venerdì 11 marzo 2016

La Sinistra Deve Lasciar Perdere il Postmodernismo


È ora che la Sinistra si sbarazzi definitivamente di quel coacervo “demential chic” [1] chiamato Postmodernismo (o Post-strutturalismo, come veniva chiamato in origine il movimento intellettuale francese che l'ha generato).
Tra parentesi, di questo soggetto posso parlarne per esperienza personale. Quando ero studente io stesso ho attinto parecchio dalle assurdità postmoderniste, incontrandole di frequente all'università, ma avevo il grande vantaggio di imparare un bel po' di filosofia analitica (un acido sotto la cui azione il Postmodernismo si squaglia), e di leggere e parlere con persone di sinistra che già allora lo riconoscevano per quell'idiozia che era e tuttora rimane.
Si tratta di un argomento importante, in Economia, perché ci sono economisti postkeynesiani che apparentemente ritengono di poter adottare una seria metodologia ed epistemologia di stampo “postmodernista” come fondamento di un'Economia postkeynesiana. Si tratta, a parer mio, di una sciagurata illusione.
Ecco alcune delle trovate perniciose prodotte dal Postmodernismo:
  1. L'idea che non esista alcuna verità oggettiva;
  2. Il relativismo culturale;
  3. L'idea (conseguente dal punto 2) che non esista alcuna morale oggettiva;
  4. L'idea che la scienza moderna non sia “vera”, e che sia solo una “narrazione”, “valida” quanto qualsiasi altra;
  5. L'idea che nessun testo possa possedere un significato stabile corrispondente alla volontà dell'autore.
Queste idee hanno condotto la Sinistra alla catastrofe intellettuale. Queste idee, seguite dal punto di vista epistemologico, sarebbe altrettanto devastanti per l'Economia postkeynesiana. John King (2002: 195 196), ad esempio, è assolutamente nel giusto quando sottolinea che le idee postmoderniste sono incompatibili coi principi basilari postkeynesiani, quali verità e realtà oggettive, o perfino con qualcosa tanto elementare quanto i “fatti stilizzati” che Nicholas Kaldor descrive nelle moderne economie capitalistiche.
Ma desidero qui unicamente gettare un rapido sguardo alle origini intellettuali del moderno Postmodernismo.
Le origini del Postmodernismo sono complesse. Verso la metà del XX Secolo lo Strutturalismo divenne la teoria in voga, sostituendo l'Esistenzialismo, e diffondendosi dalla linguistica all'antropologia, dalla psicanalisi alla teoria letteraria.
Ma negli anni 70 molti intellettuali francesi, in gran parte ex marxisti ed ex comunisti, reagirono contro lo Strutturalismo e il Marxismo, dando origine a una nuova filosofia post-strutturalista.
È vero che alcuni dei più noti filosofi associati al Poststrutturalismo non identificavano se stessi come “postmodernisti”, ma ciò non deve trarci in inganno: il movimento post-strutturalista francese è la fonte principale del moderno Postmodernismo.
All'interno del Post-strutturalismo francese esistevano almeno due filoni:
1) quello derivato dall'opera di Jacques Derrida (1930-2004), e
2)quello collegato all'opera di Michel Foucault (1926-1984).
Ma numerose altre tendenze sono confluite nella cacofonia postmodernista rintracciabile nelle moderne facoltà di letteratura, filosofia e cultural studies.
Una delle correnti entrate a far parte del moderno Postmodernismo è quella della semiotica, una disciplina in origine parte dello Strutturalismo, che però venne ad influenzare post-strutturalisti come Lacan e Foucault.
Una terza, ma sottovalutata, tendenza che ha influenzato il moderno Postmodernismo è quella angloamericana della Nuova Critica, forma dominante di critica letteraria tra la fine degli anni 50 e gli inizi dei 60 che, nonostante il suo tramonto, ha comunque influenzato la teoria della “decostruzione” testuale che è divenuta il feticcio di base del moderno Postmodernismo e delle facoltà di cultural studies.
Un'altra fonte della vacuità postmodernista è la pseudo-scienza della psicologia freudiana, insieme alla sua prole bastarda, la psicanalisi lacaniana e il lacanianismo.
Una quinta influenza, per quanto meno importante di quelle succitate, è venuta da Theodor Adorno e dalla Scuola di Francoforte, il cui marxismo sociale e culturale è stato precursore di molti temi del moderno Postmodernismo.
Molti componenti della Sinistra che si ritengono intellettuali o che (bizarramente) vengono ritenuti intellettuali di sinistra, hanno seguito con costanza una dieta a base di insensatezze postmoderniste: li si può sempre riconoscere per il loro gergo verboso ed ermetico, e dalla loro frequente incapacità di spiegare con espressioni piane e dirette il senso delle loro affermazioni. La vuota ritualità del gergo postmodernista è stata messa alla berlina dal Postmodernism Generator, un programma informatico in grado di comporre saggi, grammaticalmente corretti, in stile postmodernista, che tuttavia risultano del tutto privi di senso.
Come ha detto il famoso linguista Noam Chomsky, il Postmodernismo, come filosofia generale, dovrebbe finire nella spazzatura [2]. Tutto qui.
È possibile che alcune (poche) di queste idee siano recuperabili, ma sarei davvero sorpreso se non si trattasse di luoghi comuni o di cose che altri filosofi hanno conosciuto da lungo tempo.

traduzione per doppiocieco di Domenico D'Amico

note del traduttore
[1] Traduco così “fashionable nonsense” (lett. “assurdità alla moda”), che cita il titolo della versione inglese del famoso libro di Alan Sokal e Jean Bricmont Imposture Intellettuali.
[2] L'originale “should go to the flames” non è un nazistoide invito a un rogo di libri, ma un riferimento a Hume, che utilizza quest'espressione riguardo a opere filosofiche prive di qualsiasi valore conoscitivo. Il testo di Chomsky verrà tradotto presto per questo blog.

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