Gianni Vattimo dice che forse è la noia che induce molti ragazzi di varia provenienza, che popolano le periferie urbane europee, a diventare jihadisti. Probabilmente è vero, ma la noia non è solo la causa e non è la sola causa delle scelte di questi sconsiderati. La noia è spesso uno dei “sintomi” di una personalità disturbata, di quelle personalità borderline o francamente sociopatiche che si sono formate sotto lo stimolo incalzante di un mix letale messaggi divergenti uniti a una buona dose di violenza, abuso e sopraffazione. Quello che esperisci nella prima infanzia plasma la tua personalità che in seguito si struttura irreversibilmente consolidandosi negli anni dell’adolescenza. La personalità è un mosaico di bisogni, pulsioni, percezioni, emozioni, comportamenti che costituisce l’interfaccia pratico con il mondo e lo schema di risposta agli stimoli, determinandone la variabilità o la rigidità di risposta. Ecco io vedo molti di questo sbandati come psicopatici in cerca di autore. La violenza delle loro risposte è dettata apparentemente dall’oggetto che scelgono a pretesto, ma fondamentalmente deriva dal bisogno vivo di potersi esprimere e di soddisfare la propria istintualità.
Il fatto vero però a prescindere dalla dose d’ingiustizia
che molti paesi del mondo subiscono grazie al falso impeto morale delle
democrazie occidentali, è che questi disumani personaggi, forgiati dalla rabbia
con il concorso di una genetica sfavorevole, sono un’esigua minoranza, quella
parte di mondo dove la violenza ha maggiormente battuto e trovato terreno
fertile.
Non ci sono eserciti di giovani pronti a immolarsi per una causa triste, la stragrande maggioranza di persone che sono accostabili per cultura, religione, vicissitudini politiche, vissuti d’ingiustizia o semplice contiguità a tali personaggi è pacifica e la maggior parte delle volte esprime il suo dissenso in maniera “umana” o non lo esprime affatto.
Non ci sono eserciti di giovani pronti a immolarsi per una causa triste, la stragrande maggioranza di persone che sono accostabili per cultura, religione, vicissitudini politiche, vissuti d’ingiustizia o semplice contiguità a tali personaggi è pacifica e la maggior parte delle volte esprime il suo dissenso in maniera “umana” o non lo esprime affatto.
Questi tizi sono manipoli di sbandati fomentati a
dovere da un potere pieno di mezzi e di danaro. E’ un fuoco su cui soffia la
società dello spettacolo, obbedendo alle sue logiche di alimentare la notizia,
esaltando e deformando i fatti. Un’industria che alimenta un’altra industria
che a sua volta è l’officina dove il potere, quello vecchio come il mondo,
costruisce le sue trame di dominio. Alla fine è tutto qui, il potere, che si
cela dietro la religione, ma è sempre e solo potere.
Tutto ciò ovviamente non ci esime da comportamenti
solidali che riducano l’odio e il risentimento, vera fucina della psicopatia, né
da considerazioni in merito all’ipocrisia dell’occidente, ma ci permette di vedere il terrorismo in una cornice più ampia dove risolvere il conflitto
significa anche risolvere le cause dell’ingiustizia e frapporre alle logiche di
un potere sovranazionale antico, il contrasto di una politica fondata sul bene
comune e sull’uguaglianza.
Anche questo è un problema vecchio come il mondo.
Anche questo è un problema vecchio come il mondo.
Ma veramente Vattimo ha parlato di noia? Dove. Ciao.
RispondiEliminaUn articolo sul Fatto di oggi. Ho esemplificato un po', ma in sostanza Vattimo pone la noia e l'esclusione come motivazioni all'azione.Ciao
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