di Tonino D’Orazio
E i politici nei nostri
letti. Lo si capiva che, prima o poi, i politicanti e soprattutto i moralisti cattolici
o vari sarebbero finiti a spiare e giudicare, sempre di più, i cittadini nei
loro letti e tra le loro lenzuola. Il mondo moderno è pieno di antiche virtù
cristiane diventate ipocrisia e follia. Lo specchio nel quale ci riflettiamo
tutti è proprio lo strumento televisivo, sia privato che statale. La
conformità. Il “bon ton”, parola orribile. I talkshow, enormi e urlanti
pollai.
Siamo stati occupati,
veramente ci hanno occupato mentre combinavano altro, sul teatrino della legge
sui diritti sociali di svariati cittadine e cittadini che per facilità
onnicomprensiva vengono definiti Lgbt
(Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).
Sapete quanto gli inglesi amino le sigle. Sono così efficaci, sintetiche,
veloci, non si perde tempo, però guai a non saperli decodificare, se ne perde
il senso. Stepchild! (il traduttore
elettronico di Google traduce in “figliastro”, Wikipedia, “adozioni dei figli
affini”, forse anomali … ma chissà!). Stepchild eliminato dal ddl per rissa?
Messaggio trasmesso? “Gli italiani approvano”! Quanti sono non si sa. Però, in
fondo, sanno quanto siamo bravi ad occuparci dei fatti della porta accanto e
sancire giudizi, ipocrisia compresa.
La morale, l’etica, di
un individuo (evito la cristiana parola “persona” che ha senso filosoficamente
più in “relazione personale” con il proprio dio che verso gli altri), in una
società complessa di stimoli vari, non può essere condivisa da una maggioranza
contro una minoranza. Su questo campo non esiste il voto di fiducia. E su
alcune questioni, direi da privacy (elemento di cui nessuno si è preoccupato in
questi giorni, ancora di più sull’affaire
Vendola), è inutile strafare, tanto non
funziona. Anzi rischia di diventare un ulteriore elemento di tensione, e di non
inclusione, sui diritti umani fondamentali. Purtroppo quegli elementi non sono
legati alle “ragioni del cuore”
(Pascal) ma solo ad elementi economici che tentano di imbrigliare ragioni che spesso
ne esulano profondamente. E’ uno spazio non controllabile, anche se la chiesa
cattolica, non quella protestante, con un “sacramento” come la confessione ne
restringe parecchio il quadro e lo tiene, per quanto possibile, sotto controllo.
Le libertà
fondamentali, e intime, delle donne e degli uomini esulano spesso da una
razionalizzazione, se non dal principio generale del “non fare ad altri quello
che non vorresti essere fatto a te”. Concetto estremamente laico e libertario. L’etica
cristiana se ne appropria ma al momento opportuno è incapace di metterlo in
pratica, soprattutto se cozza con la propria strutturata ideologia di società e
quindi lo dichiara “scandaloso” se non innaturale. E’ quello che è successo in
questi giorni. E’ dovuto intervenire il controllore Bagnasco per rimetterli in
riga e riportarli ai secoli scorsi, arginando il più possibile l’intervento
legislativo. Nessuno di noi può dimenticare la stessa operazione, malgrado i
referendum popolari vinti, per le leggi sul divorzio (anni di attesa) e sulla
regolamentazione dell’aborto (medici obiettori di coscienza senza deontologia
professionale. In media 80%, 90% nel nord-ovest, oggi nei consultori
obbligatori in Italia). Sempre di corpi e di libertà individuale si tratta, ma
da tenere sotto controllo. Dobbiamo essere macchine di riproduzione organici
nei parametri fissi di questa società. Eppure, qualcosa, sempre di più sembra
non funzionare. Nel resto del mondo, adesso troppo globale, non funziona sempre
così.
In queste condizioni,
uno degli elementi devastanti, pur nella sua giustezza, è l’abolizione
dell’infedeltà. Ironicamente non valida per i Lgbt. Se non fosse per le
questioni giuridico-economiche legate alle responsabilità nei divorzi, si noti sempre
più in aumento, e alle sue conseguenze, non solo economiche, ma perché spesso
determinanti nell’assegnazione della tutela dei figli (comunque “adozione” per altri e nuovi conviventi), si potrebbe
definire una grande sconfitta dell’etica giudeo-cristiana-musulmana. Come se
riappropriarsi completamente del proprio corpo, (penso alle lotte femministe
dell’inizio degli anni settanta) stia arrivando solo oggi, giuridicamente e finalmente
senza penalità. (Quanti anni dall’abolizione del “delitto d’onore”!). Liberando
gli individui da gangli che la natura umana comunque non aveva mai accettato.
La fedeltà, o l’infedeltà, è una ragione del cuore e non una questione
giuridica. Punto. La stragrande maggioranza
di film e fictions televisivi, e non solo, ne hanno sostanziale fondamento. Non
c’è film senza una scena di sesso o di “tradimento”. E alla fine, piegano e
“educano” le società di riferimento per emulazione, o ne espongono analiticamente
le reali problematiche etiche e di comportamento.
Infatti dell’erotismo e
della bellezza naturale dei corpi, sono molti ad occuparsene, compresi i
ridicoli scatoloni dei musei romani, ma soprattutto in senso commerciale. Corpo
femminile-oggetto, ma piano piano, aspettando i bambini già in passerella, lo è
diventato anche quello maschile, tra creme, pillole e oggetti contundenti per
aumentarne i vari muscoli. Che bellezza i muscoli a “tartaruga” che piacciono
tanto alle donne. In fondo, se funziona, lo si deve al tacito consenso generale
e consumistico, verso un’etica che esula da parametri considerati “antiquati”.
Più verso il diritto substrato del “fai da te” e “in fondo che male c’è”.
Potenti e strani deterrenti delle rigidità etiche.
In
quanto alla diatriba della felicità o meno dei figli non è sufficiente appellarsi
alle bambine e ai bambini per trascinarli in funzione anti amore in nome di una
protezione e tutela quasi inesistenti in queste nostre società di facciata.
Quanta violenza nelle famiglie “normali”! L’Istat certifica che 80% dei casi di
violenza si svolgono in “famiglia” e a causa delle tensioni in essa. Alle quali
assistono sicuramente e traumaticamente la totalità dei figli. Quanti soprusi e
omicidi davanti ai loro occhi per il senso di gelosia, o di “proprietà”. Tralasciamo
la pedofilia crescente, sintomo di decadenza di una società, almeno quella
occidentale, verso una condizione psicosociale edonistica da “basso impero”.
Oppure i circa 800.000 bambine/bambini che in Italia “non mangiano e non hanno
calorie a sufficienza”. Quasi tutti nel sud.
Non
ne abbiamo sentito parlare molto dai pediatri arruolati per la tenzone etica. Difficile
massificare il concetto di felicità, tra disoccupazione dilagante, povertà
deleteria e delocalizzazioni forzate, che mina il concetto vero di serenità in famiglia,
ambiente cosiddetto amoroso, dove questa felicità di vivere dovrebbe svolgersi,
almeno in parte.
Un
ultimo accenno allo svolgersi degli elementi parlamentari. La minacciata “vendetta”
dei Lgbt nella negazione del voto, finalmente determinate le responsabilità, al
Pd nelle eventuali prossime elezioni, (in realtà sono una lobby trasversale
politicamente temibile per compattezza, tanto quanto gli animalisti), ha fatto
correre ai ripari un Renzie affannato e distrutto dalla maggioranza del suo
partito (e altre a geometria variabile), promettendo in futuro di adoperarsi per quello che non è riuscito a fare adesso:
l’adozione, o la stepchild (a cautela
se dovesse significare altro). E’ cattiveria dire che qualunque “riforma”
faccia, ha fatto o farà, va a finire male per i cittadini normali?
Nessun commento:
Posta un commento