martedì 15 marzo 2016

Un altro amico fascista

di Tonino D'Orazio

Si avvicine, a passi felpati e ricattatori, in Europa. Erdogan, presidente della Turchia, benvenuto nel club dei governanti fascisti di questa Unione Europea.
Si tratta di considerare anche quanta destra “normale” possa essere considerata fascista perché anti lavoratori. Il club aumenta, oltre l’Ungheria e la Polonia, chiaramente fasciste, rimangono altri paesi sul filo anti-lavoratori, come la Svezia (Eh sì!), l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, la Danimarca, la Norvegia, il Belgio con al governo i nazisti fiamminghi, aspettando la Francia (?) ed altri in avvicinamento come in Germania.
Nel novembre 2014 l’Assemblea Onu vota una risoluzione contro la rinascita e la glorificazione del nazismo. Votano contro la risoluzione gli Stati Uniti, il Canada (allora governata dalla destra) e l’Ucraina. Mancava questa volta l’alleato fedele Israele, ma sarebbe stato troppo.
Quanto a Erdogan sono cadute tutte le remore per questo grande uomo amico, che fino a qualche giorno fa era considerato uno dei peggiori dittatori occidentali. A suo carico una islamizzazione del paese, vicino ai rigidi sunniti arabi più retrogradi, abolendo di fatto la laicità, una volta orgoglio del paese. Uccide e massacra l’opposizione politica del suo paese fino a chiudere il loro giornale, anzi direttamente ad impossessarsene. Sta massacrando una etnia, quella curda in modo spudorato, dentro e fuori i confini, in barba ad Onu (che non conta più nulla da anni) e Tribunale Penale Internazionale. (Già, lì finiscono solo i “nemici” degli americani!). Un vero genocidio negato. Gestisce il passaggio e il rifornimento in armi e denaro dei jhadisti dell’Isis, aiutando il terrorismo internazionale,  comperando il loro petrolio di contrabbando e organizzandone il traffico. Tutto ormai documentato. La sua Turchia rimane il passaggio, se non l’area di addestramento, di tutti i fanatici che vivono in occidente e vogliono, e vanno a far parte dell’Isis. Le bombe, di cui piangiamo le vittime senza ulteriori domande, provengono e passano da lì.
Cosa fa la nostra ipocrita Unione?
Invece dei 3 miliardi promessi ne aggiunge altri 3, e fanno sei, per cominciare, perché sperare che il flusso dei rifugiati diminuisca in Turchia,(ne “ospitano” a spese nostre già 3 milioni), senza vero armistizio in zona di guerra, è semplicemente impensabile. Sperare che ci tolga le castagne dal fuoco per non farci preoccupare più dei rifugiati è insensato. E’ una semplice dismissione del diritto internazionale e uno scandaloso scarico di responsabilità, con l’amoralità profonda che “con i soldi, si può tutto”. In realtà diciamo che Shengen si sta estendendo alla frontiera siriana e oltre, per prendere sempre più una configurazione guerriera Nato come cuneo nel Medio Oriente. Basta guardare una cartina. E’ l’intromissione guerrafondaia franco-anglo-tedesca nell’area, e sicuramente di posizionamento anti Russia. Giusto per scaldare i muscoli. Diciamo che in geopolitica questa situazione sta comunque creando non poche perplessità alla Serbia, “nemica” storica (per secoli) dell’avanzata musulmana nei Balcani. E sicuramente aiuterà il Brexit della Gran Bretagna dalla UE.
Scompare per incanto tutta la prosopopea verbale di questi ultimi tempi sui “diritti dell’uomo” in Turchia. Basta con queste storie socialiste e antiquate al mondo moderno. Infatti il tema è scomparso dai media europei, eccetto dalla BBC di Londra perché non ancora completamente addomesticata.
Inoltre viene  rilanciata (sostenuta da anni dagli Usa) l’adesione di un altro paese fascista, la Turchia, (97% del territorio in Asia) nell’Unione Europea, aspettando l’Ucraina, come “soluzione” al flusso degli immigrati, o Israele, sembra a noi affini. Cosa sarà di questi rifugiati faremo finta di non saperlo fra qualche tempo. Ma il tallone d’Achille rimane, e cioè che i passaporti turchi non hanno più bisogno del visto per l’UE. Quanti amici dell’Isis dormienti entreranno nei vari paesi europei con passaporto turco “legale”? Quale garanzia possiamo avere da un dittatore, e dai suoi servizi segreti, di cui conosciamo le efferatezze? La Merkel ha ceduto tutta l’Unione per le elezioni che si terranno in Germania in alcuni lander importanti questa settimana? Vale la pena ricordare che ben 5 milioni di turchi vivono in Germania e che, per rapporti commerciali, la Turchia è un partner indispensabile alla sua avanzata di “colonizzazione” economico-politica. Per la Grecia è fatta, non interessano più i problemi dei rifugiati che continuano a sbarcare o a morire. Qualche soldo e nuovi “campi profughi” bloccati ai confini.
Questo “accordo” con la Turchia sarà sufficiente a bloccare nei vari paesi europei l’avanzata delle formazioni nazi-fasciste disinnescando il problema e la paura dell’invasione degli immigrati nei paesi “ricchi” e ben pensanti? Ormai assolutamente no.
Se molti avevano pensato come il senatore repubblicano McCaine  (Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 febbraio scorso) “che la grande fuga siriana dalla guerra era una strategia di Putin per dividere l’Europa e inondarla di rifugiati”, devono considerarsi oggi soddisfatti di fronte alla potente unanimità dell’Unione a non cedere a quella straordinaria strategia, chiudendo e recintando tutto il possibile in nuovi “campi” di reclusione. Dalla fuga dalla guerra alla prigionia assistita.
Entriamo anche in un altro versante della situazione. L’obiettivo di grande umanità di Erdogan sta nel ventilato progetto di “costruzione” di una vera “città per i rifugiati”. Non nel suo territorio giustamente, ma in quello siriano, alla sua frontiera sud, creando così una zona di appropriazione, diciamo un protettorato all’infinito, di una parte del territorio siriano (suo mai celato obiettivo). Territorio  abitato in gran parte dai curdi con i quali sarà in guerra permanente di occupazione. Servirà ad evitare la presenza dissuasiva dell’aviazione russa per la sua filiera e i suoi traffici in quell’area di frontiera? Si entrerà in una fibrillazione internazionale continua? Con quei soldi, anche nostri, ci sarà persino questo nell’accordo di sostegno a Erdogan con un Bruxelles penosamente in ginocchio ?
Intanto l’Austria e l’Ungheria chiudono i valichi. A questo punto non si fidano di chi? La Merkel "No misure a discapito della Germania". E cioè? Li vogliono oppure no i rifugiati siriani? Perché pagano la Turchia affinché se li tengano dopo aver spalancato le braccia? Perché non se li vanno a prendere con convogli umanitari degni di questo nome? Magari ne prendessero anche un pochino da noi, almeno quelli che vogliono andarsene. Oppure semplicemente non accetta la “disubbidienza” alle sue direttive politiche. Immediata la reazione di Berlino che minaccia "reazioni" e “sanzioni” alle misure nazionali dei paesi “ribelli”. Anche il nostro nano minaccia e ricatta a ruota: "Solidarietà o basta fondi". Anche il negoziato con il primo ministro David Cameron risulta diplomaticamente  "più difficile del previsto". Ad alcuni si deroga e ad altri no? Gli stessi francesi, in realtà, resistono. Con la solita ambiguità di Hollande che declama che “non avrà mai nulla in comune con Erdogan”, dopo aver accettato tutte le sue richieste, ufficiali e segrete. Insieme alla Commissione. All’unanimità.
Mi sembra che siamo sempre più agli sgoccioli del diritto internazionale e partecipiamo attivamente al suo logoramento. Indubbiamente la UE è esplosa, e non potrà che cominciare ad essere più restrittiva, ognuno riprendendosi piano piano i propri giocattoli. Ma soprattutto disegnando una vera assenza di strategia a medio e lungo termine. Una navigazione giornaliera a vista e confusione massima. Un gran beneficio alla crescita delle destre in tutta Europa e al neoliberismo in genere.

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