Risoluzione UNESCO (Sessione 200, oggetto 25 “Palestina occupata”)
da Io Non Sto Con Oriana
Nell'ottobre
2016 una risoluzione dell'UNESCO condanna le politiche coloniali e
violente dello stato sionista contro i siti sacri islamici a
Gerusalemme e in Cisgiordania. La propaganda sionista ha
immediatamente iniziato a scagnare di mostruosità senza precedenti
contro i legami ebraici con il cosiddetto Monte del Tempio, come se
il testo della risoluzione li negasse. Dal momento che in tutto il
mainstream nessuno si è preso la briga di dare una guardata a cinque
miserabili foglietti in inglese, la cagnara
sionista ha avuto
campo libero come al solito. Le argomentazioni sono sempre le stesse,
sempre più autoreferenziali e sempre più ridicole nel loro
prescindere da qualunque contatto con la realtà dei fatti: chiunque
osi contraddire la הַסְבָּרָה
non
può che essere un nostalgico dei campi di sterminio,
e tanto basti.
La
politica istituzionale ed il mainstream si sono immediatamente
adeguati all'imperativo dei propagandisti; non resterebbe che
assolvere al facilissimo compito di schierarsi dalla parte opposta,
senza neppure curarsi troppo di indagare la natura della questione.
Le
persone serie tuttavia non amano i sistemi tipici della feccia
da pallonaio; è meglio dunque soffermarsi sul testo della
risoluzione, qui riproposto, ed arrivare poi con tutta calma alle
relative conclusioni.
L'utilizzo
delle espressioni "Israele" e "Stato d'Israele"
al posto di quella - usuale in questa sede - di "stato sionista"
è nel testo originale.
Traduzione
da
http://www.globalist.it/world/articolo/207146/unesco-ecco-il-testo-integrale-della-risoluzione-quot-palestina-occupata-quot.html
[con alcune modifiche e correzione dei refusi da parte dei redattori
di Zeitun].
Testo
originale : http://unesdoc.unesco.org/images/0024/002462/246215e.pdf
Di
seguito il testo della risoluzione “Palestina Occupata”,
approvata dalla commissione dell’Unesco con 24 voti favorevoli, 6
contrari e 26 astensioni
Voti
a favore: Algeria, Bangladesh, Brasile, Chad, Cina, Repubblica
Domenicana, Egitto, Iran, Libano, Malesia, Marocco, Mauritius,
Messico, Mozambico, Nicaragua, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar,
Russia, Senegal, Sud Africa, Sudan e Vietnam.
Voti
contrari: Estonia, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Regno Unito e
Stati Uniti.
Astenuti:
Albania, Argentina, Cameron, El Salvador, Francia, Ghana, Grecia,
Guinea, Haiti, India, Italia, Costa d’Avorio, Giappone, Kenya,
Nepal, Paraguay, Saint Vincent e Nevis, Slovenia, Korea del Sud,
Spagna, Sri Lanka, Svezia, Togo, Trinidad e Tobago, Uganda e Ucraina.
Assenti:
Serbia e Turkmenistan.
Comitato
Esecutivo
Sessione
n. 200
Commissione
programma e relazioni esterne (PX)
Oggetto
25: PALESTINA OCCUPATA
Discussione
Proposta
da: Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan
IA
Gerusalemme
Il
comitato esecutivo,
1.
Avendo esaminato il documento 200EX/25,
2.
Richiamandosi alle quattro disposizioni della convenzione di Ginevra
(1949) ed ai relativi protocolli (1977), alle regolamentazioni del
Tribunale dell’Aia in territori di guerra, alla convenzione
dell’Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto
armato (1954) ed ai relativi protocolli, alla Convenzione sui mezzi
per proibire ed impedire l’importazione, l’esportazione ed il
trasferimento illegale di beni culturali (1970) e alla Convenzione
per la protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale
(1972), all’inserimento della Città Vecchia di Gerusalemme e delle
sue mura tra i siti Patrimonio Culturale dell’Umanità (1972) e tra
i siti del Patrimonio a Rischio (1982), oltre che alle
raccomandazioni, risoluzioni e decisioni dell’UNESCO sulla
protezione del patrimonio culturale, così come alle risoluzioni e
decisioni dell’UNESCO in riferimento a Gerusalemme, richiamandosi
anche alle precedenti risoluzioni UNESCO in materia di ricostruzione
e sviluppo di Gaza ed alle risoluzioni UNESCO relative ai siti
palestinesi di Al-Kahlil/Hebron e Betlemme,
3,
Affermando l’importanza che Gerusalemme e le sue mura rappresentano
per le tre religioni monoteiste, affermando anche che in nessun modo
la presente risoluzione, che intende salvaguardare il patrimonio
culturale della Palestina e di Gerusalemme Est, riguarderà le
risoluzioni prese in considerazione dal Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite e le risoluzioni relative allo status legale di
Palestina e Gerusalemme,
4,
Condanna fermamente il rifiuto di Israele di implementare le
precedenti decisioni UNESCO riguardanti Gerusalemme, in particolare
il punto 185 EX/Ris. 14, sottolineando come non sia stata rispettata
la propria richiesta al Direttore Generale di nominare, il prima
possibile, un rappresentate permanente di stanza a Gerusalemme Est
per riferire regolarmente quanto riguarda ogni aspetto di competenza
UNESCO, né lo siano state le reiterate richieste successive in tal
senso;
5.
Condanna fortemente il mancato rispetto da parte di Israele, potenza
occupante, della cessazione dei continui scavi e lavori a Gerusalemme
Est ed in particolare all’interno e nei dintorni della Città
Vecchia, e rinnova la richiesta ad Israele, la potenza occupante, di
proibire tutti questi lavori in base ai propri obblighi disposti da
precedenti convenzioni e risoluzioni UNESCO;
6.
Ringrazia il Direttore Generale per gli sforzi compiuti nel cercare
di rendere effettive le precedenti risoluzioni UNESCO per Gerusalemme
e nel cercare di mantenere e rinnovare tali sforzi;
IB
Al-Aqsa Mosque/Al-Ḥaram Al-Sharif e dintorni
IB1
Al-Aqsa Mosque/Al-Ḥaram Al-Sharif
7.
Chiede ad Israele, la potenza occupante, di ripristinare lo status
quo precedente al settembre 2000, in base al quale il dipartimento
giordano “Awqaf ” (Fondazione religiosa) esercitava senza
impedimenti autorità esclusiva sulla moschea Al-Aqsa/Al-Haram
Al-Sharif ed il cui mandato si estendeva a tutte le questioni
riguardanti l’amministrazione della moschea Al-Aqsa/Al-Haram
Al-Sharif, inclusi il mantenimento, il restauro e la regolamentazione
degli accessi;
8.
Condanna fortemente le sempre maggiori aggresioni israeliane e le
misure illegali nei confronti dell’ Awqaf e del suo personale, e
nei confronti della libertà di culto e dell’accesso dei musulmani
alla loro moschea santa Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif, e chiede ad
Israele, la potenza occupante, di rispettare lo status quo storico e
di porre fine immediatamente a dette misure;
9.
Deplora fermamente le continue irruzioni di estremisti israeliani di
destra e delle forze armate alla moschea Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif,
e sollecita Israele, la potenza occupante, a mettere in atto le
misure necessarie a prevenire violazioni provocatorie che non
rispettino la santità e l’integrità della Moschea
Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif;
10.
Denuncia fermamente le continue aggressioni israeliane nei confronti
dei civili, tra cui figure religiose e sacerdoti islamici, denuncia
l’ingresso con la forza nelle varie moschee ed edifici storici del
complesso Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif da parte di funzionari
israeliani, compresi quelli delle cosiddette “Antichità
Israeliane” [IAA, l’autorità israeliana delle antichità, che
dipende dal ministero della Cultura. Ndtr], l’arresto ed il
ferimento di musulmani in preghiera e di guardie dell’Awqaf, e
chiede ad Israele, la potenza occupante, di porre fine a queste
aggressioni ed agli abusi che alimentano le tensioni sul terreno e
tra le religioni;
11.
Disapprova le limitazioni imposte da Israele all’accesso alla
Moschea Al-Aqsa/Al-Ḥaram Al-Sharif durante l’Eid Al-Adha del 2015
e le conseguenti violenze, e chiede ad Israele, la potenza occupante,
di cessare ogni sorta di abusi contro la Moschea Al-Aqsa/Al-Ḥaram
Al-Sharif;
12.
Condanna fermamente il rifiuto di Israele di concedere visti agli
esperti UNESCO incaricati del progetto UNESCO presso il “Centro per
i Manoscritti Islamici” di Al-Aqsa /Al-Ḥaram Al-Sharif, e chiede
ad Israele di concedere il visto agli esperti UNESCO senza alcuna
restrizione;
13.
Condanna i danni provocati dalle forze di sicurezza israeliane,
specialmente a partire dall’agosto 2015, alle porte e finestre
della Moschea al-Qibli all’interno del complesso Al-Aqsa/Al-Ḥaram
Al-Sharif, e a tale proposito riafferma l’obbligo da parte di
Israele di rispettare l’integrità, l’autenticità ed il
patrimonio culturale della moschea Al-Aqsa/Al-Ḥaram Al-Sharif, come
stabilito dallo status quo tradizionale, in quanto sito islamico di
preghiera e parte del patrimonio culturale mondiale;
14.
Esprime la propria profonda preoccupazione per il blocco israeliano
ed il divieto di ristrutturare l’edificio della porta di
“Al-Rahma”, una delle porte della moschea Al-Aqsa/Al-Ḥaram
Al-Sharif, e sollecita Israele, la potenza occupante, a riaprire tale
porta e porre fine agli ostacoli posti per la realizzazione dei
necessari lavori di restauro, per poter riparare i danni apportati
dalle condizioni meteorologiche, specialmente dalle infiltrazioni
d’acqua all’interno delle stanze dell’edificio.
15.
Chiede inoltre ad Israele, la potenza occupante, di consentire la
messa in opera immediata di tutti i 18 progetti hashemiti [del re di
Giordania. Ndtr.] di ristrutturazione di Al-Aqsa/Al-Ḥaram
Al-Sharif;
16.
Deplora la decisione israeliana di costruire una funivia a doppio
cavo a Gerusalemme Est ed il cosiddetto progetto “Liba House”
nella Città Vecchia, cosi come la costruzione del cosiddetto “Kedem
Center”, un centro per visitatori nei pressi del lato sud della
moschea Al-Aqsa/Al-Ḥaram Al-Sharif, la costruzione dell’edificio
“Strauss” ed il progetto di un ascensore nella Piazza Al-Buraq
“Plaza del Muro occidentale”, e invita Israele, la potenza
occupante, a rinunciare ai progetti sopra citati e a fermare i lavori
in conformità con i propri obblighi in base alle convenzioni,
risoluzioni e decisioni dell’UNESCO;
IB2
La salita alla scalinata “Mughrabi” nella moschea
Al-Aqsa/Al-Ḥaram Al-Sharif
17.
Ribadisce che la scalinata “Mughrabi” è parte integrante ed
inseparabile del complesso Al-Aqsa/Al-Ḥaram Al-Sharif;
18.
Prende atto del sedicesimo verbale di monitoraggio e di tutti i
verbali precedenti, insieme alle relative aggiunte preparate dal
World Heritage Center, e dei verbali sullo stato di conservazione
inoltrati al World Heritage Center dal regno di Giordania e dallo
Stato di Palestina;
1.
19. Deplora le continue misure e decisioni unilaterali da parte
israeliana in merito alla scalinata, inclusi gli ultimi lavori
realizzati alla porta “Mughrabi” nel febbraio 2015,
l’installazione di una copertura all’entrata e la creazione di
una tribuna di preghiera ebraica a sud della scalinata nella piazza
“Al-Buraq, o “piazza del Muro occidentale”, e la rimozione dei
resti islamici del sito, e riafferma che nessuna misura unilaterale
israeliana dovrà essere presa, conformemente al proprio status e
agli obblighi derivanti dalla convenzione dell’Aia del 1954 per la
protezione dei beni culturali in presenza di conflitti armati.
20.
Esprime inoltre la propria forte preoccupazione riguardo alla
demolizione illegale di resti omayyadi, ottomani e mamelucchi, così
come per altri lavori e scavi intrusivi attorno al percorso della
porta “Mughrabi” e inoltre chiede ad Israele, la potenza
occupante, di fermare tali demolizioni, scavi e lavori e di attenersi
ai propri obblighi in base alle disposizioni dell’UNESCO menzionate
nel paragrafo precedente;
21.
Rinnova i propri ringraziamenti alla Giordania per la sua
cooperazione e sollecita Israele, la potenza occupante, a cooperare
con il servizio giordano dell'”Awqaf”, in conformità con gli
obblighi imposti dalla convenzione dell’Aia del 1954 per la
protezione dei beni culturali in presenza di conflitti armati, e di
agevolare l’accesso al sito da parte degli esperti giordani con i
propri strumenti e materiali per permettere l’esecuzione del
progetto giordano per la scalinata della porta “Mughrabi” in base
alle disposizioni dell’UNESCO e del “Comitato per il Patrimonio
Mondiale”, in particolare del 37 COM/7A.26, 38 COM/7A.4 and 39
COM/7A.27;
22.
Ringrazia il direttore generale per l’attenzione riservata alla
delicata situazione in oggetto, e le chiede di intraprendere le
adeguate misure per permettere la messa in pratica del progetto
giordano;
IC
Missione di monitoraggio attivo dell’UNESCO nella Città Vecchia di
Gerusalemme e delle sue mura ed incontro degli esperti UNESCO in
merito alla scalinata “Mughrabi”
23.
Sottolinea ancora una volta l’urgenza della messa in pratica della
missione di monitoraggio attivo nella Città Vecchia di Gerusalemme e
delle sue mura;
24.
A questo proposito ricorda la disposizione 196 EX/Dec. 26 che ha
deciso, in caso di mancata realizzazione, di prendere in
considerazione altri mezzi per garantirne la messa in pratica in
conformità con le leggi internazionali;
25.
Sottolinea con forte preoccupazione che Israele, la potenza
occupante, non ha rispettato nessuna delle 12 risoluzioni del
comitato esecutivo né le 6 del “Comitato per il Patrimonio
Mondiale” , che richiedono la realizzazione della missione di
monitoraggio nella Città Vecchia di Gerusalemme e delle sue mura.
26.
Segnala il continuo rifiuto da parte di Israele di agire in accordo
con le decisioni dell’UNESCO e del “Comitato per il Patrimonio
Mondiale” che chiedono un incontro con gli esperti UNESCO in merito
alla missione di monitoraggio della Città Vecchia di Gerusalemme e
delle sue mura;
27.
Invita il Direttore Generale ad intraprendere le misure necessarie
per mettere in pratica il succitato monitoraggio in base alla
disposizione 34 COM/7A.20 del “Comitato per il Patrimonio Mondiale”
, prima della prossima riunione del comitato esecutivo, ed invita
tutte le parti in causa ad adoperarsi per agevolare la missione e
l’incontro con gli esperti;
28.
Chiede che il verbale e le raccomandazioni evidenziate dalla missione
di monitoraggio ed il verbale dell’incontro tecnico riguardante la
scalinata “Mughrabi” siano presentati a tutte le parti coinvolte;
29.
Ringrazia il direttore generale per i continui sforzi a sostegno
della succitata missione di monitoraggio congiunto dell’UNESCO e
delle decisioni e risoluzioni dell’UNESCO in merito;
II
RICOSTRUZIONE E SVILUPPO DI GAZA
30.
Condanna gli scontri militari all’interno ed intorno alla Striscia
di Gaza e le vittime civili da essi provocati, compresi l’uccisione
ed il ferimento di migliaia di civili palestinesi, tra cui bambini,
ed il continuo impatto negativo nel campo di competenza dell’
UNESCO, gli attacchi contro scuole ed altri edifici culturali ed
educativi, incluse le trasgressioni all’inviolabilità delle scuole
dell’ “United Nations Relief” [UNRRA, organizzazione ONU per il
soccorso alle popolazioni vittime di conflitti. Ndtr.] e della “Works
Agency for Palestine Refugees” in Medio Oriente (UNRWA)
[organizzazione dell’ONU che si occupa dei profughi palestinesi.
Ndtr.];
31.
Condanna fortemente il continuo blocco israeliano della Striscia di
Gaza, che condiziona pesantemente il libero flusso di personale e
degli aiuti umanitari, così come l’intollerabile numero di vittime
tra i bambini palestinesi, gli attacchi alle scuole e ad altri
edifici educativi e culturali, e la negazione del diritto
all’istruzione, e chiede ad Israele, la potenza occupante, di porre
immediatamente fine al blocco;
32.
Rinnova la richiesta al direttore generale di ripristinare, il prima
possibile, la presenza dell’UNESCO a Gaza per poter assicurare la
rapida ricostruzione di scuole, università, siti culturali,
istituzioni, centri di comunicazione e luoghi di culto che sono stati
distrutti o danneggiati nelle successive guerre contro Gaza;
33.
Ringrazia il direttore generale per l’incontro informativo tenutosi
nel marzo 2015 sull’attuale situazione a Gaza riguardo alle
competenze dell’UNESCO e per il risultato dei progetti condotti
dall’UNESCO nella Striscia di Gaza-Palestina, e la invita ad
organizzare, al più presto, un nuovo incontro informativo sulle
stesse questioni;
34.
Ringrazia inoltre il direttore generale per le iniziative che sono
già state portate avanti a Gaza nel campo dell’educazione, della
cultura, dei giovani e per la sicurezza dei reporter, ed auspica che
continui il coinvolgimento attivo nella ricostruzione dei siti
culturali ed educativi di Gaza;
III
I DUE SITI PALESTINESI DI AL-ḤARAM AL IBRĀHĪMĪ/TOMBA DEI
PATRIARCHI AD AL-KHALĪL/HEBRON E DELLA MOSCHEA BILĀL IBN RABĀḤ
/TOMBA DI RACHELE A BETLEMME
35.
Riafferma che i due siti in oggetto, situati ad Al-Khalil/Hebron ed a
Betlemme sono parte integrante della Palestina;
36.
Condivide la convinzione affermata dalla comunità internazionale
secondo cui i due siti sono importanti dal punto di vista religioso
per ebraismo, cristianesimo e islam;
37.
Disapprova fortemente l’attuale prosecuzione di scavi, lavori e
costruzione di strade private per i coloni da parte di Israele e di
un muro di separazione all’interno della città vecchia di
Al-Khalil/Hebron, che danneggia l’integrità del sito, e condanna
il conseguente impedimento alla libertà di movimento e di accesso a
luoghi di preghiera. Chiede ad Israele, la potenza occupante, di
porre fine a tali violazioni in base alle disposizioni delle
importanti convenzioni, decisioni e risoluzioni dell’UNESCO.
38.
Deplora profondamente il nuovo ciclo di violenza, iniziato
nell’ottobre 2015, nel contesto di una costante aggressione da
parte dei coloni israeliani e di altri gruppi estremisti verso i
residenti palestinesi, inclusi studenti, e chiede ad Israele di
impedire tali aggressioni;
39.
Denuncia l’impatto visivo del muro di separazione nel sito della
Moschea Bilal Ibn Rabaḥ Mosque/Tomba di Rachele a Betlemme, così
come l’assoluto divieto di accesso per i fedeli cristiani e
musulmani palestinesi al sito, e chiede alle autorità israeliane di
riportare il paesaggio all’aspetto originale e rimuovere il divieto
di accesso;
40.
Condanna decisamente il rifiuto da parte di Israele di dare
compimento alla disposizione 185 EX/Dec. 15, che impone ad Israele di
rimuovere i due siti palestinesi dal proprio patrimonio nazionale e
chiede alle autorità israeliane di agire in base a tale decisione;
IV
41.
Decide di includere questi argomenti di discussione sotto il titolo
di “Palestina Occupata” nell’agenda della 201° sessione, ed
invita il direttore generale a sottoporre ad essa un rapporto
aggiornato sulla situazione a riguardo.
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