regime precedente della troika, Ue-Fmi.
I socialisti sono in lieve vantaggio nei sondaggi sulla coalizione conservatrice di governo e possono allearsi con i partiti di estrema sinistra, forse anche con il vecchio Partito comunista.
Ci deve essere un’alternativa che ci permetta di voltare pagina sull’austerità, rilanciare l’economia, creare posti di lavoro, e – nel rispetto delle regole della zona dell’euro – ridare speranza a questa regione“, ha detto.
Mentre il Partito socialista insiste sulla sua diversità rispetto al movimento radicale di Syriza in Grecia, si nota una sorprendente somiglianza nel linguaggio pre-elettorale e nelle stesse proposte. Anche Syriza ha promesso di attenersi alle regole UEM, mentre allo stesso tempo ha fatto campagna per delle politiche destinate a provocare uno scontro frontale con i creditori.


Costa ha accusato il governo portoghese di lanciare un blitz di privatizzazioni negli ultimi giorni del suo mandato, segnalando che i socialisti intendono bloccare o rivedere la vendita della compagnia di bandiera TAP, come anche degli hub del trasporto pubblico e delle reti idriche.

Le parole più dure sono state riservate al Fondo monetario internazionale, ma questo riflette l’ambiente culturale della sinistra portoghese. In realtà, il Fondo monetario internazionale era il partner di minoranza nelle missioni della Troika.
A marzo Costa ha presentato un pacchetto di 55 misure, con in testa un flusso di spesa per l’assistenza sanitaria e l’istruzione, che equivale ad un pacchetto di reflazione fiscale. Il partito inoltre ritirerà le riforme del lavoro e renderà più difficile per le aziende licenziare i lavoratori.
Il piano sembrerebbe del tutto incompatibile col Fiscal Compact dell’UE, che impone al Portogallo degli enormi avanzi primari allo scopo di ridurre il debito pubblico dal 130pc al 60pc del PIL in 20 anni, sotto minaccia di sanzioni.
Gli attacchi sempre più feroci sull’austerità da parte di Lisbona rischiano di aumentare i timori di Berlino sul fatto che la disciplina di bilancio e le riforme crolleranno in tutta l’Europa meridionale  se i ribelli della Grecia otterranno delle concessioni. La preoccupazione per ilmoral hazard” politico sta notevolmente complicando la ricerca di una soluzione in Grecia.
La Grecia è il banco di prova a cui tutti stanno guardando con molta attenzione. È per questo che i primi ministri di Spagna e Portogallo hanno portato avanti così tenacemente la linea dura “, ha detto Vincenzo Scarpetta, di Open Europe.
Nessun accordo sulla Grecia è ancora in vista. Syriza continua a vivere alla giornata, rimandando di stretta misura il default di settimana in settimana, saccheggiando gli ultimi fondi. Il Ministro delle finanze del paese, Yanis Varoufakis, nella notte di lunediì ha detto alla televisione greca che “le pensioni e gli stipendi sono sacrie se il denaro si esaurisce avranno la priorità. “Preferirei dare default al Fondo monetario internazionale, piuttosto che ai salari,” ha detto.
Inviando dei messaggi contrastanti, ha anche detto che la Grecia non ha un piano per una rottura con Bruxelles o per un “cambio di valuta”.
Il Portogallo non è più sotto il controllo della Troika. L’anno scorso è uscito dal suo programma di salvataggio di 78 miliardi, ed è tornato sui mercati. E’ attualmente in grado di prendere in prestito denaro a 10 anni ad un tasso di interesse del 2.35pc. “Non abbiamo più alcun indebitamento diretto, ha detto un funzionario Ue.
Tuttavia, i paesi rimangono sotto un post-programma di sorveglianza”, con due missioni di monitoraggio sul campo ogni anno, fino a quando non avranno rimborsato il 75pc del denaro. Il Portogallo non sarà libero e a posto ancora per molto tempo.
La legge prevede che il consiglio dei ministri UEM possa emettereraccomandazioni per azioni correttive se necessario, e se queste risulteranno appropriate. I fondi di salvataggio della UE (ESM e EFSF) hanno un proprio “meccanismo di allerta precoce” per garantire che i debitori rimangano sulla strada giusta.
Il Portogallo ha superato la crisi di austerità molto meglio della Grecia, ma resta vulnerabile, con livelli di debito totale più alti e livelli di istruzione molto più bassi rispetto alla Grecia.
Il debito pubblico e privato totale combinato ammonta a più del 370pc del PIL, il più alto d’Europa. Questo lascia il paese gravemente esposto agli effetti della deflazione da debito, e col PIL nominale stagnante.

William Buiter, capo economista di Citigroup, ha detto che il Portogallo ha molte delle stessepatologie” economiche della Grecia, ed è probabile che sia in prima linea per il contagio se la santità dell’unione monetaria venisse violata dalla espulsione della Grecia.
Citigroup ha calcolato che gli indici di indebitamento del Portogallo hanno già superato il punto di non ritorno, avvertendo che il Paese alla fine avrà bisogno di una qualche forma di ristrutturazione del debito per poter ripartire. Questa paura persistente nel mercato lascia il Portogallo esposto a una nuova crisi del debito.
Il FMI all’articolo IV della sua valutazione di questa settimana ha affermato che il piano di salvataggio del Portogallo è stato un successo, ma ha avvertito che “il paese resta molto vulnerabile”.
Ilmiracolo dell’esportazione” ha una base fragile e non riflette ancora dei miglioramenti duraturi in termini di competitività. “Un riequilibrio durevole dell’economia non ha avuto luogo e il settore “nontradable” è ancora dominante”, ha detto.
Mentre le esportazioni sono aumentate dal 30pc al 40pc del PIL dal 2010, il quadro è molto meno roseo per le esportazioni nazionali a valore aggiunto”, il dato utilizzato dal FMI per misurare dei miglioramenti significativi.
Il Fondo ha dichiarato che il Portogallo sta attualmente beneficiando di una “tripletta vincente, data dai tassi di interesse ai minimi storici, dall’indebolimento dell’euro, e dai bassi prezzi del petrolio”, ma questo vento in poppa ciclico svanirà nel corso del tempo.
Il Portogallo affronta una grave sfida sulla crescita. La crescita della produttività è diminuita nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Guardando al futuro, la popolazione in età lavorativa del Portogallo dovrebbe scendere, e lo stock di capitale del paese si sta contraendo a causa del sotto-investimento“, ha dichiarato il Fondo.
Questa trappola della stagnazione rende estremamente difficile per il paese crescere per uscire dal debito, o per superare le passività estere pari al 215pc del PIL. “È necessaria una soluzione sistemica al problema della leva finanziaria eccessiva. Non solo le banche, che hanno sui libri troppo credito inesigibile, mettono in pericolo la stabilità finanziaria, ma non sono nemmeno in grado di finanziare la ripresa dell’economia “, ha dichiarato.


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