Si avvicine, a passi felpati e ricattatori, in Europa. Erdogan, presidente della
Turchia, benvenuto nel club dei governanti fascisti di questa Unione Europea.
Si
tratta di considerare anche quanta destra “normale” possa essere considerata
fascista perché anti lavoratori. Il club aumenta, oltre l’Ungheria e la
Polonia, chiaramente fasciste, rimangono altri paesi sul filo anti-lavoratori,
come la Svezia (Eh sì!), l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, la Danimarca, la
Norvegia, il Belgio con al governo i nazisti fiamminghi, aspettando la Francia
(?) ed altri in avvicinamento come in Germania.
Nel
novembre 2014 l’Assemblea Onu vota una risoluzione contro la rinascita e la
glorificazione del nazismo. Votano contro la risoluzione gli Stati Uniti, il
Canada (allora governata dalla destra) e l’Ucraina. Mancava questa volta
l’alleato fedele Israele, ma sarebbe stato troppo.
Quanto
a Erdogan sono cadute tutte le remore per questo grande uomo amico, che fino a
qualche giorno fa era considerato uno dei peggiori dittatori occidentali. A suo
carico una islamizzazione del paese, vicino ai rigidi sunniti arabi più
retrogradi, abolendo di fatto la laicità, una volta orgoglio del paese. Uccide
e massacra l’opposizione politica del suo paese fino a chiudere il loro
giornale, anzi direttamente ad impossessarsene. Sta massacrando una etnia,
quella curda in modo spudorato, dentro e fuori i confini, in barba ad Onu (che
non conta più nulla da anni) e Tribunale Penale Internazionale. (Già, lì
finiscono solo i “nemici” degli americani!). Un vero genocidio negato. Gestisce
il passaggio e il rifornimento in armi e denaro dei jhadisti dell’Isis,
aiutando il terrorismo internazionale, comperando il loro petrolio di contrabbando e
organizzandone il traffico. Tutto ormai documentato. La sua Turchia rimane il
passaggio, se non l’area di addestramento, di tutti i fanatici che vivono in
occidente e vogliono, e vanno a far parte dell’Isis. Le bombe, di cui piangiamo
le vittime senza ulteriori domande, provengono e passano da lì.
Cosa
fa la nostra ipocrita Unione?
Invece
dei 3 miliardi promessi ne aggiunge altri 3, e fanno sei, per cominciare,
perché sperare che il flusso dei rifugiati diminuisca in Turchia,(ne “ospitano”
a spese nostre già 3 milioni), senza vero armistizio in zona di guerra, è
semplicemente impensabile. Sperare che ci tolga le castagne dal fuoco per non
farci preoccupare più dei rifugiati è insensato. E’ una semplice dismissione
del diritto internazionale e uno scandaloso scarico di responsabilità, con
l’amoralità profonda che “con i soldi, si può tutto”. In realtà diciamo che
Shengen si sta estendendo alla frontiera siriana e oltre, per prendere sempre
più una configurazione guerriera Nato come cuneo nel Medio Oriente. Basta
guardare una cartina. E’ l’intromissione guerrafondaia franco-anglo-tedesca
nell’area, e sicuramente di posizionamento anti Russia. Giusto per scaldare i
muscoli. Diciamo che in geopolitica questa situazione sta comunque creando non
poche perplessità alla Serbia, “nemica” storica (per secoli) dell’avanzata
musulmana nei Balcani. E sicuramente aiuterà il Brexit della Gran Bretagna
dalla UE.
Scompare
per incanto tutta la prosopopea verbale di questi ultimi tempi sui “diritti
dell’uomo” in Turchia. Basta con queste storie socialiste e antiquate al mondo
moderno. Infatti il tema è scomparso dai media europei, eccetto dalla BBC di
Londra perché non ancora completamente addomesticata.
Inoltre
viene rilanciata (sostenuta da anni
dagli Usa) l’adesione di un altro paese fascista, la Turchia, (97% del
territorio in Asia) nell’Unione Europea, aspettando l’Ucraina, come “soluzione”
al flusso degli immigrati, o Israele, sembra a noi affini. Cosa sarà di questi
rifugiati faremo finta di non saperlo fra qualche tempo. Ma il tallone d’Achille
rimane, e cioè che i passaporti turchi non hanno più bisogno del visto per l’UE.
Quanti amici dell’Isis dormienti entreranno nei vari paesi europei con
passaporto turco “legale”? Quale garanzia possiamo avere da un dittatore, e dai
suoi servizi segreti, di cui conosciamo le efferatezze? La Merkel ha ceduto
tutta l’Unione per le elezioni che si terranno in Germania in alcuni lander importanti questa settimana? Vale
la pena ricordare che ben 5 milioni di turchi vivono in Germania e che, per
rapporti commerciali, la Turchia è un partner indispensabile alla sua avanzata
di “colonizzazione” economico-politica. Per la Grecia è fatta, non interessano
più i problemi dei rifugiati che continuano a sbarcare o a morire. Qualche
soldo e nuovi “campi profughi” bloccati ai confini.
Questo
“accordo” con la Turchia sarà sufficiente a bloccare nei vari paesi europei
l’avanzata delle formazioni nazi-fasciste disinnescando il problema e la paura
dell’invasione degli immigrati nei paesi “ricchi” e ben pensanti? Ormai assolutamente
no.
Se
molti avevano pensato come il senatore repubblicano McCaine (Frankfurter
Allgemeine Zeitung, 14 febbraio
scorso) “che la grande fuga siriana
dalla guerra era una strategia di Putin per dividere l’Europa e inondarla di
rifugiati”, devono considerarsi oggi soddisfatti di fronte alla potente
unanimità dell’Unione a non cedere a quella straordinaria strategia, chiudendo e
recintando tutto il possibile in nuovi “campi” di reclusione. Dalla fuga dalla
guerra alla prigionia assistita.
Entriamo
anche in un altro versante della situazione. L’obiettivo di grande umanità di
Erdogan sta nel ventilato progetto di “costruzione” di una vera “città per i rifugiati”. Non nel suo
territorio giustamente, ma in quello siriano, alla sua frontiera sud, creando
così una zona di appropriazione, diciamo un protettorato all’infinito, di una
parte del territorio siriano (suo mai celato obiettivo). Territorio abitato in gran parte dai curdi con i quali
sarà in guerra permanente di occupazione. Servirà ad evitare la presenza dissuasiva
dell’aviazione russa per la sua filiera e i suoi traffici in quell’area di
frontiera? Si entrerà in una fibrillazione internazionale continua? Con quei
soldi, anche nostri, ci sarà persino questo nell’accordo di sostegno a Erdogan con
un Bruxelles penosamente in ginocchio ?
Intanto
l’Austria e l’Ungheria chiudono i valichi. A questo punto non si fidano di chi?
La Merkel "No misure a discapito della Germania". E cioè? Li vogliono
oppure no i rifugiati siriani? Perché pagano la Turchia affinché se li tengano
dopo aver spalancato le braccia? Perché non se li vanno a prendere con convogli
umanitari degni di questo nome? Magari ne prendessero anche un pochino da noi,
almeno quelli che vogliono andarsene. Oppure semplicemente non accetta la “disubbidienza”
alle sue direttive politiche. Immediata la reazione di Berlino che minaccia
"reazioni" e “sanzioni” alle misure nazionali dei paesi “ribelli”.
Anche il nostro nano minaccia e ricatta a ruota: "Solidarietà o basta
fondi". Anche il negoziato con il primo ministro David Cameron risulta
diplomaticamente "più difficile del previsto". Ad
alcuni si deroga e ad altri no? Gli stessi francesi, in realtà, resistono. Con
la solita ambiguità di Hollande che declama che “non avrà mai nulla in comune con Erdogan”, dopo aver accettato
tutte le sue richieste, ufficiali e segrete. Insieme alla Commissione.
All’unanimità.
Mi
sembra che siamo sempre più agli sgoccioli del diritto internazionale e
partecipiamo attivamente al suo logoramento. Indubbiamente la UE è esplosa, e
non potrà che cominciare ad essere più restrittiva, ognuno riprendendosi piano
piano i propri giocattoli. Ma soprattutto disegnando una vera assenza di
strategia a medio e lungo termine. Una navigazione giornaliera a vista e
confusione massima. Un gran beneficio alla crescita delle destre in tutta
Europa e al neoliberismo in genere.
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